Shadow of the Tomb Raider
Versione testata: PS4

Shadow of the Tomb Raider

È difficile credere che solo cinque anni fa ci trovavamo di fronte al tentativo di riportare in auge un marchio come quello di Tomb Raider, storica saga creata da Core Design e lanciata nel 1996 che, dopo il notevole boom iniziale, è stata quasi schiacciata dal peso del suo stesso successo, senza più riuscire a replicare la formula dei primissimi episodi. Nonostante i tentativi di far ripartire il franchise con capitoli e reboot più o meno riusciti, è solo nel 2013 che la stella della protagonista Lara Croft è tornata a risplendere grazie all’opera di rivisitazione a cura di Crystal Dynamics che, ispirandosi alla saga Uncharted di Naughty Dog, ha saputo confezionare un gameplay finalmente adatto ai tempi che corrono e raccontare la genesi dell’avvenente archeologa sotto una nuova prospettiva.

Così, dopo l’ottimo Tomb Raider e il suo sequel del 2015, Rise of the Tomb Raider, il cerchio si chiude con il terzo e ultimo capitolo della saga reboot, Shadow of the Tomb Raider. Sviluppato da Eidos Montréal sotto l’egida di Crystal Dynamics (attualmente impegnata sull’ambizioso progetto dedicato agli Avengers), l’episodio segna la definitiva consacrazione di Lara come esploratrice e archeologa. Noi di VGN abbiamo potuto vivere in anteprima la nuova avventura, e siamo pronti a svelarvi il nostro verdetto in una recensione come sempre senza spoiler sulla trama principale.

Shadow of the Tomb Raider

LO SCRIGNO D’ARGENTO

In questa nuova storia, un’ormai esperta Lara è alle prese con uno degli ultimi misteri che era diventato oggetto di ossessione per suo padre Richard prima che fosse vittima di assassinio. La protagonista si troverà a esplorare le tombe di Cozumel alla ricerca di un antico pugnale che potrebbe finire nelle mani della Trinità, organizzazione che abbiamo già imparato a conoscere nei capitoli precedenti, qui guidata dal leader Dominguez. Impossessatasi del pugnale, Lara attiva inavvertitamente un meccanismo che darà il via a tutta una serie di catastrofi ambientali che potrebbero distruggere il mondo, a meno che l’archeologa non riesca finalmente a recuperare il fantomatico Scrigno d’Argento. Un’impresa che porterà la nostra Lara a visitare Messico e Perù fino a raggiungere la città di Paititi, un luogo leggendario di origine pre-inca che potrebbe celare la chiave per fermare la minaccia e mettere finalmente la parola “fine” al conflitto tra Lara e la Trinità.

Con una serie di prevedibili disavventure e qualche momento che (nonostante i tentativi di allontanamento degli sviluppatori di Eidos Montréal) continua a ricordare un po’ troppo la saga Uncharted e il suo quarto capitolo, la nostra Lara si ritrova dispersa nella giungla peruviana, che tra tombe e cripte nascoste la porterà a raggiungere quello che fungerà da hub in Shadow of the Tomb Raider. Un enorme centro abitato che andrà progressivamente ad arricchirsi di attività, missioni secondarie e collezionabili che promettono una longevità di tutto rispetto. E infatti, al netto di un’avventura che può essere completata intorno alle 15-16 ore di gioco al suo livello di difficoltà intermedio, questo terzo capitolo di Tomb Raider offre una marea di cose da fare, puntando principalmente sull’esplorazione e meno (fortunatamente) sui combattimenti, che sono sì presenti ma in quantità sensibilmente minore rispetto al precedente Rise of the Tomb Raider.

Shadow of the Tomb Raider

Abbandonato il freddo scenario del secondo episodio, Shadow of the Tomb Raider porta la bella Lara in location più simili ai capitoli classici e coerenti a quello che era stato il reboot del 2013, con un colpo d’occhio di notevole impatto e un’architettura particolarmente ispirata, che punta sul fascino e la mitologia Maya e, in generale, sulle leggende delle civiltà precolombiane per dar vita a scenari suggestivi, foreste lussureggianti, ma anche tombe e cripte ricche di carattere che nascondono segreti ed enigmi sempre intriganti da comprendere. La formula non è stata stravolta rispetto agli episodi precedenti, ma arricchita con piccole innovazioni e qualche aggiustamento a ciò che nei due capitoli passati non aveva convinto particolarmente la community. Il risultato è un gameplay ora giunto al massimo del suo potenziale, che potrebbe esser visto come il più classico dei more of the same, ma che ciononostante riesce ad accompagnare il giocatore in un percorso coinvolgente e piacevole da vivere nei panni di una Lara risoluta, matura, brutale.

