Versione testata: PlayStation 4

Little Witch Academia: Chamber of Time

In un mondo governato dal grigio tran tran della quotidianità, si cela un paradiso nascosto. Una magica accademia dove la magia viene praticata da giovani allieve dotate di ferrea volontà e sogni impossibili. Non stiamo parlando di un Harry Potter al femminile ma di Little Witch Academia, un anime prodotto da Studio Trigger e distribuito nel nostro paese da Netflix dopo il grande successo dei due corti realizzati per i festival d’animazione nipponici.

Dato l’enorme successo del franchise, Bandai Namco Entertainment e A+ Games hanno colto la palla al balzo per produrre un videogioco ispirato alla serie, creando così Little Witch Academia: Chamber of Time, una avventura con meccaniche da RPG ambientata all’interno della famosa scuola di Luna Nova. Cercando di tenere fede il più possibile alla grande qualità dell’opera originale, il team di sviluppo e lo studio d’animazione hanno dato il massimo per ricreare tramite i pixel ciò che c’era di magico sul piccolo schermo. Però, come per gli incantesimi del gioco, non affatto è facile riuscire a creare qualcosa di magico quanto lo è stato lo show originale, specie se si tratta di un videogame. Sarà riuscita Bandai Namco a lasciarci incantati quanto lo è stata Akko alla vista di Shiny Chariot?

RICOMINCIO DA LUNA NOVA

Essendo un titolo dedicato a una serie animata, si suppone che chi nutre interesse verso di esso abbia quantomeno conosciuto il marchio e ne sappia le basi. Il gioco infatti inizia con pochi preamboli, dando solamente alcuni capisaldi attraverso la classica sequenza del “ripensa a” con alcune immagini della serie animata. Tuttavia, anche per i neofiti è possibile apprezzare il prodotto proprio grazie agli utili riassunti sparsi nelle sequenze iniziali, sebbene siano molto sommari.

La premessa di Little Witch Academia, così come quella di Chamber of Time, segue le avventure della giovane Akko Kagari: una ragazza che vuole diventare una maga provetta dopo essere stata ispirata dalle magie di Shiny Chariot: una sorta di famosa strega che dispensa sogni e speranze attraverso il suo scettro stellato. Purtroppo però, la nostra giovane studentessa è tutt’altro che versata nelle arti arcane e perciò dovrà superare molte peripezie prima di riuscire a diventare una strega in grado di avverare tutti i desideri. Come ormai da tradizione in produzioni simili, la nostra Akko trova proprio lo scettro di Shiny Chariot all’interno dell’accademia e grazie ad esso riuscirà a portare di nuovo in auge il mondo magico, ormai da troppo scartato in favore della tecnologia e del raziocinio. Questo conflitto tra reale ed immaginifico, la disillusione nei confronti dei miracoli magici, è il pilastro centrale della narrazione della serie, sebbene nel videogioco in questione venga messo da parte per focalizzarsi sul cast e sulle relazioni che intercorrono in esso.

Le avventure di Chamber of Time sono dunque collocate poco prima dell’arrivo della professoressa Croix (che quindi non sarà presente nel gioco), durante le vacanze estive della scuola. Akko, insieme alle sue amiche Suzy e Lotte, si ritrovano a sistemare la biblioteca magica quando, inspiegabilmente, scoprono una strana stanza segreta. All’interno troveranno un orologio arcano ed una porta dimensionale in grado di trasferirle in luoghi lontani. A loro insaputa, si ritroveranno sfortunatamente bloccate nel tempo, costrette a ripetere la stessa giornata all’infinito come Bill Murray nel Giorno della Marmotta. Senza ulteriori vie d’uscita, loro ed altre studentesse iconiche della serie dovranno affrontare pericoli e mostri agguerriti per cercare di tornare alla normalità e concludere le proprie vacanze in pace.

La trama è evidentemente piuttosto semplice ma viene narrata con dovizia, soprattutto grazie all’ausilio di moltissime scene animate direttamente dallo Studo Trigger, il che rende Chamber of Time una sorta di episodio extra quasi canonico. Un simile trattamento di riguardo è riservato anche alle varie sotto-trame dedicate alle compagne di Akko, le quali avranno diversi intermezzi che ne approfondiranno il carattere e la relazione con la protagonista in tempi molto più dilatati rispetto a quanto già visto. Ci sono molti materiali inediti da osservare per gli occhi dei fan, soprattutto per avere uno sguardo più approfondito all’accademia di Luna Nova, liberamente esplorabile in tutte le sue forme fin da subito.

La storia in sé si concentra molto sull’azione, dando ampio spazio alle fasi di gameplay. Per tale ragione si avverte la decisa volontà di rendere l’atmosfera di gioco leggera proprio come avviene nell’anime, regalandoci un ottimo spaccato della gioviale vita di un gruppo di ragazze alle prese con la magia ed i propri sogni, senza scordarci il carisma decisamente abbondante dello Studio Trigger. Umorismo, vivacità, esplosioni epiche e i legami d’amicizia sono i pilastri che regolano i ritmi della narrazione, rendendola sempre fresca e mai eccessivamente banale. In fin dei conti, sotto questo aspetto, Bandai Namco non ha affatto deluso quelle persone alla ricerca dello stesso feeling provato con lo show, rinforzandolo anzi ancora di più.

