Oh…Sir! The Insult Simulator è sicuramente una delle cose più strane che possa capitarvi tra le mani. È la versione 2.0 delle battaglie freestyle di Compton, ma con protagonisti signorotti altolocati con una spiccata voglia di sotterrare l’avversario. Un’idea (già sviluppata in altre salse da Vile Monarch) davvero simpatica e innovativa, che, senza pretesa alcuna, fa divertire e passare qualche minuto in spensieratezza.
Già disponibile su PC e dispositivi mobili, il gioco è appena uscito su PlayStation Store lo scorso 30 maggio. Ecco le nostre impressioni su questa particolare e atipica simulazione.
ADDESTRATO A INSULTARE
Non è per tutti saper utilizzare l’antica tecnica dell’insulto. Per questo si potrà accedere al tutorial dove imparare le basi del turpiloquio. Accompagnati da Mr J. Shufflebottom, scopriremo i metodi e anche i trucchi da utilizzare nelle nostre arringhe: in primis è fondamentale saper collocare bene le varie opzioni disponibili a entrambi i contendenti, andando a formare una frase di senso compiuto. Inserire, per esempio, un soggetto dopo un altro soggetto è grammaticalmente scorretto e comporta la perdita di tre punti vita. Più la frase è messa sul personale, maggiori saranno gli effetti. Potete anche usare più volte lo stesso insulto in due battute di fila, garantendovi un bonus Combo. Il bello è che potrete creare Combo all’infinito, se vi si ripresenta l’occasione ovviamente.
Se sarete abili, riuscirete anche a essere rudi e creare un insulto pesante che toglierà più di 16 punti vita. Ciò lo capirete dal personaggio, che invece di indicare l’avversario, farà la sua mossa. Un insulto “Rude!” potrà essere eseguito in diversi modi. Si può creare una combo, oppure mettere insieme una frase lunghissima. Potete anche sfruttare il punto debole dell’avversario, come la paura della morte o l’odio verso termini tecnologici… Se non sapete che pesci pigliare e volete evitare di fare figuracce (ovvero infliggere zero danni), potete anche aspettare il turno successivo e continuare la frase con un nuovo turno di opzioni. A disposizione c’è anche la signorile tazza di tè che fornisce, se bevuta, due scelte in più… una risorsa di classe per il giocatore.
INVETTIVA DIVINA
Oltre allo scontro singolo è possibile partecipare al torneo. Una serie di cinque scontri di fila, con un boss finale d’eccezione: Morgan Freeman, alias Dio. Con una barra di vita aggiuntiva, darà del filo da torcere al giocatore. Se sconfitto rivelerà al giocatore un’importante verità che solo l’Altissimo potrà rivelare all’uomo… e non è la scomparsa dei calzini all’interno della lavatrice.
Anche se molto simpatico e di compagnia, a livello tecnico Oh…Sir! The Insult Simulator non è certamente da tripla-A. La soundtrack è costituita da una serie di brani di musica leggera non originali, che si sentono poco e che non offrono probabilmente la giusta atmosfera al contesto del gioco.
Graficamente il gioco non è proprio memorabile. Si poteva sfruttare sicuramente di più la pixel art, aggiungendo un numero maggiore di animazioni, che qui si riducono a poche mosse a mo’ di stop-motion. Va lodata invece la presenza di moltissimi easter egg, quali lo stesso Morgan Freeman, la presenza del sommo H.P. Lovecraft come personaggio giocabile, oppure il riferimento esplicito ai Monty Python e la scena del pappagallo.