Mutant Year Zero: Road to Eden

Mutant Year Zero: Road to Eden

Nel mezzo del cammin verso l'Eden mi ritrovai per una mutazione oscura, ché la diritta strategia era smarrita...

Esiste un trend oggigiorno che vede sempre più spesso la trasposizione di titoli videoludici in giochi da tavolo. Ce ne vengono in mente alcuni come Bloodborne, senza menzionare le innumerevoli rivisitazioni di alcuni classici giochi di società come Monopoly, proposto anche in versione Fortnite. Esistono però anche casi inversi, come nel caso di videogiochi come Blood Bowl o altri titoli sviluppati da software house come Cyanide, specializzate appunto nella conversione di giochi da tavolo in videogiochi per PC e console.

Mutant Year Zero: Road to Eden appartiene alla seconda categoria ed è tratto dall’omonimo board game svedese pubblicato nel 2014, che ha profondamente ispirato gli sviluppatori svedesi di The Bearded Ladies Consulting nel crearne una versione videoludica. Proprio del particolare strategico a turni ci eravamo occupati appena qualche giorno fa, condividendo con voi le nostre impressioni preliminari dopo aver mosso i primi passi all’interno del gioco. L’ambizioso titolo di debutto dello studio sarà riuscito a rivoluzionare il genere degli strategici a turno? Per saperlo, e scoprire tutto del gioco, non vi resta che leggere la nostra recensione di Mutant Year Zero: Road to Eden, pubblicato da Funcom e disponibile dal 4 dicembre su PC, PlayStation 4 e Xbox One.

Mutant Year Zero: Road to Eden

LONG WAY TO EDEN

Da settant’anni il genere umano prova costantemente a immaginare gli eventuali, catastrofici effetti di quello che un attacco o una guerra su vasta scala potrebbe provocare. Per nostra fortuna questo interrogativo non ha mai conosciuto risposta, se non appunto in studi scientifici o vari medium dell’intrattenimanto quali libri, film e anche videogiochi. Mutant Year Zero: Road to Eden appartiene a questo filone catastrofista e ci racconta di come una terribile epidemia conosciuta come la Peste rossa, seguita da una devastante guerra nucleare, abbia spazzato via l’intera umanità, con una singola eccezione. Tra queste troviamo l’Arca, un complesso abitativo in cui trovano rifugio un gran numero di mutanti, guidati dall’Anziano, l’unico essere umano al suo interno. Dux e Bormin, rispettivamente un’anatra e un cinghiale dalla natura antropomorfa, verranno incaricati di trovare Hammon, un membro chiave dell’Arca misteriosamente scomparso in circostanze poco chiare. Ben presto i due persecutori si ritroveranno coinvolti in un periglioso viaggio all’interno della zona contaminata, alla duplice ricerca del loro amico e dell’Eden, fantomatica terra promessa dove la vita trascorre inesorabile lontana da morte e disperazione.

In maniera repentina e diretta emergono con forza le distinte personalità dei due mutanti: Dux ad esempio non perderà occasione di lamentarsi di tutto e tutti, facendo spesso ironia con il più diretto e risoluto Bormin, pronto a tenergli testa, mettendo in scena spassosi siparietti che vanno a stemperare il profondo senso di abbandono e disperazione che riecheggia imperterrito. Sarà proprio l’impassibile cinghiale a narrare passo per passo gli avvenimenti che lo vedranno coinvolto insieme al suo pennuto amico, attraverso immagini statiche con uno stile da fumetto dai torni cupi. Gli stessi dialoghi a cui si assiste durante l’esplorazione aggiungono importanti tasselli nel grande puzzle narrativo posto alla base dell’esperienza videoludica in Mutant Year Zero: Road to Eden. Con un setting così ben rappresentato è quasi un peccato l’assenza di missioni secondarie; anche senza snodi alternativi, questo continuativo intreccio narrativo si dimostra solido e mantiene vivo l’interesse sugli avvenimenti che si susseguono dall’inizio alla fine del gioco.

