La Vienna del ventesimo secolo era patria di artisti, matematici, filosofi e scienziati che, complice il particolare fermento della capitale austriaca in quell’epoca, ha visto l’ascesa di alcune delle figure più influenti e importanti della storia dell’umanità. Proprio la storia di Vienna e le figure di spicco che hanno caratterizzato la città in quegli anni sono state le principali fonti d’ispirazione per il team austriaco Mi’pu’mi Games, che con l’avventura punta e clicca The Lion’s Song ha tentato di raccontare una storia d’impatto basata sulle paure e sui conflitti interiori.
Composta da quattro episodi, l’avventura di The Lion’s Song arriva su Nintendo Switch a due anni dal debutto del primo episodio su PC. Questa versione permette di accedere sin da subito ai quattro capitoli che caratterizzano la stagione integrale: ognuno è dedicato a una storia autoconclusiva focalizzata su un personaggio specifico, si tratti della violinista Wilma, dell’artista Franz o della Matematica Emma, e mette in risalto quelle che sono le difficoltà nella vita di tutti i giorni, le insicurezze, i dubbi e le pressioni che le persone dotate di particolari talenti devono affrontare per raggiungere traguardi straordinari.
ISOLARE LE PROPRIE PAURE
La storia di The Lion’s Song si articola dunque nel classico stile delle avventure punta e clicca, con il giocatore che è chiamato a interagire con qualsiasi oggetto faccia parte dello scenario per aiutare il protagonista a superare ciò che lo turba. Nel farlo, potrete influenzare l’evoluzione della storia in base alle decisioni che prenderete, nonché alle interazioni con altri personaggi. Nel caso di Wilma, personaggio principale del primo episodio, la violinista doveva fronteggiare la paura del fallimento, la claustrofobia e una relazione non proprio ortodossa con il proprio mentore universitario e dar vita a una composizione che sarebbe stata suonata dal vivo dall’orchestra di Vienna. Isolatasi in un piccolo rifugio sulle Alpi, Wilma deve riuscire a vincere il “blocco dello scrittore” e far sì che ogni oggetto, suono o immagine che la circonda possa ispirarla per la creazione della propria composizione.
In base alle vostre scelte, potreste ritrovarvi di fronte a un epilogo differente. Al termine di ciascun episodio, una schermata vi mostrerà infatti quelli che saranno gli esiti di ciascun bivio narrativo, con tanto di infografica che vi svelerà quale scelta è stata presa dalla maggior parte dei giocatori. Il gioco vi consentirà di modificare la decisione senza tuttavia gravare sui progressi sbloccati fino a quel momento, una decisione intelligente che vi consentirà di verificare come ogni scelta avrebbe potuto influire sulla trama senza essere costretti a rigiocare l’intero capitolo (anche se ognuno può essere completato generalmente nel giro di un’ora).
Una volta che avrete vissuto la storia dai tre punti di vista, potrete scoprire in che modo le vostre decisioni hanno influenzato la vita dei personaggi nell’episodio finale, opportunamente ribattezzato Closure, che all’interno di una sempre più ariosa città di Vienna intreccerà i percorsi di Wilma, Franz ed Emma in modi inaspettati. La storia di The Lion’s Song assume così un significato intenso e profondo, con numerosi riferimenti a personaggi realmente esistenti come Gustav Klimt, Ludwig Wittgenstein e Sigmund Freud, che è persino presente in uno degli episodi.
VIENNA A PORTATA DI MANO
L’ottimo comparto narrativo non subisce tuttavia particolari mutazioni al suo arrivo su Switch. Per quale motivo dunque dovreste preferire la versione per la console Nintendo rispetto a quella già disponibile da tempo su PC? La risposta potrebbe essere nella possibilità di godere dell’avventura ovunque vi troviate, dal momento che ogni episodio si attesa su una durata pressoché perfetta per le sessioni mordi e fuggi che Switch è in grado di offrire in mobilità. Ciò nonostante, è altrettanto vero che il porting operato da Mi’pu’mi Games sulla console ibrida non è dei migliori, visto che nessuna delle peculiarità della piattaforma è stata sfruttata per offrire un gameplay adatto all’uso portatile di Switch.
Non c’è traccia del touchscreen, che avrebbe permesso di gestire un’avventura punta e clicca certamente meglio di uno stick analogico con cui spostare manualmente l’indicatore fino a selezionare l’oggetto di riferimento. Gli stessi Joy-Con sono utilizzati come semplici controller relegando a un singolo tasto le interazioni e la possibilità di saltare i dialoghi e passare alla scena successiva. Probabilmente si poteva fare qualcosa in più per rendere la fruizione di The Lion’s Song più particolare su Switch, ma a conti fatti, visto anche il prezzo di vendita al lancio, non possiamo criticare più di tanto la scelta del piccolo team austriaco.
A livello artistico, The Lion’s Song può contare su uno stile decisamente essenziale che fa uso di poche animazioni e un character design semplice, condito da un effetto seppia che contribuisce a riportarci indietro nel tempo. Ciò che rende davvero speciale il gioco è il comparto audio, condito da effetti e una colonna sonora che, nella sua soave intimità, riesce a coinvolgere il giocatore e far sì che si immedesimi nei tre protagonisti. Consigliamo senza ombra di dubbio di munirvi di una buona cuffia e lasciarvi trasportare da suoni, rumori e melodie di The Lion’s Song per godervi appieno questa breve ma intensa avventura.