GameShell: provata la console modulare di ClockworkPi

Se avete sempre sognato di montare la console dei vostri sogni, da ClockworkPi arriva il progetto che fa per voi.

Sul finire del 2017, tra le pagine di Kickstarter fa il suo debutto un progetto tanto rischioso quanto accattivante. ClockworkPi lancia sulla più famosa piattaforma di crowdfunding al mondo una nuova “console portatile”, dal design palesemente ispirato a quello del primo Game Boy, ma concepito come piattaforma modulare e open source. Inutile dire che esperimenti di questo tipo si sposano alla perfezione con la natura di Kickstarter e, come potrete immaginare, il target iniziale della casa cinese di 50.000 dollari è stato raggiunto in breve tempo.

Nel giro di 35 giorni, ClockworkPi ha raccolto qualcosa come 290.429 dollari. Trascorso il tempo di sviluppo necessario, gli ordini per il grande pubblico sono stati aperti alla fine dello scorso anno. Intrigato da questa concezione di console e da grande amante del gaming portatile, ho deciso di acquistarne un esemplare dal sito web per valutarne le effettive potenzialità.

CONFEZIONE E… MONTAGGIO!

Ma in Italia come funziona l’acquisto di questa console? Niente di più semplice, basta recarsi sul sito ufficiale di ClockworkPi e andare direttamente nella sezione Shop, che include varie opzioni di acquisto, con uno sconto iniziale del 20% valido per tutti, del 25% per i finanziatori di Kickstarter o Indiegogo, e addirittura del 30% per gli studenti. Facendo parte di quest’ultima categoria ho potuto usufruire di questo sconto: non è richiesta una prova dello status di studenti, basta il nome della scuola o università che si frequenta e il gioco è fatto.

Le possibilità di acquisto non sono molte: si può scegliere il colore (bianco, giallo o rosso le opzioni attualmente possibili) e il quantitativo di console da acquistare insieme. In aggiunta c’è la possibilità di comprare i modelli 3D per i vari moduli o la scheda madre aggiornata, ma tale opzione interessa solo chi possiede la prima versione di Gameshell, sostituita con una revisione hardware. I tempi di consegna sono stati relativamente brevi: il produttore parla di 15 giorni lavorativi ma nel mio caso ne sono bastati 10. Attenzione: occhio alla dogana, che potrebbe farvi brutti scherzi.

All’interno della confezione, troverete il pratico manuale per il… montaggio della console!

La confezione è elegante, ben curata, e corrisponde alla colorazione scelta per la nostra portatile. La prima cosa che salta all’occhio, oltre al bellissimo logo della casa, è l’elenco delle caratteristiche tecniche: Gameshell monta infatti una CPU quad-core Cortex-A7 con 1GB di RAM DD3, e include il supporto a connessioni Wi-Fi e Bluetooth, la keypad programmabile è il modello ATmega168p; con il sistema sistema operativo proprietario “ClockworkPi OS” pre-installato su una microSD da 16GB. L’uscita Micro-HDMI consente di utilizzare il dispositivo su schermi esterni, mentre la batteria è da 1200 mAh.

Una volta aperta la confezione ci si trova spiazzati: per quanto non fosse un segreto al momento dell’acquisto che la console avrebbe dovuto essere montata da noi, non lo si realizza veramente fin quando non ce la si trova davanti. Oltre alle istruzioni di montaggio e un simpatico set di sticker, infatti, ci troviamo davanti due supporti di plastica scomponibili contenenti i pezzi che andranno a formare i moduli del dispositivo e cinque scatole, all’interno delle quali ci sono vari componenti che andranno a formare il cuore del tutto. Le istruzioni sono chiare e l’operazione in generale non è poi così complessa: in circa mezz’ora un utente medio può cavarsela senza troppi patemi. Tuttavia, se il fai da te non è proprio il vostro forte, sono presenti numerosi tutorial su internet per completare il montaggio in men che non si dica. Va specificato che non ci troviamo di fronte a una operazione eccessivamente facile, e che l’utente meno avvezzo a queste pratiche potrebbe comunque trovare difficoltà in alcuni frangenti. Non a caso, in praticamente ogni spazio libero, tra confezione e fogli vari, appare il simpatico pinguino, simbolo della casa cinese, con la scritta “Don’t panic!”.

