Metal Gear Survive
Versione testata: PS4 Pro

Metal Gear Survive

Annunciato a sorpresa all’E3 2016, Metal Gear Survive è il nuovo titolo realizzato da Konami, il primo dopo la querelle che ha visto il papà della serie Hideo Kojima abbandonare la software house giapponese presso cui aveva creato una delle serie più epiche e apprezzate dell’intero panorama videoludico. Un bel banco di prova per Konami, che tenta di sfruttare l’ottimo momento del genere survival per ravvivare l’interesse di una saga ormai orfana del suo padre creativo.

Basteranno zombie, wormhole ed elementi survival per decretare vinta la scommessa fatta da Konami? In questa prima parte della nostra recensione vi porteremo alla scoperta del concept di Metal Gear Survive e degli elementi principali del gameplay, per poi concludere la nostra analisi tra pochi giorni con il verdetto definitivo sul survival.

NEL MEZZO DEL CAMMIN DI NOSTRA VITA…

Che le vicende di Metal Gear siano sempre state tanto articolate quanto complesse è un fatto assodato, nonché uno dei motivi per cui la saga appassiona milioni di fan sin dal suo debutto su NES. Di ipotesi, discussioni e critiche sull’universo plasmato da Kojima d’altronde ne sono pieni i forum e siti specializzati. Ed ecco il dubbio, quasi amletico, che tormenta i fan del franchise: come si sarà comportata Konami dopo aver perso il suo pezzo da novanta? Pur trattandosi di uno spin-off, la casa nipponica non ha rinunciato a creare un impianto narrativo da inserire in un contesto decisamente diverso da quelli a cui siamo abituati come nei precedenti capitoli della serie. Il risultato però non è dei migliori, con una trama fin troppo scontata e priva di spessore, anche se corredata da numerose cut-scene e dialoghi via Codec come da tradizione della serie.

Complice anche l’assenza dello stesso Kojima, in Metal Gear Survive l’intero arco narrativo è basato su continui riferimenti alla Divina Commedia di Dante. Una scelta alquanto bizzarra ma tutto sommato in linea con tutte le citazioni e riferimenti che nel corso degli anni si sono susseguiti negli altri capitoli, ovviamente con le dovute differenze in termini qualitativi. In ordine cronologico, le vicende di Survive si collocano dopo quelle di Ground Zero, in una linea temporale alternativa a quella di The Phantom Pain. Durante una imboscata tesa alla Mother Base, un improvviso wormhole attira al suo interno soldati e mezzi di ogni genere. Svestiti i panni di Snake, qui impersoneremo un soldato (le cui sembianze potranno essere modificate tramite un dettagliato editor) infettato da uno sconosciuto parassita, che allo stesso tempo lo ha reso immune alla trasformazione in una sorta di zombie la cui testa è stata soppiantata da un cristallo energetico.

Metal Gear Survive

Si tratta dei soldati risucchiati nel wormhole, che uno strano parassita ha infettato deformandone la testa, o quel che resta, su cui è presente una sorta di cristallo che rende i nemici estremamente sensibili al rumore. Grazie alla sua immunità, il giocatore viene inviato nella dimensione parallela dal dottor Goodluck, con lo scopo di ottenere informazioni su questa realtà alternativa.

Il giocatore si ritrova quindi catapultato su Dite, una landa desolata attanagliata in alcune sue zone da una sorta di muro di polvere talmente spesso da celare quello che si trova al suo interno; una sorta di realtà parallela che ha tutte le carte in regola per essere un vero inferno sceso in terra. Se con Dite troviamo la prima citazione all’opera magna di Dante, i riferimenti a essa non finiscono qui. Non saremo i primi essere umani ad aver messo piede in questo luogo surreale: prima di noi infatti sono state inviate delle truppe di soldati note come Corpi di Caronte, che però sono stati trucidati in circostante ignote. Le loro vicende saranno spiegate attraverso il recupero di varie registrazioni audio. Al comando della missione troviamo una sorta di IA avanzata chiamata Vergil, dotata di una doppia personalità, una delle quali acquisita nel corso della missione precedente. Toccherà a noi scoprire cosa sia realmente successo e cercare di fare ritorno nella nostra dimensione, in un lungo viaggio che si preannuncia tanto impegnativo quanto pericoloso con l’intento di “uscire a riveder le stelle“.

Metal Gear Survive

I WILL SURVIVE

Se le premesse narrative lasciano presagire un titolo poco interessante, povero di spunti e contenuti, pad alla mano la situazione viene del tutto ribaltata. Gli elementi ripresi dagli ultimi capitoli della serie, in particolare da The Phantom Pain, sono talmente tanti da rendere più che tangibile l’idea che gli sviluppatori abbiano riciclato meccaniche, asset e altre feature già a disposizione inserendole nel nuovo titolo. Sin dai primi passi mossi su Dite ci troveremo a dover lottare per sopravvivere facendo attenzione a non morire di fame e sete, senza dimenticarci dei letali Vaganti. Questi due valori, espressi in percentuale, andranno tenuti sempre d’occhio dal momento che il primo corrisponde alla nostra salute e l’altro alla stamina, ed entrambi caleranno piuttosto velocemente, forse fin troppo in fretta. Diventa quindi di fondamentale importanza cacciare animali selvatici e procurarsi dell’acqua facendo attenzione, specie durante le prime ore di gioco, a non contrarre dei virus scaturiti dalla consumazione di carne cruda o acqua sporca. Inoltre, in caso di ferite, cadute o emorragie, bisognerà curarsi con appositi materiali come bende, medicine per l’intestino o lacci emostatici. Si tratta di meccaniche ereditate dal terzo capitolo della serie, Snake Eater, che ben si adattano all’impostazione survival del gioco.

