Cuphead

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Due tazze e le conseguenze della dipendenza da gioco d'azzardo: il rail 'n' gun di Studio MDHR arriva anche su Switch.

Sviluppato da un manipolo di intrepidi sviluppatori con una palese ossessione per i cartoni animati degli anni ’30 e uscito originariamente per Xbox One nel 2017, a distanza di neanche un mese dall’annuncio ufficiale, Cuphead approda su Switch e inaugura così il sodalizio tra Microsoft, la sua piattaforma Xbox Live e l’ecosistema Nintendo.

Le (dis)avventure di Cuphead e del suo gemello bluastro Mugman hanno inizio quando i due hanno la brillante idea di avventurarsi nel Casinò del Diavolo, deliziosa casa da gioco presieduta da Re Dado. Quando i due fratelli iniziano a farsi prendere la mano ai dadi, il manager del locale non ha altra scelta che scomodare il Cornutissimo in persona, il quale approfitta dell’ingenuità di cui solo un personaggio la cui testa ha la forma di una tazza di tè può farsi vanto. In men che non si dica i nostri due beniamini passano quindi dall’essere ricchi sfondati al cedere la propria anima allo spietato Mefisto. Pur di rimandare il giorno della propria infernale sentenza, i due fratelli acconsentono a trasformarsi negli sgherri del Diavolo e riscuotere i contratti dei suoi debitori sparsi per tutta Inkwell Island.

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SENZA ESCLUSIONE DI COLPI

Una volta superata la rapida premessa, il giocatore è catapultato in un altrettanto snello tutorial che spiega a grandi linee il sistema di controllo: con il tasto X si sparano dalle mani dei proiettili d’energia, gentile concessione del Vecchio Bollitore, il tasto B è adibito al salto, Y permette un rapido scatto mentre con A si eseguono i colpi più potenti, tra cui un’onda energetica sicuro retaggio del Genio delle Tartarughe di Mare  Allo stick sinistro sono invece affidati sia il movimento del personaggio che la direzione dei proiettili. Tenendo premuto il tasto R è possibile bloccare il personaggio sul posto per una mira più precisa. La possibilità di tenere premuto il tasto X per sparare colpi senza interruzione diventa presto una necessità e trasforma, di fatto, Cuphead in uno shooter più che in un normale platform. 

La stessa struttura dei livelli, costituiti per la maggior parte da impegnative boss-fight, relega le sezioni di piattaforme a semplici orpelli integrati nella natura mutevole e inizialmente imprevedibile delle azioni prodotte da anime che ricorrono a qualsiasi mezzo pur di non finire in preda a un destino infernale. Solo un paio di livelli in ogni mondo, chiamati opportunamente run ‘n’ gun, lasciano trasparire una natura più confacente a un platform ordinario e, nonostante la pletora di nemici onnipresenti costringa il giocatore a non allentare quasi mai la pressione sul tasto X, la differenza di level design li rende di fatto una sorta di trait-d’union tra una zona e l’altra.

LADDOVE NON ARRIVANO I RIFLESSI…

La sovrastruttura del gioco è costituita da una piacevole mappa in stile retrò e colorata di tinte pastello attraverso la quale è possibile muovere il proprio personaggio fra le aree di gioco. Sebbene siano presenti alcuni ostacoli che in parte inducono il giocatore ad affrontare i livelli in un determinato ordine, la presenza di scorciatoie permette di aggirare tali barriere e di sfidare molti degli avversari senza soluzione di continuità. La varietà dei nemici e dei loro pattern di attacco costringe quasi sempre a un approccio “trial-and-error”. Scoprire, assimilare le sequenze d’attacco ed elaborare una strategia ottimale è parte integrante dell’esperienza offerta da Studio MDHR.

A meno che non godiate di riflessi e autocontrollo disumani, difficilmente riuscirete a sconfiggere un boss al primo tentativo a meno di non scegliere il livello di difficoltà più facile il quale, oltre a snaturare profondamente il gioco eliminando gran parte degli ostacoli e con essi il senso di sfida, vera e propria colonna portante di Cuphead, non consente nemmeno di riscuotere le anime dei debitori. Fortunatamente gli sviluppatori hanno deciso di introdurre alcuni potenziamenti che possono essere acquistati in alcuni negozi e aggiungono un tasso di strategia che a un certo punto diventa indispensabile: se la prima area di gioco può essere ultimata senza un esaurimento nervoso anche senza ricorrere ad alcun potenziamento, con il prosieguo dell’avventura le routine degli avversari diventano talmente elaborate da dover per forza integrare le proprie abilità fisiche con armi adatte a farci da scudo o a colpire i nemici anche senza doverli mirare con estrema precisione.