ClockworkPi GameShell
Esattamente.

SISTEMA OPERATIVO E PRESTAZIONI

Il sistema operativo, basato su una distribuzione di GNU/Linux customizzata dalla casa, è parso sin da subito chiaro e minimale. Su uno sfondo totalmente bianco appaiono le icone, circolari, con le varie applicazioni o cartelle disponibili. In alto abbiamo il logo GameShell, seguito dai vari indicatori di stato e orario, mentre in basso sono indicate varie azioni disponibili con i relativi tasti. Preinstallati troviamo diversi emulatori, la versione completa di Cave Story e una build open-source di DOOM chiamata freeDM. Troviamo anche una comoda applicazione per il collegamento SSH tra GameShell e computer, per lo scambio dei file tramite Wi-Fi, dal nome TinyCloud. È presente inoltre un lettore musicale e un’applicazione per esplorare le varie cartelle di sistema, DinguxCommander. Inutile dire che l’OS è open-source e supporta vari linguaggi di programmazione: C, Python, LUA e LISP. La community che si è formata attorno al progetto è pazzesca: ogni giorno sul forum ufficiale presente sul sito web della casa spuntano nuove proposte, applicazioni, grafiche e suggerimenti su possibili migliorie. Non è un segreto che gli sviluppatori contassero molto su questo fatto, e hanno fatto centro.

Le prestazioni generali sono buone, certo il D-Pad in stile Game Boy è scomodo tentando di giocare titoli più complessi, come ad esempio quelli PlayStation. In confezione è presente un modulo con 5 pulsanti programmabili, nato successivamente alla campagna di Kickstarter per rimediare proprio al problema sopracitato, ma il suo utilizzo è scomodo e per essere collegato alla console serve una sostituzione del case posteriore, andando a penalizzare l’anima portatile del tutto. Lo schermo LCD da 2.7 pollici fa il suo ed è ben visibile anche sotto il sole, ma la sua qualità non è eccezionale e la risoluzione di 320×240 al giorno d’oggi fa storcere un po’ il naso. La scheda madre se la cava bene sui titoli più datati, ma soffre un po’ riproducendo titoli leggermente più performanti, complice la memoria da 1GB. Il vero punto debole, però, è rappresentato dalla batteria, che con soli 1200 mAh garantisce appena tre ore di gioco continuativo, decisamente insufficienti per sessioni retrogaming più durature.

I difetti e le migliorie possibili sono molti, ma va ricordato che questa console ha la peculiarità di essere un progetto completamente modulare. Ciò vuol dire che se lo schermo non dovesse essere di proprio gusto, in futuro si potrà cambiare senza dover comprare una nuova console. La batteria? Stesso discorso, come del resto la scheda madre e i pulsanti di gioco. Questa proiezione verso il futuro è stimolante e i difetti pesano molto meno pensando il tutto in quest’ottica.

CLOCKWORKPI GAMESHELL
GIUDIZIO
GameShell è un esperimento incantevole e attraente. Non ha i numeri per sfondare, ma probabilmente non punta neanche a farlo. Il suo intento è quello di sedurre l’utente, introducendolo e facendolo appassionare alla programmazione e all’hacking, ed è quello che succede nella maggior parte dei casi. Costantemente si va a spulciare il forum alla ricerca di chicche interessanti per personalizzare il proprio dispositivo o per migliorarne le performance generali con trucchetti software. Questo non permette certo di tralasciare i difetti, che sono presenti e non sono neanche pochi, ma la natura modulare della console e la sua nutrita community può farla crescere e donarle una longevità notevole.
PRO
Fascino da vendere, può far appassionare alla programmazione
La community e la modularità sono uno sguardo verso il futuro
CONTRO
I controlli non si adattano a tutti i sistemi
Qualità dello schermo migliorabile
Durata della batteria davvero insufficiente
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Contributor