State of Decay 2
Versione testata: Xbox One S

State of Decay 2

Il mondo di State of Decay 2 è brutale e impietoso, l’infezione implacabile e dilagante, la sopravvivenza ardua e tutt’altro che scontata. Dopo un sorprendente primo episodio, che era stato ulteriormente impreziosito nella più recente Year One Definitive Edition, Undead Labs torna con un vero e proprio sequel del suo survival dalle tinte horror, ambientato mesi dopo la conclusione del predecessore. Un sequel che, come vi abbiamo già svelato nella nostra anteprima alle prese con le prime ore di gioco, non vuole assolutamente stravolgere quanto di buono fatto con il capitolo originale, piuttosto espanderne l’ecosistema, esplorarne le potenzialità, migliorare e affinare tutto ciò che poteva essere rivisto al meglio, intervenendo più pesantemente su ciò che invece non funzionava a dovere.

Quello che potrebbe esser visto da molti come un semplice more of the same, è un gioco che ricalca sì lo stile, le idee e la maggior parte dei contenuti già visti nel gameplay del gioco base, ma riesce ad arricchirlo con migliorie, piccole o grandi che siano, che gli amanti del genere siamo certi apprezzeranno sin dai primi istanti trascorsi in questo mondo così decadente e pericoloso.

State of Decay 2

PAROLA D’ORDINE: SOPRAVVIVERE

State of Decay 2 permette di scegliere una coppia di protagonisti prestabiliti, ognuna caratterizzata da una storia ben precisa e statistiche create dinamicamente dal gioco, al fine di rendere l’avventura quanto più personale e differente possibile. Oltre a valori base come Preparazione atletica, Acume, Combattimento e Tiro (che saranno in comune a tutti i personaggi), uno dei due protagonisti disporrà di un talento esclusivo che potrebbe tornare utile in base al vostro stile di gioco (ad esempio Artigianato, Chimica, Giardinaggio e Meccanica). Abbracciando uno stile che strizza l’occhio ai giochi di ruolo, questi valori potranno essere potenziati nel corso dell’avventura completando particolari azioni e renderanno il personaggio sempre più efficiente sia nella lotta contro gli zombie che nel completamento di compiti fondamentali per la sopravvivenza dell’intera comunità, qui chiamata enclave.

Una volta superata la fase iniziale, che funge da pratico tutorial e ci permette di prendere confidenza con quelli che sono i comandi basilari, State of Decay 2 ci invita a scegliere una delle tre location disponibili per costruire il proprio insediamento e dar vita a una nuova comunità di sopravvissuti. La scelta della location è indicativa, visto che in qualsiasi momento potrete scegliere di trasferire il vostro gruppo in un centro operativo da costruire nelle altre zone. Ogni mappa può contare sulla stessa estensione di quella dell’originale State of Decay ed è diversa (in termini di ambientazione ed edifici che potrete trovare al suo interno) rispetto alle altre due. In fin dei conti sono differenze puramente estetiche rispetto all’obiettivo principale dell’avventura, che è la sopravvivenza del proprio gruppo, riuscire a soddisfare i bisogni dell’enclave e tentare di non perdere alcun alleato per strada.

Una volta che avrete trovato un edificio adatto a diventare la vostra nuova dimora e l’avrete ripulito dagli zombie presenti in zona, potrete reclamarlo e trasformarlo nel rifugio dell’enclave. Ogni struttura è in grado di offrire bonus e malus ben precisi: una casa spaziosa potrebbe avere spazio per più camere da letto, dunque permettere a più sopravvissuti di riposare e incrementare così il morale; un determinato tipo di locale potrebbe offrire risorse su base giornaliera, come ad esempio un orto, altri invece “consumarne” al fine di mantenere operativi servizi vitali, come un laboratorio. Per far sì che questo accada, sarà dunque necessario esplorare a fondo gli edifici che vi circondano in cerca di materiali e risorse più rare, ma anche in questo caso bisogna tenere a mente che in State of Decay 2 la componente survival è predominante, e prima di andare all’avventura sarà necessario prepararsi a dovere.

Ogni mossa deve essere gestita oculatamente per evitare di sprecare risorse fondamentali per la sopravvivenza di ciascun membro dell’enclave, anche perché come nel caso dell’episodio precedente, anche in questo sequel c’è da tenere a mente un problema non indifferente: la morte permanente. In caso di uccisione del personaggio, infatti, non ci sarà modo di riportarlo in vita e sarà perduto per sempre. Curare la salute di tutti i membri dell’enclave, soddisfarne i bisogni e valutare al meglio la strategia più opportuna prima di lanciarsi in un assalto al buio sono dunque elementi fondamentali per la corretta gestione della comunità, ma anche e soprattutto per evitare prima o poi di perdere un personaggio a cui, inevitabilmente, finirete con l’affezionarvi. Sì, perché in State of Decay 2 è possibile alternare il protagonista principale permettendo agli altri membri dell’enclave di riposare: in qualsiasi momento potrete passare da un personaggio all’altro, scegliendo quello più adatto a una particolare situazione, e vi troverete così a trascorrere del tempo con tutti i personaggi della comunità. Ritrovarsi improvvisamente privi di un membro fondamentale per l’enclave, ve lo assicuriamo, non è per niente piacevole.
State of Decay 2