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APPROCCIO ZEN

L’azione di gioco diventa quindi frenetica ma ragionata e le battaglie una questione di nervi saldi: solo chi saprà mantenere la calma senza farsi prendere dallo scoramento riuscirà ad uscire vittorioso dallo scontro. Anche in questo caso gli sviluppatori accorrono in nostro aiuto, in un modo sottile e tuttavia efficace: in seguito ad ogni morte una semplice barra ci mostra a che punto dello scontro siamo arrivati. In tal modo si ha sempre sotto controllo la situazione generale. I progressi, benché minimi, diventano costantemente percepibili e la consapevolezza dei propri errori e del margine di miglioramento risulta in grado di allontanare il pericoloso senso di frustrazione che si nasconde dietro l’angolo. La tenacia si rivela un alleato fondamentale e, sebbene per la vostra salute mentale vi consigliamo di evitare sessioni di gioco troppo lunghe ma di limitarvi a due o tre livelli alla volta, anche dovendo impiegare più di un’ora per superare un singolo livello, la gratificazione che ne deriva saprà ripagarvi di tutti gli sforzi.

Dal punto di vista tecnico la conversione su Switch non ha nulla da invidiare alle controparti PC o Xbox One. Il ritmo di gioco si dimostra fluido sia in portabilità che in modalità dock, sebbene in quest’ultimo caso abbiamo sporadicamente notato alcuni lievi rallentamenti che tuttavia non si sono mai dimostrati tali da determinare un K.O. oppure da risultare particolarmente fastidiosi a un occhio distratto. Lo stile visivo è invece talmente gradevole da riuscire a trasportarvi immediatamente indietro di decine d’anni e mettervi davanti alla pellicola consumata di un vecchio cartone animato. La colonna sonora, che spazia dal rag-time al jazz passando per lo swing, è ben eseguita e assolutamente calzante per una simile produzione. Il seppur limitato doppiaggio in inglese in apertura e in chiusura dei livelli, che richiama i presentatori di spettacoli d’altri tempi, costituisce un altro tocco di classe che dimostra la cura maniacale e il gusto sopraffino rivolti da Studio MDHR al proprio pargolo. Il sistema di controllo risulta comodo in praticamente tutte le combinazioni, sia impugnando il Controller Pro che utilizzando i Joy-Con in accoppiata, sebbene la necessità di tenere costantemente premuto il tasto X possa rivelarsi un po’ scomoda durante alcune delle sezioni più concitate. Anche in mobilità il gioco è in grado di regalare parecchie soddisfazioni e il livello di progressione non risente mai del fatto di dover impugnare la console.

Menzione a parte per quanto riguarda la modalità multiplayer: non pensiate che affrontare il gioco con un amico lo renda più facile. Al contrario, la quantità di proiettili a schermo, la resistenza dei nemici e la frenesia generale subiscono un’impennata tale da rendere gli scontri addirittura più difficili rispetto al single-player e forse proprio per questo ancora più divertenti e avvincenti.

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GIUDIZIO
Cuphead per Nintendo Switch è un esperimento completamente riuscito: lo stile visivo, ispirato ai cartoni animati anni '30, unito a un gameplay assolutamente spietato e tuttavia mai frustrante, rende magnificamente sia se goduto sullo schermo della TV che in modalità portatile, che non risente affatto della miniaturizzazione del sistema di controllo offerta dai Joy-Con. Il motore di gioco è stato convertito pressoché alla perfezione e solo sporadicamente abbiamo assistito ad alcuni rallentamenti, attribuibili probabilmente a singoli caricamenti successivi alle innumerevoli morti. Più shooter che platform, Cuphead è altamente consigliato a tutti coloro che cercano una sfida avvincente, colorata, spietata ed estremamente gratificante. Chi trema solo all'idea di affrontare lo stesso boss per più di un'ora di fila si accontenti invece di gioire per l'arrivo del primo, si spera, di una serie di titoli Xbox sull'ammiraglia Nintendo.
GRAFICA
9
SONORO
9
LONGEVITÀ
7
GAMEPLAY
8
PRO
Visivamente squisito
Colonna sonora calzante
Livello di sfida elevatissimo...
CONTRO
...ma non per tutti
Qualche sporadico rallentamento in modalità dock
8.5
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