TRA STEALTH E UNA VALANGA DI ABILITÀ

Sin dalle prime battute, si avverte come in Shadow of the Tomb Raider la componente stealth sia preponderante rispetto alle classiche sparatorie: Lara infatti può cospargersi di fango e mimetizzarsi nell’ambiente, sfruttando la vegetazione e l’erba alta per sparire dal raggio d’azione del nemico, e sterminare silenziosamente uno per uno tutti gli avversari che intralceranno il suo cammino. Sfruttando il suo istinto (attivabile con la pressione dello stick destro), Lara può ora stabilire quale nemico può essere eliminato con fare stealth senza essere scoperta dagli avversari, utilizzando oggetti per distrarre un soldato e renderlo vulnerabile a un attacco silenzioso. Grazie a una ritrovata verticalità che sfrutta l’abilità di Lara nello scalare determinati alberi, il giocatore può fare affidamento sul fido arco per fare piazza pulita colpendo gli avversari da una posizione sopraelevata. Potrete dilettarvi in spettacolari uccisioni con il coltello lanciandovi dall’alto oppure occultandovi nella foresta, ma nulla vieta di imbracciare le armi e vestire i panni di una novella Rambo sfruttando un arsenale che include pistole, fucili a pompa e altre bocche da fuoco per fare piazza pulita velocemente, magari sfruttando l’interazione con lo scenario e la presenza di esplosivi per dare vita a devastanti quanto scenografiche esplosioni. Se preferite, potrete tornare a un approccio più silenzioso sparendo dai radar dei nemici, magari sfruttando gli alberi per eluderne la ronda, e rendere così i combattimenti molto più stratificati e interessanti.

Shadow of the Tomb Raider

Ogni attività che completerete, si tratti di una tomba esplorata, di una cripta depredata, di un combattimento o di un collezionabile scovato, vi permetterà di guadagnare dei punti esperienza con cui accedere a un incredibile mix di abilità, suddivise in tre rami differenti. L’impatto con questo nuovo sistema (anche per motivi di puro design di un’interfaccia forse eccessivamente carica) può risultare caotico nelle prime battute di gioco, ma con il prosieguo della storia imparerete ad apprezzare le molteplici possibilità messe sul piatto dagli sviluppatori. Ci sono talenti che possono essere appresi semplicemente aumentando l’esperienza di Lara, altri ottenibili solo completando le missioni della storia, mentre altre abilità (spesso utilissime per affrontare sfide più impegnative) sono accessibili solo portando a termine le consuete tombe segrete, vero fiore all’occhiello della saga. Come da tradizione, queste tombe racchiudono enigmi variegati che metteranno a dura prova la vostra capacità di analizzare l’ambiente e di studiare possibili interazioni tra gli oggetti e i gadget di Lara.

Certo, in nessuno dei casi si tratta di enigmi estremamente cervellotici, ma il risultato finale è certamente degno di nota. In questo episodio, le tombe coinvolgono spesso la presenza dell’acqua per creare evoluzioni differenti rispetto ai due capitoli precedenti, con l’esplorazione subacquea che assume una maggiore rilevanza e include nuovi meccanismi, come la possibilità di recuperare fiato in sacche d’aria di fortuna. La tensione che si viene a creare quando si esplorano i fondali marini e si corre il rischio di restare a corto di ossigeno contribuisce a dar vita a un’atmosfera intensa ogni qualvolta Lara si tufferà in acqua. La possibilità di variare percorso in cerca di segreti, tombe opzionali e collezionabili, in tal senso, è una mossa particolarmente gradita da parte del team di sviluppo, che ha saputo riportare in primo piano una caratteristica peculiare della saga originale che era venuta un po’ meno negli episodi moderni.