NON TUTTE LE MAGIE ESCONO COL BUCO

Mentre la narrazione azzecca gli elementi chiave del marchio di Trigger, il gameplay è invece la parte più claudicante di Chamber of Time. Come detto in precedenza, si tratta di un’avventura con elementi da RPG che principalmente vedono la luce all’interno di dungeon variegati a scorrimento orizzontale, sebbene con qualche eccezione. Sulla carta, con le giuste animazioni presenti, questo potrebbe apparire un mix molto interessante se non fosse costellato da problemi strutturali più o meno gravi.

Prima di buttarci nei combattimenti, è giusto parlare della parte esplorativa del gioco, nella quale si svolgono tutte le missioni principali e secondarie. Mentre per la prima categoria va tutto liscio come l’olio, dato che i committenti sono isolati dalla ripetizione della giornata, il resto del mondo non lo è e qualsiasi interazione che si compie in una giornata verrà annullata appena l’orologio scoccherà la mezzanotte e scatterà il reset. Se a tale “feature” si aggiungono anche il limite imposto dal rapidissimo scorrere del tempo e l’impossibilità di andare velocemente da un luogo all’altro dell’accademia, perdendo letteralmente ore virtuali solo a percorrere determinate sezioni, vi ritroverete sommersi di missioni che non riuscirete neanche a completare nell’allocazione di tempo designata, spesso molto stretta.

Nel caso miracoloso in cui ci riusciate, vi auguriamo buona fortuna a ricordarvi esattamente quali fossero una volta che tutto si resetta, riportandovi a rifare anche le stesse cose. Nei menù sono elencate le missioni completate, ma nella mappa di gioco non ve le segnala perciò dovrete necessariamente recarvi a controllare se si tratta di qualcosa di nuovo o di roba già fatta, il che equivale ad un’ulteriore perdita di ore utili della giornata.

Per giustificare dunque un elemento narrativo, anche interessante ai fini della trama, si è arrivati a concepire un sistema di progresso ed esplorazione al limite del frustrante, capace di farvi abbandonare qualsiasi intenzione di procedere con le attività secondarie attraverso tediose sessioni ripetute più e più volte, perfino con gli stessi dialoghi. Vedersi sottratta la gioia dalle attività esplorative è un vero peccato, soprattutto perché Luna Nova è splendidamente ricreata nel dettaglio, piena di segreti e luoghi da scoprire, se solo si avesse il tempo materiale di farlo.

Obbligati a rintanarci nei dungeon pieni di mostri, possiamo apprezzare la profondità del variegato sistema da RPG inserito nel gioco. Con squadre da tre, componibili con le maghette di nostra preferenza, dovremmo sconfiggere nemici e Boss utilizzando delle particolari chiavi dalla difficoltà crescente. Ognuno dei membri del gruppo possiede delle caratteristiche specifiche che lo definiscono, così come abilità innate e magie da apprendere attraverso un ricco grimorio astrale. Sotto questo punto di vista Little Witch Academia Chamber of Time si appella moltissimo ai giocatori che adorano scandagliare dungeon su dungeon per aumentare le proprie statistiche, trovare l’equipaggiamento migliore e battere i mostri più ardui.

Per quanto l’apparato dietro sia interessante e ricolmo di meccaniche, l’effettivo combattimento è a malapena sufficiente. Oltre tre attacchi standard ripetuti, con una combo distinta per personaggio, e le varie magie, si ha la sensazione di essere davanti ad un design non troppo scintillante. Mentre le abilità “finali” posseggono una loro piccola scena d’animazione finemente creata, sia nella parte estetica che nella potenza, il resto delle mosse appare blando e poco pratico. Costanze, una delle poche con attacchi a distanza, risulta la più giocata proprio perché ha il moveset più adatto alla tipologia di gioco, la quale quasi obbliga a stare lontano dai nemici per capirci qualcosa. Il resto del cast si affida a piccole esplosioni a corta/media distanza, che difficilmente vanno d’accordo con la gestione dei nemici e dei punti in cui è possibile colpirli. Il campo da gioco diventa facilmente il festival dei fuochi d’artificio – in pieno stile Trigger – ed i personaggi si perdono così tanto negli effetti speciali da negare quella precisione richiesta per mettersi nella stessa fila del proprio avversario.

I nemici, purtroppo, non sono anch’essi stellari. Sebbene la varietà sia discreta, ciò che manca è un corretto bilanciamento della loro difficoltà, la quale ha un andamento così altalenante da essere quasi un difetto. Fa molto strano vedere, ad esempio, dei Boss sciogliersi in pochi semplici attacchi mentre alcuni dei nemici più comuni riescono a distruggere l’intero party con due o tre colpi. Nell’elenco dei difetti strutturali va infine aggiunto anche il design delle poche aree di gioco, le quali presentano alcune zone poveramente ideate. Un chiaro esempio è la foresta in cui si può proseguire in un’unica direzione in successioni casuali fino a quando non si raggiungerà, per pura fortuna, la stanza del boss. Per non parlare del carro delle miniere e dell’eccessivo tempo che impiega a raggiungere la fine della sua corsa.