L’altro elemento che caratterizza Metal Gear Survive è l’esplorazione, che ricopre un ruolo centrale all’interno dell’avventura. Durante una missione o in attesa di iniziarne una nuova, raccogliere oggetti e risorse (utilizzando anche qui il pallone Fulton) diventa fondamentale per creare armi, equipaggiamento e materiale per difendere la base e i punti di interesse. In giro per Dite troveremo non solo risorse ma anche dei contenitori speciali, da aprire cercando di non far rumore per attirare attenzioni indesiderate, che forniscono progetti per la creazione di nuovi equipaggiamenti come armi, accessori oppure indumenti. Attenzione però a non superare il limite di oggetti che potrete trasportare, per evitare di muovervi con più fatica e dover rinunciare a raccogliere elementi più rari che potrebbero fare al caso vostro. La scelta del giusto equipaggiamento è dunque molto importante: partire per una missione o alla ricerca di risorse senza una buona scorta di acqua, cibo e medicinali è una scelta che porterà a un prematuro (e per niente piacevole) game over, che renderà vani i nostri sforzi nell’acquisire le risorse recuperate sul campo.

Metal Gear Survive

TOCCATA E FUGA

Da buoni soldati non saremo unicamente chiamati a raccogliere risorse e sopravvivere, ma anche affrontare orde di Vaganti di vario genere. Pur non essendo in grado di vedere, questa rivisitazione degli zombi da parte del team giapponese dispone di un udito molto sviluppato ed è in grado di percepire il nostro personaggio anche a diversi metri di distanza. Con uno speciale radar verremo avvisati della presenza e della direzione in cui si trovano questi temibili zombie, così da evitare lo scontro diretto. Vista la massiccia presenza dei Vaganti, è altamente preferibile un approccio stealth per non soccombere, specie durante le fasi iniziali di gioco. Bastano pochi colpi per finire al tappeto ed è consigliabile attaccare i nemici alle spalle o attirarli lontano da noi per tenerli a debita distanza. Quello di Metal Gear Survive è un gameplay ibrido, a metà tra stealth e action, senza però che l’ago della bilancia penda in un senso o nell’altro. Le missioni, sia quelle della trama principale che le secondarie, non brillano certo per varietà: si tratta per lo più di attivare postazioni, difenderle o recuperare superstiti. La libertà di approccio è comunque limitata alla zona o alla situazione in cui ci troviamo, in ogni caso la soluzione che si è rivelata migliore è stata quella di distrarre i nemici e talvolta ucciderne qualcuno in maniera silenziosa per non attirare orde e orde di Vaganti.

Quando c’è da colpire duro, ecco che il giocatore ha l’imbarazzo della scelta tra armi da taglio, a due mani, pesanti ma anche armi da fuoco o dalla distanza, senza contare quelle dotate di caratteristiche riprese da elementi come ghiaccio, elettricità e fuoco. La scarsa capienza nell’inventario delle munizioni rende comunque sconsigliato l’uso di fucili e pistole, se non in casi di estrema necessità. Al contrario, le armi bianche permettono anche di tenere a bada gruppi di nemici ma espongono il giocatore a un rischio ben più elevato; se si vuole comunque colpire dalla distanza è possibile fare affidamento su un arco, con la possibilità di recuperare frecce dai nemici o dagli animali uccisi. Colpire e indietreggiare, e all’occorrenza scappare, è sicuramente la tattica più indicata per avere la meglio sui nemici. I Vaganti si distinguono in vari tipi: oltre al semplice zombie intento a barcollare per Dite, troviamo il Kamikaze, che con la sua testa enorme può abbattere facilmente ostacoli e danneggiare tutto ciò che si trova nel suo raggio di azione facendo esplodere il suo cranio. Il detonatore, come suggerisce lo stesso nome, è uno zombie imbottito di esplosivi che salterà in aria una volta sconfitto, mentre il Corazzato è caratterizzato da una resistenza fuori dal comune. I pericoli non sono dati solo da queste creature deformi, ma anche dalla presenza di carnivori come sciacalli o lupi, che rappresentano tanto un pericolo quanto un mezzo per ricavarne materiali e carne con cui cibarsi.

Metal Gear Survive

È bene ricordarsi di recuperare un materiale speciale, chiamato Kuban, da ogni Vagante che sconfiggeremo o dai giacimenti sparsi nell’area di gioco. Tutto ruota infatti intorno all’energia Kuban, speciali cristalli energetici che nel gioco hanno la funzione di crediti utili per salire di livello o migliorare, riparare o creare oggetti fondamentali per la sopravvivenza. La crescita del personaggio avviene salendo di livello tramite l’uso di energia Kuban. A ogni level-up sbloccheremo un punto abilità da investire in alcuni rami di uno skill tree molto basilare, migliorando la stamina o la forza e sbloccando nuove mosse o skill per il nostro personaggio.

