Fate/Extella: Link

Marvelous! lancia un musou dalle tinte ruolistiche che prova di tutto, ma senza particolare impegno.

Il mondo di Fate, nato dalla fantasia marcata Type-Moon, è molto più vasto di quello che potreste immaginare: universi paralleli, storie alternative e narrazioni secondarie prendono il sopravvento in un mondo in continua evoluzione, che con Fate/Extella: Link continua a espandersi ulteriormente. Il mondo di Fate/Extra è ridotto a una distopia socio-economica, e la popolazione si rifugia dentro SE.RA.PH., mondo virtuale (ogni riferimento a Ready Player One è puramente casuale) i cui server sono situati sulla Luna, per provare un barlume di soddisfazione in un mondo ormai devastato.

Il comune denominatore di ogni episodio è la Guerra del Graal: una lotta fra maghi, i Master, che sono affiancati dagli spiriti di potenti eroi del passato, i Servant, legati a una delle varie classi di combattimento. Ogni Master ha come obiettivo l’eliminazione dei propri avversari con qualunque mezzo, usando l’accordo di fedeltà preso con il suo Servant. Il giocatore sarà quindi l’ultimo Master del mondo digitale e per questo interagiremo esclusivamente con Servant più o meno indipendenti e NPC.

Fate/Extella: Link

TUTTI CONTRO REX

Il protagonisti della storia è Haruno Kishinami, alter ego (maschile o femminile) del giocatore, in realtà poco più che figura di sfondo e voce narrante. Al suo fianco Nerone, o meglio Nero: si tratta della versione di Nerone ideata da Type-Moon, uno dei tanti cloni della più famosa Saber, vista in Fate/Stay Night, ragazza procace dal carattere deciso e oggetto di fan service tra i più selvaggi. A loro si aggiunge Charlemagne, ragazzo euforico e abile spadaccino che fa da filo conduttore per la narrazione e, insieme a molti altri, lotta contro il misterioso Rex Magnus, Servant indipendente con l’obiettivo di conquistare e unificare il mondo di gioco.

Tanto le meccaniche quanto i personaggi e l’ambientazione di gioco saranno ben riconoscibili dagli appassionati della serie, che troveranno davanti a sé dei minimi cambiamenti, come una trama più scorrevole, il Link che collega le combo dei Servant fra loro (dando il titolo al gioco) e il cosiddetto Moon Drive, una barra che una volta caricata permette di potenziare attacchi e difesa, utile anche per lanciare un unico attacco di rara potenza che a sua volta caricherà una seconda barra: quella del Noble Phantasm, l’arma o capacità centrale dell’eroe, diversa per ognuno dei personaggi ma sempre incredibilmente forte.

Fate/Extella: Link

Un ultimo dettaglio che alleggerirà di certo chi conosce già la serie è il Money Is Power, ovvero una voce del menu pre-battaglia dove potremo comprare i livelli per il nostro Servant usando la valuta del gioco (racimolata falciando le truppe nemiche); questa meccanica evita il logorante processo di livellare i personaggi troppo deboli, che limiterebbe il gioco all’uso degli unici tre abbastanza forti da proseguire nella storia.

L’avventura di Fate/Extella: Link comincia con un tutorial abborracciato, che tocca appena la gran parte delle meccaniche necessarie per apprezzare l’esperienza di gioco pur prendendosi però tutto il tempo di rovesciare sul tavolo un intero mondo di interazioni passate. La storia si svilupperà linearmente attraverso una serie di battaglie inframmezzate dai dialoghi fra i personaggi. A volte ci verrà proposto di scegliere quale battaglia affrontare per andare avanti, tuttavia vista la possibilità di rigiocare liberamente ogni scenario in qualsiasi momento, la cosa non influenzerà minimamente l’evoluzione della trama ma ci permetterà esclusivamente di approfondire meglio come alcuni dei personaggi siano entrati a far parte del roster. La trama non è eccezionale, ma si srotola a ritmo sostenuto e funge più che altro da scenografia, lasciando però lo spazio per qualche colpo di scena interessante.

Fate/Extella: Link

UN MUSOU DA SCOPRIRE

Già da queste prime righe ci si può rendere conto di quanto sia difficile destreggiarsi all’interno del gioco per un neofita che, suo malgrado, si ritrova letteralmente sepolto da un mucchio di nozioni nel giro dei primi trenta minuti di gioco. Il primo impatto è quello di un musou (un particolare tipo di hack ‘n’ slash giapponesi, tipico della serie Dynasty Warriors) non proprio ben riuscito, decorato da meccaniche da dating sim molto scarse e circondato da menu di ogni sorta, oggetti dall’uso incomprensibile e personaggi al limite dello stereotipo più assoluto. Ciò nonostante, un giocatore già rodato o che perlomeno è riuscito a superare indenne le prime ore di gioco, a colpi di button mashing selvaggio e dialoghi terribili, può lentamente abituarsi all’atmosfera del gioco e tentare di approfondire al meglio le già citate meccaniche.

