Shadow of the Colossus
Versione testata: PS4 Pro

Shadow of the Colossus

Ci sono titoli che vanno al di là della semplice esperienza e oltre a gameplay, grafica e colonna sonora cercano di trasmette anche un valore, una riflessione o, più semplicemente, emozioni. Chi negli anni ha conosciuto Fumito Ueda e le produzioni del Team ICO sa molto bene a cosa ci riferiamo. Molto di rado capita di imbattersi in opere poco scontate come sono state ICO, Shadow of the Colossus e il più recente The Last Guardian. Eppure, sebbene si tratti di prodotti al di fuori dei canoni generali a cui siamo ormai abituati, ognuno di questi titoli ha segnato in maniera profonda il proprio momento storico di appartenenza.

Proprio per Shadow of the Colossus, Sony e Bluepoint Games (con l’aiuto di Japan Studio) hanno deciso di sviluppare in esclusiva per PS4 quella che a conti fatti è la seconda riproposizione di una delle opere migliori di Ueda. Shadow of the Colossus fu lanciato su PlayStation 2 nel lontano 2005, ma era già stato riproposto sugli schermi di PlayStation 3 in una versione rimasterizzata in HD. Scopriamo se questa nuova riedizione offrirà agli utenti PS4 l’esperienza definitiva dell’affascinante avventura.

Shadow of the Colossus

L’OMBRA DEL COLOSSO

Prima di addentrarci nella nuova fatica di Bluepoint Games, ormai esperti nel rimasterizzare produzioni di alto livello, visto l’ottimo lavoro fatto con Uncharted: The Nathan Drake Collection, è bene fare un breve riepilogo di ciò che è Shadow of the Colossus, soprattutto per chi non avesse mai giocato il titolo originale. 
L’avventura vede protagonista un giovane ragazzo di nome Wander, il quale vuole riportare in vita la sua amata Mono scomparsa in seguito a un doloroso sacrificio. Per riuscire nell’impresa, Wander porta Mono nel Sacrario del Culto, l’unico luogo in cui può essere resuscitata grazie all’operato della potente divinità Dormin. Lo stesso Dormin, però, spiega a Wander che l’unico modo per riportare in vita Mono è quello di sconfiggere in sequenza sedici pericolosi colossi, che rappresentano altrettante statue degli Idoli nel Sacrario del Culto.

È qui che il giocatore prende in mano l’avventura di Wander, alla ricerca dei colossi da sconfiggere aiutato dal suo fido destriero Agro. Il giovane eroe deve quindi prima cercare i sedici colossi citati da Dormin, che in alcuni casi sono anche piuttosto nascosti nel mondo di gioco, libero ed esplorabile fin dall’inizio, e poi sconfiggerli grazie alle proprie abilità di combattimento, non prima però di aver identificato il punto debole di ciascuno di essi.

Shadow of the Colossus

UN LAVORO EX-NOVO

Ciò che differenzia principalmente quest’ultima apparizione per PS4 rispetto alla precedente edizione di Shadow of the Colossus è la totale ricostruzione del motore grafico e fisico del gioco, un lavoro che ha permesso di dare nuova linfa al capolavoro mai dimenticato di Ueda e renderlo talmente bello da reggere il confronto anche al cospetto di titoli molto più attuali. 
Sin dai primi momenti di gioco si intuisce che il lavoro effettuato intorno alle vicende di Wander non è in realtà una semplice opera di rimasterizzazione, bensì quello che potremmo definire a tutti gli effetti un remake. La riscrittura completa del motore del gioco ha permesso di ricreare ogni elemento da zero, cambiandone completamente l’aspetto: modelli poligonali, vegetazione in movimento, ombre dinamiche… ogni dettaglio è stato completamente ristrutturato e riprogrammato per un risultato davvero impressionante. Addirittura, secondo quanto dichiarato dagli stessi sviluppatori, la pelliccia di ciascun colosso lavora in modo dinamico e indipendente rispetto al resto dell’engine, al fine di raggiungere un risultato ancor più realistico e credibile (essendo anche un punto nevralgico del gameplay).