IL MURO DI POLVERE

Tra gli elementi ripresi dall’ultimo gioco di Kojima, non possiamo che citare l’iDroid e le sue funzioni, che sono parte integrante del sistema di gioco. Oltre a orientarci, controllare l’inventario e lo stato del nostro personaggio, potremmo inserire tutta una serie di marcatori e icone per segnalare alcune importanti informazioni come la presenza di specchi d’acqua, materiali importanti o zone particolarmente pericolose a causa di gruppi di Vaganti. Orientarsi in un territorio totalmente spoglio e privo di riferimenti visivi è di vitale importanza in particolare se si si tratta di attraversare le ampie distese di Polvere: queste zone, accessibili solo dopo aver creato una bombola di ossigeno, sono caratterizzate da una fitta coltre di polvere che rende la visibilità decisamente limitata (andando a disabilitare tutti i marcatori e la nostra posizione sulla mappa) oltre a essere popolate da un ingente numero di Vaganti. In questa area dovremo prestare molta attenzione anche a un altro indicatore, quello dell’ossigeno, che tenderà a calare molto più velocemente rispetto a quelli della fame e sete, senza dimenticare che al suo interno le azioni come correre o abbassarsi consumeranno molta più stamina. Tramite l’energia Kuban potrete ricaricare la riserva di ossigeno, ma bisogna comunque prestare attenzione alla durabilità di questo accessorio, che diminuirà a ogni ricarica. Attivando i vari portali wormhole disseminati nella Polvere, previo un countdown da superare per difendere la struttura dai Vaganti, sarà possibile teletrasportarsi tra i vari portali o ritornare al proprio campo base. Insomma, per quanto pericolose e letali siano queste zone, le risorse e gli oggetti che si trovano in esse sono un valido motivo per sfidare la sorte prima di fare ritorno in base.

Metal Gear Survive

Il fulcro di Metal Gear Survive è senza dubbio il campo base e la sua completa gestione. È proprio in questo luogo che potremmo creare, riparare o migliorare equipaggiamenti, cucinare le nostre prede o bollire l’acqua al fine di renderla potabile, gestire incarichi e missioni, assegnare il personale a mansioni specifiche e molto altro ancora. Con l’avanzare delle missioni la base diventerà sempre più importante e andrà protetta da eventuali sciami di Vaganti catapultati vicino a essa tramite wormhole che compariranno nel cielo. Per difendere la base è possibile scegliere tra diverse strutture, come banchi di sabbia, recinzioni di filo spinato ma anche mitragliatrici e barricate di vario genere. Questi stessi oggetti possono essere utilizzati anche al di fuori della base, soprattutto quando si tratta di difendere terminali per il teletrasporto da attivare o per resistere a ondate di infetti durante le missioni.

Un altro elemento ripreso da The Phantom Pain è quello della gestione del personale, che andrà recuperato nella Polvere per poi essere trasportato nella base attraverso i portali wormhole. Recuperare soldati da inserire nelle squadre di ricerca è un ottimo modo per collezionare risorse, mentre il personale medico sarà molto più efficace se inserito nell’apposita struttura; tutto ciò con l’obiettivo di rendere più semplice la sopravvivenza sia del nostro personaggio che di quelli presenti nella base. Va sottolineata in ogni caso la semplicità con cui sono state inserite queste meccaniche gameplay, grazie anche a una serie di dettagliati tutorial che rendono questo spin-off davvero interessante per il genere di appartenenza, quello dei survival game, in continua ascesa tra i giocatori.

Metal Gear Survive

Survive è un’esperienza di gioco tosta ma quasi mai frustrante, ben bilanciata e caratterizzata da un ottimo tasso di sfida. Superate le difficoltà iniziali, il titolo è capace di offrire meccaniche survival decisamente interessanti e ben implementate nel contesto, che ricordiamo va inteso come un qualcosa di slegato alla serie Metal Gear. Ed è proprio la narrativa il punto più basso dell’intera opera, orfana del genio di Kojima ma che con un po’ di cura in più avrebbe potuto e (dovuto) essere decisamente migliore. Con queste premesse potrete apprezzare un gameplay votato all’esplorazione e alla crescita del personaggio e del suo campo base, con quest’ultimo che può vantare un sistema gestionale ben realizzato con gli elementi tipici dei tower defense. Le varie sfaccettature del suo gameplay donano a Survive una buona dose di varietà che però, al momento, ci è apparsa fin troppo ancorata alla struttura delle missioni. Nella seconda parte della recensione ci occuperemo di analizzare al meglio questa tematica e dare un voto complessivo allo spin-off di Metal Gear Solid V.

Questa è la prima parte della nostra recensione di Metal Gear Survive. Vai alla pagina successiva per scoprire il nostro verdetto definitivo sul nuovo titolo di Konami!