Negli ultimi anni Milestone, la più nota software house italiana a livello internazionale, ha saputo marcare il suo territorio nello sviluppo di videogiochi di guida sim-arcade dedicati a moto (da strada, pista o cross) e auto da rally. La sua fama e il riuscitissimo mix di licenze ufficiali e titoli apprezzati dal pubblico ha consentito al team di mantenere uno zoccolo duro di fan delle più note competizioni motociclistiche e, al tempo stesso, quei giocatori memori delle gloriose produzioni che l’azienda milanese ha pubblicato nel corso dei suoi tanti anni di attività.
Il passo più importante che Milestone sta compiendo in questi ultimi tempi riguarda il balzo in avanti dal punto di vista tecnologico che, gradualmente, sta coinvolgendo ogni titolo del suo paniere: il passaggio al motore Unreal Engine 4. Un primo assaggio lo si è potuto apprezzare con il lancio di MXGP 3 nella scorsa primavera, mentre in questi primi mesi del 2018, dopo il recente Monster Energy Supercross, alla novità tecnologica si è aggiunto un gradito ritorno al passato con un prodotto tutto nuovo, sia nei contenuti sia nelle dinamiche: Gravel.
UN RALLY SENZA ESCLUSIONE DI COLPI
Gravel, letteralmente “ghiaia”, è un arcade automobilistico che in un primo momento potrebbe sembrare una versione “senza licenza” della serie Sebastien Loeb Rally Evo, creata dalla stessa Milestone. In realtà ci troviamo di fronte a qualcosa di molto diverso e lo si può avvertire fin dai primi metri dei tracciati messi a disposizione dal team italiano: la maggior parte dei percorsi sono inediti e fantasiosi, semplicemente ispirati ai luoghi indicati come location dei circuiti che vi troverete ad affrontare, e lo stile di guida si discosta moltissimo da quello attento e puntuale della produzione dedicata al noto campione di rally.
Per descrivere l’esperienza ai più nostalgici, sembra di trovarsi di fronte al mitico Screamer Rally realizzato dalla casa lombarda nel 1997, con la sostanziale differenza che l’obiettivo di Gravel è quello di proporre un’esperienza più “rilassata” anche se adrenalinica e senza esclusione di colpi. Alla guida delle più disparate auto da rally (sia classiche come la bellissima FIAT 131, sia mostruosi e tamarri pick-up custom) dovrete distinguervi all’interno di un programma televisivo trasmesso dall’emittente “Gravel Channel”. Con lo scopo di sfidare i 5 campionissimi, definiti Masters, il vostro obiettivo è quello di scalare le classifiche superando i tornei che compongono la carriera per giocatore singolo del gioco e sconfiggere in vere e proprie “boss battle” questi piloti particolarmente ostici.
GHIAIA, SABBIA, FANGO, NEVE…
I tracciati in cui potrete cimentarvi variano tra circuiti e percorsi lunghi e tortuosi, da affrontare con differenti approcci alla guida dato che sia la dimensione della pista sia la superficie su cui dovrete correre potrà cambiare radicalmente. Per farvi un esempio, una delle prime ambientazioni da affrontare si svolgerà su un percorso “balneare” sfrecciando su una spiaggia rovente, tra pozze d’acqua e un faro all’orizzonte. Basterà poco per cambiare totalmente atmosfera e affrontare le tortuose montagne dell’Alaska, sfrecciare su un circuito italiano opportunamente modificato con rampe e brillantissime luci al neon o ritrovarvi a folle velocità in una corsa tra strettissime strade innevate cercando di evitare alberi abbattuti a bordo pista.
Milestone ha chiaramente investito molto tempo e risorse per rendere questa nuova proprietà intellettuale appagante fin da subito per quanto riguarda il numero di contenuti a disposizione. Ottenere l’accesso a nuove piste o auto è possibile principalmente avanzando nella carriera: con i punti abilità ottenuti aumenterete il vostro livello giocatore e sbloccherete nuove auto o livree per i bolidi già in vostro possesso; un tracciato, invece, diventerà utilizzabile nelle altre modalità tipicamente dopo aver completato una gara all’interno della modalità carriera.
Alla varietà dei percorsi si aggiungono le condizioni atmosferiche che rendono ancor più accattivante il risultato ottenuto dall’utilizzo del nuovo motore grafico da parte del team italiano: se tutto sommato correre sotto la pioggia in MotoGP 17 o l’ultimo capitolo di Sebastien Loeb Rally Evo era comunque appagante, partecipare a una gara nelle medesime condizioni su Gravel offre dal punto di vista visivo un risultato incredibilmente più realistico. I riflessi delle luci sull’asfalto, l’auto macchiata dalle gocce di pioggia e le nuvole all’orizzonte hanno un impatto notevole rispetto al passato.