Shadow of the Tomb Raider

L’ISTINTO DI LARA

L’avventura di Lara procede spedita grazie a un gameplay che, come dicevamo in apertura, non stravolge i suoi principi di base ma tenta di arricchirli con piccole ma interessanti novità. Così, se da una parte Lara sarà in grado di appendersi alle pareti col rampino per poi calarsi nel vuoto con la corda (così da raggiungere punti altrimenti inaccessibili), dall’altra la bella protagonista può sfruttare il nuovo sistema di crafting che, oltre a munizioni e kit medici, permette di creare una sorta di unguenti in grado di donarle abilità temporanee. La prima, ad esempio, le permette di sfruttare l’istinto di sopravvivenza per visualizzare eventuali animali pericolosi nei paraggi o erbe con cui creare altri intrugli. Progredendo nell’avventura e sbloccando delle nuove abilità, Lara sarà persino in grado di sfruttare una sorta di bullet time in fase di mira o di incrementare la resistenza ai danni, particolarmente utile nel caso in cui falliste un attacco stealth e vi ritrovaste improvvisamente circondati da decine di avversari.

Per il resto, ci troviamo di fronte al solito gameplay di Tomb Raider, un gioco capace di mescolare sapientemente combattimenti, esplorazione e risoluzione di enigmi (a proposito, sarete in grado di gestire separatamente i livelli di difficoltà di ciascun elemento di gioco) introducendo periodicamente nuovi elementi nell’ecosistema, ma non per questo si tratta di un gioco monotono. Certo, coloro che speravano di trovarsi di fronte a un gioco totalmente stravolto resteranno probabilmente delusi, ma se avete gradito il reboot del 2013 e il suo sequel, certamente non resterete delusi da quello che è l’episodio più completo e ricco della trilogia.

Shadow of the Tomb Raider

SCENARI DA CARTOLINA

Se c’è qualcosa che lascia senza parole in Shadow of the Tomb Raider, quello è il suo comparto tecnico: il gioco è una vera delizia per gli occhi, specialmente nel caso in cui abbiate la fortuna di godere di una console hi-end tra PlayStation 4 Pro e Xbox One X (la cui versione gira in 4K nativi, con supporto alla tecnologia HDR). Gli scenari sono accattivanti, l’alternanza tra luci e ombre è spettacolare, la cura nei dettagli è quella di un team che dimostra di amare il franchise di Tomb Raider e voler creare ambientazioni sempre più ambiziose, vaste e imponenti. Per i più esigenti, c’è la possibilità di intervenire sul comparto tecnico personalizzando la modalità di visualizzazione: chi predilige la grafica potrà aumentare i dettagli al massimo e godere del gioco alla massima risoluzione, mentre chi preferisce la fluidità potrà incrementare il frame-rate fino a raggiungere i 60fps. Nel nostro caso, nonostante il gameplay di Shadow of the Tomb Raider si presti benissimo ai 60 fotogrammi per secondo, abbiamo preferito spremere al massimo la GPU della console per ricreare una cornice spettacolare, consci che anche a 30fps questo episodio resta giocabile al meglio.

Per il resto, ci troviamo di fronte a un episodio che alterna una buona colonna sonora a un doppiaggio che non eccelle particolarmente ma si conferma nella media, gradevole e utile ad accompagnare il giocatore in una storia che chiude la genesi di Lara senza particolari colpi di scena né pretese. Quando la campagna sarà finita, potrete continuare a esplorare il mondo di Shadow of the Tomb Raider e completare le attività lasciate in sospeso, tra cui le missioni secondarie: non aspettatevi però attività elaborate al pari delle cripte e tombe segrete tanto care ai fan della saga.

Shadow of the Tomb Raider
Shadow of the Tomb Raider
GIUDIZIO
La genesi di Lara Croft si conclude con un episodio che, pur non innovando né stravolgendo la formula di base, si conferma un'ottima avventura conclusiva per la giovane esploratrice. Shadow of the Tomb Raider è un gioco che ha ormai espresso il massimo potenziale della saga dopo il reboot del 2013, affinando al meglio tutto quanto di buono Crystal Dynamics ha saputo creare in questi cinque anni. Le piccole novità, sommate a un sistema di abilità più vasto che mai e a una maggiore propensione per lo stealth, lo rendono certamente il capitolo più completo della trilogia, mentre la valanga di attività secondarie ed extra terrà impegnati anche i giocatori più esigenti. Un acquisto obbligato per gli amanti dei giochi d'azione e della iconica Lara.
GRAFICA
9
SONORO
8.5
LONGEVITÀ
8.5
GAMEPLAY
8.5
PRO
Ambientazione affascinante e degna di nota
Sistema di abilità vastissimo, componente stealth riuscitissima
Piccole novità che rendono il gameplay ancora più completo
Le tombe opzionali sono sempre divertenti...
CONTRO
...ma non tutte le altre attività secondarie sono riuscite
Non innova né stravolge una formula ormai rodata
La sceneggiatura non brilla per originalità
8.5
6015
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