L’intervento di Bluepoint Games si nota anche in alcuni aspetti della telecamera e della gestione del personaggio, tanto che sono disponibili ben quattro mappature differenti per il controllo di Wander. Mappature che in realtà sarebbero solo due, la Moderna e la Classica, con un’ulteriore variante per ciascuna che cambia semplicemente la disposizioni di alcuni tasti. La mappatura Moderna ha beneficiato di alcune migliorie, niente di stravolgente ma sicuramente è la scelta migliore per godere appieno del titolo in termini di fluidità e fruibilità, chi invece volesse giocare Shadow of the Colossus esattamente come è uscito nel 2005 potrà farlo senza problemi selezionando la modalità Classica.
 In ogni caso, sebbene il lavoro di ripulitura generale sia stato di buon livello, è evidente che in termini di puro gameplay alcune problematiche derivate dall’età della produzione originale si fanno sentire: in particolare la gestione della visuale (un punto debole che accomuna tutte le produzioni di Fumito Ueda) risulta talvolta ostica e poco fluida, specialmente in prossimità di muri e cavità relativamente strette, e il timing sui salti durante le fasi platform spesso è poco reattivo generando alcune frustrazioni.

Shadow of the Colossus

LA SPINTA DI PS4 PRO

Per chi fosse in possesso di PS4 Pro, segnaliamo che i miglioramenti rispetto alla PS4 standard sono tangibili, ed è possibile scegliere in qualunque momento del gioco come usufruire della maggior potenza dell’ultima console di casa Sony. Gli sviluppatori infatti hanno messo a disposizione due modalità: la prima, chiamata Cinema, punta al miglioramento della risoluzione, che arriva fino a 1440p nativi per poi raggiungere gli agognati Ultra-HD 4K con il consueto upscaling in quella che sembra la classica tecnica del checkerboard rendering. La seconda modalità è chiamata invece Performance e permette di sbloccare il frame rate portandolo a 60 frame per secondo (peraltro piuttosto solidi), abbassando però la risoluzione a 1080p e riducendo alcune impostazioni grafiche. In entrambi i casi è possibile vivere l’esperienza con il supporto della tecnologia HDR (High-Dynamic Range), ottenendo una migliore gestione dei colori e dell’illuminazione, mentre direttamente dal menu potrete cambiare il filtro colore e giocare con una serie di varianti appositamente realizzate dalla software house.

Dopo una serie di test approfonditi, vista la tipologia di gameplay proposta da Shadow of the Colossus, dobbiamo ammettere di aver preferito la modalità Cinema, godendoci appieno tutti i miglioramenti grafici realizzati dagli sviluppatori di Bluepoint Games. 
Concludiamo segnalando ai feticisti degli screenshot che la software house ha inserito l’immancabile modalità Foto, grazie alla quale potrete immortalare gli scenari concepiti da Fumito Ueda e lavorare sulle foto in svariati modi, così da riprendere al meglio le sedici fatiche contro gli imponenti colossi.

Shadow of the Colossus
Shadow of the Colossus
GIUDIZIO
Shadow of the Colossus è e rimarrà per sempre un’opera imperdibile per qualsiasi giocatore. In particolare, però, il remake realizzato da Bluepoint Games per l'hardware di PlayStation 4 si conferma un buon lavoro, molto curato soprattutto sotto il profilo grafico (ancor più se siete possessori di PS4 Pro) ma anche per la gestione dei controlli di gioco, rifiniti e migliorati rispetto all’originale seppur ancora non completamente esenti da difetti. 
Se non avete mai giocato al capolavoro di Fumito Ueda questa è la vostra grande occasione, non fatevela scappare e godete appieno delle emozioni che vi saprà regalare ancora dopo tredici anni dall’uscita sul mercato. Se invece lo avete già giocato su PlayStation 2, e magari anche su PS3 in alta definizione, il nostro consiglio prima di procedere all’acquisto, vista la mancanza di nuovi contenuti rispetto all’originale, è quello di attendere un leggero calo di prezzo, prima di tuffarvi nuovamente nella famigerata caccia ai colossi.
GRAFICA
9
SONORO
8.5
LONGEVITÀ
7.5
GAMEPLAY
8
PRO
Dopo tredici anni è ancora un capolavoro
Comparto grafico completamente rinnovato
Supporto 4K e HDR su PS4 Pro
Miglioramento su controlli e telecamera...
CONTRO
...ma ancora non sono perfetti
È la seconda versione rimasterizzata del titolo

Assenza di veri e propri contenuti inediti
8.5
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