LA CIAMBELLA NON PERFETTAMENTE BUCATA
Dopo aver superato con piacere la prima metà della carriera ci siamo voltati indietro per ripercorrere mentalmente quanto affrontato fino a quel momento. Tante corse, sempre introdotte da una piacevole voce guida che rende più colorato il passaggio da una gara all’altra, ma non tutto è come ci saremmo aspettati. L’intelligenza artificiale, limitata a sette avversari oltre voi nelle gare della carriera, soffre dei tradizionali deficit delle altre produzioni Milestone: per quanto sia più attenta che in passato, tende sempre a non considerare che anche voi state gareggiando e tende a schiantarsi addosso alla vostra auto compromettendo la riuscita di una derapata, un sorpasso o semplicemente una frenata anticipata prima di una curva.
La presenza, come negli altri titoli Milestone, della possibilità di riavvolgere il tempo e ripetere una manovra mal riuscita tornerà particolarmente utile per scansare un avversario impazzito che, senza alcuna ragione, tenterà di incornarvi a meno che non vi spostiate del tutto dalla sua traiettoria. Il sistema di controllo, spiccatamente arcade, soffre di un bilanciamento non perfetto tra le differenti auto: varia il rumore del motore, il numero di giri o di marce a disposizione ma, tolta la stazza, la reazione alla guida è quasi sempre uguale. Il baricentro dell’auto, inoltre, sembra non tenere conto della presenza di ruote sterzanti dato che tenderà a far ruotare l’intero veicolo mentre affronterete una curva.
Dal punto di vista tecnico, come accennato, abbiamo apprezzato moltissimo situazioni ben ricreate dal punto di vista estetico come le gare sotto la pioggia, la realizzazione del fango (con relative tracce delle gomme delle auto) o dei percorsi innevati, un po’ meno i tracciati sulla sabbia dove la realizzazione del terreno ci è sembrata quella meno riuscita: un po’ troppo piatta. I modelli delle auto invece sono altalenanti, in alcuni casi non riuscitissimi o comunque poco dettagliati come la Mini Cross Country che nel confronto con altri modelli della stessa categoria sembra soffrire di una minor cura realizzativa.
Discorso analogo per l’audio dei motori delle vetture non sempre ottimale che, misto a un cambio marcia che “costringe” a passare dalla prima alla quarta in pochi secondi, poco si confà a chi ama giocare con i rapporti manuali. Il rumore del motore risulta molto leggero e senza osservare il contagiri sull’interfaccia grafica quasi non si riesce a comprendere il momento giusto per passare alla marcia superiore.
IL DIVERTIMENTO NON MANCA
Anche se con evidenti difetti di gioventù le ore trascorse con Gravel si sono dimostrate ben spese. I passi in avanti che l’azienda milanese ha riposto in questa produzione sono evidenti: i tempi di caricamento sono accettabili, fastidiosi bug perennemente presenti nei titoli precedenti sembrano essere finalmente scomparsi (soprattutto per quanto riguarda il suono dei motori dopo l’uso del riavvolgimento) e l’esperienza complessiva è appagante e, se volete ottenere tutte le auto o le skin disponibili, avrete bisogno di trascorrere davvero molte ore in pista per conquistare tutti i contenuti sbloccabili.
Ci lascia un po’ perplessi la linearità della carriera, che segue un percorso privo di bivi e che diventa ostica solo al momento di affrontare le boss battle contro i cinque Masters, e almeno per il momento la mancanza di chiarezza sull’eventuale evoluzione degli eventi speciali a cadenza settimanale, che sembrano limitarsi all’ottenimento di show points ma non sarebbe male in futuro poter sbloccare contenuti esclusivi per coinvolgere maggiormente gli utenti senza necessariamente acquistare i futuri DLC. Sarebbe stato maggiormente apprezzabile un sistema sulla falsariga del Forzathon creato da Turn10 per la saga Forza, capace di premiarvi con una versione speciale di una vettura o una livrea ottenibile esclusivamente con il superamento dell’esame prove settimanali.
In fase di recensione non abbiamo invece potuto approfondire il funzionamento della modalità multiplayer, data l’assenza di avversari prima del lancio di Gravel, ma contiamo di rimediare nei prossimi giorni analizzando anche le caratteristiche del netcode e delle differenti tipologie di corsa affrontabili online, e aggiornare la recensione con ulteriori impressioni al riguardo.