Mutant Year Zero: Road to Eden

PRIMA SI ESPLORA…

Nel fuorilegge mondo post apocalittico immaginato dal team di sviluppo non esistono regole, ma tutto è stato concepito in favore di una certa libertà di movimento che troverete a più riprese all’interno del gioco. In soldoni Mutant Year Zero offre un gameplay ibrido a tutti gli effetti formato da un fase di esplorazione in tempo reale, con tanto di componente stealth appena accennata, a cui si aggiunge un classico sistema di combattimenti a turni in pieno stile XCOM. The Bearded Ladies Consulting ha deciso di non porre vincoli per quanto riguarda l’esplorazione della mappa di gioco, suddivisa in macro-zone discretamente ampie, che possono essere visitate liberamente in qualsiasi istante dell’avventura. Oltre a testare il terreno per l’eventuale presenza di nemici, scandagliare ogni centimetro quadro di terreno è fondamentale per recuperare risorse da impiegare poi negli usi più disparati. Inizialmente si tratta nella maggior parte dei casi si tratta ovviamente di zone off limits per quanto riguarda un eventuale approccio al combattimento, segnalato dalla presenza di un teschio rosso sul capo dei nemici a simboleggiare la sanguinosa fine che faremo nel caso provassimo ad attaccare questi nemici. Nulla vieta di tornare in questi luoghi in un secondo momento, forti anche di un livello congruo del nostro roster, anzi, è proprio questo l’intento degli sviluppatori che hanno inserito queste aree per aiutare l’utente a incrementare il proprio livello, oltre che per setacciarle in cerca di loot e preziose risorse.

Durante le fasi esplorative, dove controlleremo un party composto da tre personaggi, l’attivazione della torcia amplia il campo visivo, rivelando una porzione maggiore delle ambientazioni che si manifestano dinanzi. In prossimità dei nemici questa andrà prontamente disattivata per evitare di essere scoperti, il raggio relativo alla loro percezione infatti crescerà notevolmente quando attiva, dando inizio alla fase stealth, con i personaggi del nostro team che si muoveranno di soppiatto. A differenza di quanto si potrebbe pensare, la possibilità di dividere il gruppo in più unità per controllarle singolarmente si rivela utile principalmente nella ricerca di un buon punto da cui tendere l’imboscata, piuttosto che combattere contro più avversari in contemporanea. In situazioni che ci vedono spesso partire in svantaggio numerico e sottodimensionati, anche attaccare un solo nemico con una singola unità si rivela il più delle volte controproducente. Per un attacco ben riuscito è necessario dapprima aver setacciato in lungo e in largo l’area alla ricerca di risorse e presenze ostili, studiandone anche il posizionamento e il loro eventuale percorso. Se la situazione lo prevede, è comunque consigliabile affrontare prima un gruppo distaccato di nemici per poi affrontare quello più numeroso. In fin dei conti parliamo di una “mutazione” apportata a un gameplay che in questo modo acquisisce maggiore dinamicità nell’approccio alla fase a turni, oltre chiaramente a nuovi risvolti strategici.

…POI SI COMBATTE

Quando invece c’è da passare ai fatti, ecco che l’impostazione di gioco ritorna sui classici binari degli strategici a turni; sotto questo aspetto Mutant Year Zero si presenta simile a quanto visto nella serie XCOM. Nessuna leziosità e niente fronzoli, l’interfaccia e le informazioni a schermo appaiono chiare e dirette, mantenendo l’attenzione solo su quello che accade intorno a noi. A ogni turno vengono messi a disposizione due punti azioni e attaccare, eseguire uno scatto o lanciare una granate invece determinano automaticamente la fine del turno di quel personaggio. Per ogni nemico che proveremo ad attaccare troveremo le relative percentuali di riuscita e quelle di effettuare un colpo critico, oltre al numero di punti vita che questi perderanno. Muovendo il cursore su una casella verranno fornite percentuali di riuscita e, se più nemici saranno a portata di tiro, anche le relative percentuali per l’eventuale colpo andato a segno, permettendoci di sapere prima se spostarsi in quella posizione è utile oppure no. Come sempre l’ambientazione circostante fornisce ripari e punti sopraelevati da cui poter attaccare o arrecare più danni se equipaggiati con il giusto copricapo. Sfruttando granate a mano, specifiche armi o attacchi speciali si potranno demolire senza troppi problemi coperture o persino interi edifici, grazie a un ottimo sistema di distruttibilità ben gestito dal motore di gioco.