DEBELLARE LA PIAGA DEL SANGUE

Spesso e volentieri, la sopravvivenza della comunità sarà messa a dura prova da una novità del gameplay di State of Decay 2, la cosiddetta Piaga del Sangue, che può essere trasmessa da zombie particolari in grado di infettare un essere umano a suon di morsi. Per curare questa piaga sarà necessario allestire un ospedale da campo e creare una cura estraendo un campione della Piaga direttamente dalla fonte dell’epidemia. Non intervenire per tempo e curare un membro dell’enclave contagiato dalla Piaga del Sangue potrebbe lentamente trasformare un alleato in uno zombie, portandovi dunque a scegliere se sacrificarlo o investire risorse preziose per tentare di salvarlo. Oltre a un fattore puramente etico, entra in gioco anche la necessità di valutare al meglio l’importanza del personaggio per la gestione dell’enclave, principalmente in base ai suoi attributi e specializzazione. Anche perché per riuscire a prelevare un campione di tessuto infetto direttamente alla sorgente bisognerà intervenire in massa, chiedendo l’aiuto di altre enclavi (con cui potrete collaborare, instaurando una sorta di legame commerciale per barattare le risorse in eccesso, o combattere, tentando di uccidere tutti i membri della comunità “rivale” per sottrarre loro gli asset più importanti e appetibili) o sfruttando la novità principale di questo sequel: la modalità cooperativa.

Richiesta a gran voce dai fan di State of Decay, quella del sequel è una coop di tipo drop-in/drop-out, e dunque utilizzabile solo in particolari momenti dell’avventura, come l’incursione all’interno degli edifici in cui si trova il cuore della Piaga. In qualsiasi istante potrete richiedere la collaborazione di un altro giocatore, sia invitando gli amici che tramite un più pratico sistema di matchmaking. Non ci saranno però basi condivise o la possibilità di affrontare l’intera campagna insieme a un amico, ma potrete esclusivamente collaborare al completamento di una missione e ottenere una ricompensa da utilizzare successivamente nella vostra avventura in single-player. Il gioco tenta dunque di premiare l’utente per gli sforzi nel collaborare con un altro giocatore, si tratti di un amico o di un mero sconosciuto, ma francamente avremmo preferito che questa modalità fosse strutturata con maggiore profondità e stimoli per creare un vero e proprio senso di comunità, una enclave composta da giocatori in carne e ossa che collabora con lo scopo finale di sopravvivere.

Si tratta certamente di un buon esperimento che sarà verosimilmente affinato da Undead Labs nei prossimi DLC o sequel di State of Decay, ma che offre già degli spunti interessanti, come la possibilità di ottenere dei punti che andranno a migliorare l’influenza del proprio personaggio nei confronti dell’enclave o delle compagini rivali, oltre a ricompense che potrebbero tornare particolarmente utili per migliorare lo status del proprio rifugio, che come vi avevamo indicato in fase di anteprima può essere gestito tramite una comoda interfaccia che mostra con cura le risorse a disposizione, le strutture attive e gli spazi ancora a disposizione. La gestione della base viaggia di pari passo con la progressione del giocatore, che continuando a esplorare, combattere e completare quest diventerà più efficiente e potrà specializzarsi in un particolare settore, che porterà a creare delle strutture e aree sempre più avanzate per il suo rifugio.

Tuttavia, come avrete intuito, lo spazio all’interno della base operativa non è illimitato e vi troverete spesso a fare delle scelte che influenzeranno il morale dell’intero team. Considerando che esplorare l’ambiente da solo, magari con uno zaino troppo pesante, potrebbe portarvi a essere circondati da zombie e non potervi difendere nel modo più adeguato, potrebbe essere una buona idea quella di sacrificare una zona non indispensabile del rifugio, come ad esempio un letto a castello, per creare un orto (in grado di produrre del cibo) o un laboratorio (in cui riparare armi o costruire munizioni), ma anche in questo caso vi troverete a fare i conti con reazioni dinamiche da parte dei compagni sopravvissuti. Rinuncerete a un laboratorio per far riposare più persone contemporaneamente? Una scelta ammirevole che però potrebbe farvi trovare a corto di proiettili, spingendovi ad andare alla ricerca di munizioni armati esclusivamente di armi da mischia, chiaramente meno efficienti se utilizzate contro gli zombie più coriacei e letali come Bloater o i devastanti Colossi.
State of Decay 2