Una volta che si esplora il menu di pausa è possibile trovare la tanto agognata voce “Tutorial”, al cui interno spiccano una serie di diapositive e spiegazioni che permettono di riempire i numerosi buchi lasciati indietro dal gioco. In particolare l’attacco base – leggero e pesante – può venire concatenato con le abilità speciali aumentando considerevolmente il quantitativo di danni ottenibile solo con l’uno o l’altro, caricando molto più rapidamente la succitata barra del Moon Drive. Una volta piena, questa è utilizzabile per aumentare capacità offensive e difensive per un certo lasso di tempo, o in un singolo attacco devastante a sua volta annichilito dalla pittoresca nuclearizzazione del settore causata dal Noble Phantasm.

Fate/Extella: Link

Il grosso problema di Fate/Extella: Link è il suo essere un gioco stratificato che segue la tradizione dei suoi predecessori componendo un collage di meccaniche diverse per ogni Servant, che, solo se comprese a fondo, permettono di sfruttare ogni minimo gap nella difesa avversaria, mentre si esplora una trama con i suoi alti e bassi ma sempre coerente. La longevità inoltre viene garantita dal suo appartenere all’universo Fate: una volta finita la trama principale, oltre che usare tutti i Servant incontrati fino a quel momento, è possibile riprendere la storia da un punto intermedio e seguirne lo sviluppo alternativo che, a sua volta, sbloccherà una terza run ancora diversa – con quello che dovrebbe essere il vero finale – e in ognuna compariranno personaggi aggiuntivi nuovi e volti noti ai fan della serie.

Oltre a questo sono anche presenti gli scenari extra, battaglie uniche, slegate dalla storia principale, grazie alle quali è possibile sbloccare costumi aggiuntivi per i Servant. Tuttavia al contrario di brand come Pokémòn, questa stratificazione che permette di affrontare il gioco superficialmente (tramite un button mashing sfibrante e noioso) o in maniera approfondita (combinando abilità, strategia e Link) non riesce appieno e, a meno che non siate tra i più smaliziati, rischia di mettere seriamente in crisi la sua fruibilità.

Fate/Extella: Link

ARTISTICAMENTE SPLENDIDO

A livello artistico, il gioco merita certamente un’analisi approfondita. Il team di sviluppo ha fatto un buon lavoro come da programma: il design dei personaggi è preciso e pulito seppur non sempre eccezionale, mentre al contrario gli scenari di battaglia sono molto più curati. Le battaglie infatti si svolgeranno in luoghi ricchi di neon, cavi elettrici e colonne doriche, mischiando il classico con il contemporaneo, e creando una piacevole sensazione di rinascimento elettronico – seppure usando modelli abbastanza ripetitivi. Anche le combo, le abilità, i Moon Drive e i Noble Phantasm rientrano (a modo loro) all’interno di questa scelta estetica, inserendo anche i costumi extra dei personaggi, che rappresentano delle valide alternative al design di base.

Purtroppo questa potenzialità estetica ed estatica rimane praticamente inespressa, complice lo scarso impegno tecnico a monte. Infatti la telecamera, è tanto entusiasta nel ruotarci attorno da portare alla nausea, e andrà a braccetto con il caos terrificante che avremo davanti in ogni battaglia e in cui dovremo districarci a colpi di spada, lancia, falce o banalmente a pugni. Il tutto andando spesso a sbattere contro le barriere invisibili dell’ambiente, in certi casi piuttosto fuori luogo.

Fate/Extella: Link

UN GIOCO PER POCHI

Questo gioco trasuda “giapponesità” da ogni poro. Chiunque lo giochi dev’essere assolutamente pronto ad affrontare un coacervo di stereotipi, banalità e situazioni espressamente studiate per il pubblico maschile giapponese, e questo potrebbe essere tanto un pro quanto un contro per chi non amasse particolarmente la cultura nipponica. I costumi sono sì molto curati, ma se da una parte quelli maschili sono peculiari ed equilibrati, quelli femminili sembrano la fiera dell’otaku: personaggi storici maschili che diventano femminili, rivestiti di gonne trasparenti, mutandine a vista, scollature esorbitanti e pose provocanti.

Perfino nei dialoghi si incontrano numerose situazioni viste e riviste in ogni anime e manga – primo fra tutti il protagonista entusiasta e caciarone, buono e onesto, un po’ rozzo e infantile però anche maturo. Come già detto, tutto ciò non rappresenta un difetto in sé ma è importante saperlo in anticipo per evitarsi brutte sorprese.

Fate/Extella: Link
GIUDIZIO
Fate/Extella: Link è un titolo perfetto per i fan della serie, ma sfortunatamente un gioco che risulta "carino" per tutti gli altri. Il titolo di Marvelous! si porta dietro il pesante fardello della propria eredità, rischiando di escludere chi non conoscesse ancora già la saga ma premiando chi fosse già affezionato ai capitoli precedenti.
GRAFICA
7
SONORO
6
LONGEVITÀ
7.2
GAMEPLAY
6.5
PRO
Esteticamente piacevole
Battaglie che sanno essere divertenti
Servant ben differenziati
Sprizza aria di Giappone da tutti i pori...
CONTRO
...e ciò potrebbe renderlo un prodotto di nicchia
Gameplay arduo per i neofiti della serie
Telecamera un po' schizofrenica
A tratti eccessivamente caotico
6.5
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