C’è molto da migliorare nel lato ludico, soprattutto perché sembra essere quasi messo lì per forza e con tanti elementi davvero non necessari al fine di godere al meglio dell’esperienza di gioco, che sarebbe dovuta essere più rilassata e semplicistica anche nel lato delle lotte. Con le enormi meccaniche delle statistiche/abilità/equipaggiamento, sarebbe venuto fuori un ottimo gioco di ruolo a turni. Invece il dinamismo presente in questo sistema sembra quasi essere stato incastrato a forza in una struttura che non gli si addiceva.

SIMIL ANIME, MA NON TROPPO

Venendo al comparto tecnico, Little Witch Academia: Chamber of Time si presenta come un prodotto che tiene fede allo stile dello studio produttore dell’opera d’animazione. Oltre ad avere delle sequenze animate allo stesso modo dello show, cerca di ricreare il feeling del particolare stile di Studio Trigger attraverso la grafica tridimensionale. L’obiettivo viene ampiamente raggiunto principalmente nelle sezioni d’azione e nell’esplorazione della scuola, ma non più di tanto nella riproduzione dei dialoghi o in alcuni intermezzi specifici.

Alcune volte è chiaramente visibile una certa legnosità nei vari frame delle animazioni, così come nei dialoghi può essere un davvero brutto effetto vedere le labbra che ignorano completamente il doppiaggio. Per quanto tali lati negativi siano indubbiamente presenti, la qualità generale non ne risente più di tanto proprio perché il team di sviluppo ha lavorato in tandem con Studio Trigger per convertire al meglio l’anime in un’opera videoludica.

A tal proposito, è bene sottolineare come il doppiaggio sia stato accuratamente realizzato dando la voce a TUTTI i personaggi e a TUTTI i dialoghi presenti all’interno del gioco. Un lavoro mastodontico realizzato con le voci originali della serie. Per i fan questo è sicuramente un enorme punto a favore, coadiuvato dalla presenza dei brani più iconici della colonna sonora originali, più qualche extra creato proprio per Chamber of Time. A livello sonoro, dunque, non ci si può proprio lamentare.

Il punto più basso del lato tecnico lo tocca la performance del motore grafico, che su PlayStation 4 propone dei cali di frame rate in molte sezioni di gioco, che siano dense di elementi o meno. Come se ciò non bastasse, c’è un evidente problema con alcune particolari risoluzioni ed i bordi del gioco finiscono quindi per superare quelli del display, indipendentemente dalle impostazioni della console. Ciò vale soprattutto per l’eccessivamente ingombrante HUD del titolo.

Nonostante le performance ballerine, il fattore estetico ed artistico rispetta gli alti standard di Little Witch Academia ed è una vera delizia per gli occhi, perfettamente in grado di regalare scene iconiche quasi quanto faccia lo show. Si tratta di un fattore decisivo per chiunque sia intenzionato a comprare questo titolo al fine di vivere la magia di Luna Nova in prima persona, senza discostarsi troppo da quanto visto nell’opera originale.

Come bonus per il pre-order è incluso un piccolo mini-gioco shooter dall’ottima fattura chiamato Magic Knight Grand Charion. Per chi conoscesse l’anime, si tratta di un omaggio all’episodio in cui Costanze ingaggia una battaglia con un Golem prendendo in prestito il famoso design del mecha di Tengen Toppa Gurren Lagann: uno degli anime più iconici di Studio Trigger.

Little Witch Academia: Chamber of Time
GIUDIZIO
Little Witch Academia: Chamber of Time è, in conclusione, un’altalena costante. Mentre nella narrazione e nel lato tecnico abbiamo un’ottima fattura che tiene fede allo spirito della produzione animata, il gameplay sembra essere costellato di decisioni che ne inficiano la godibilità. I costanti limiti di tempo, i cali di frame rate e il confuso sistema di combattimento affossano quanto c’è di buono nelle profonde meccaniche da RPG. I fan troveranno sicuramente conforto nelle moltissime qualità del lavoro di fino fatto dal team di sviluppo e da Studio Trigger, ma il resto dei giocatori potrebbe rimanere scoraggiato da quanto sottolineato nell’analisi di cui sopra. Tuttavia, se si è disposti a vivere in leggerezza le avventure di Akko e compagne, ci si sentirà davvero immersi nel magico mondo di Little Witch Academia.
GRAFICA
7.5
SONORO
8
LONGEVITÀ
6
GAMEPLAY
6.5
PRO
Animazioni e comparto estetico in linea con gli standard della serie animata
Completamente doppiato dal cast originale, presenti i brani della colonna sonora dello show
Profondo nelle meccaniche da RPG
CONTRO
Prestazioni ballerine su console
Limiti di tempo eccessivi, sistema di progressione frustrante
Gameplay hack'n'slash lacunoso e confuso
7
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