IN BILICO

State of Decay 2 è un gioco di sopravvivenza in cui si vive uno stato di continua tensione: la necessità di gestire al meglio le risorse spinge a muoversi con oculatezza prima di esplorare un edificio in cerca di munizioni o attrezzi, la morte permanente invita a non ingaggiare uno scontro se non armati a dovere, la capienza limitata del proprio zaino costringe a scegliere quali risorse raccogliere – tenendo conto anche del loro peso – e quali invece lasciare lì, in attesa di tornare a riprenderle in un secondo momento. Questo stato viene parzialmente smorzato nel caso in cui decidiate di collaborare nella modalità cooperativa per due o quattro giocatori, in cui la difficoltà può risultare probabilmente leggermente più bassa rispetto all’affrontare l’avventura in solitaria (dal momento che il gioco non si adatta dinamicamente alla presenza di più giocatori), ma fortunatamente non viene completamente meno: le risorse sono sempre limitate, le armi facilmente deteriorabili, il peso incide sulla stamina che, a sua volta, potrete recuperare esclusivamente tornando al rifugio e riposando, magari passando la palla a un altro personaggio.

Questa è l’essenza di State of Decay 2, un prodotto espressamente votato per chi ama le sfide e tenta di pianificare ogni singolo dettaglio prima di andare là fuori a combattere i non-morti. Sotto questo aspetto, il lavoro di Undead Labs si conferma encomiabile e degno di nota, al netto dei soliti problemi tecnici che il gioco si porta ormai dietro dal capitolo precedente, nonostante il cambio di motore grafico.

Già, perché pur avendo optato per il passaggio dal vecchio CryEngine 3 al più performante Unreal Engine 4, State of Decay 2 deve fare i conti con un comparto tecnico deludente da cui deriva, con estrema probabilità, la scelta di proporre il gioco a un prezzo budget di 29,99 euro (ma gli iscritti a Xbox Game Pass potranno giocarlo gratis sin dal debutto). L’impatto generale con il gioco è di certo positivo, con una cornice generalmente più pulita e rifinita del predecessore, ma si nota una scarsa cura nei particolari, con texture in bassa definizione e una bassa densità di poligoni. Nonostante un comparto grafico che non fa gridare al miracolo, State of Decay 2 fa fatica a proporre un frame-rate stabile sui 30fps, con cali notevoli che avvengono sia esplorando l’ambiente a bordo di un veicolo che in presenza di numerosi zombie su schermo. Sebbene non fosse l’aspetto estetico il punto su cui Undead Labs puntasse maggiormente per il suo State of Decay 2, non avrebbe guastato un minimo di cura in più, specialmente in fase di ottimizzazione.

La versione in nostro possesso era infatti limitata da gravi bug che, in particolari casi, impedivano di completare una missione o persino di spostarsi con l’auto mentre eravamo circondati da zombie, lasciandoci al nostro triste destino. Non è da escludere che con l’immancabile patch day-one la situazione possa migliorare, ma ci saremmo certamente aspettati un minimo di cura in più per un prodotto di grande importanza per l’attuale catalogo first-party di Microsoft. Chiudendo un occhio nei confronti del comparto grafico, resta un discreto sonoro che conta una colonna sonora minimalista, in grado di accompagnare il giocatore con il giusto pathos ma senza eccellere praticamente mai. Assente il doppiaggio in italiano, non male quello inglese, sebbene limitato a poche linee di dialogo che fanno da contorno alla continua lotta per la sopravvivenza da parte del giocatore. E in fondo va bene così: State of Decay 2 non è un gioco in cui importa la meta finale, ma il viaggio che vivrete nel mezzo. Un viaggio che potrebbe durare venti, trenta, cinquanta ore a seconda di quanto tempo vi concederete nel creare il gruppo di sopravvissuti e sviluppare le abilità di ciascuno. Un divertimento potenzialmente infinito per i fan dei survival a tutti i costi, che con la nuova produzione di Microsoft e Undead Labs potrebbero finalmente aver trovato pane per i propri denti.

State of Decay 2
State of Decay 2
GIUDIZIO
State of Decay 2 rifinisce la formula dell'episodio originale senza tuttavia stravolgerla: con buoni accorgimenti e un paio di novità niente male, tra tutte la possibilità di giocare in modalità cooperativa con altri amici, il survival di Undead Labs si conferma uno dei migliori esponenti per gli amanti del genere horror, con un prezzo budget che fa da contraltare a un comparto tecnico non certo eccezionale. La possibilità di ottenerlo gratuitamente con l'abbonamento Xbox Game Pass è un pro assolutamente da non sottovalutare.
GRAFICA
7
SONORO
7
LONGEVITÀ
9
GAMEPLAY
8.5
PRO
Nuove ambientazioni ancora più vaste
Lotta per la sopravvivenza praticamente infinita
Gameplay survival rifinito con nuove opzioni...
CONTRO
...ma il succo resta quello del predecessore
Esperienza non adatta ai giocatori più casual
Graficamente ci si aspettava molto di più
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