Yooka-Laylee
Versione testata: PS4

Yooka-Laylee

Quando Rare ha lasciato la scuderia Nintendo per diventare a tutti gli effetti un team first party di Microsoft, la speranza di tutti i fan dei platform era che titoli dello stesso spessore di Banjo & Kazooie oppure Donkey Kong 64 potessero continuare a vivere sulle console dello zio Bill. A posteriori, lasciatecelo dire, così non è stato: sulla originale Xbox e le sue versioni successive Rare ha pure avuto qualche guizzo creativo interessante, ma nulla che abbia lasciato realmente il segno.

Per esempio, non ha sicuramente fatto strappare i capelli di nessuno, o per lo meno lo ha fatto in maniera molto ridimensionata rispetto ai primi capitoli, il terzo episodio di Banjo & Kazooie. Nuts & Bolts è stato lanciato sulla vecchia Xbox 360 con grandi aspettative, ma con una formula di gioco lontana dal classico platform 3D che tutti si aspettavano. Tuttavia lo scarso amore dimostrato dal pubblico per Nuts & Bolts non è stato solo determinato da una classica resistenza al cambiamento insita nell’animo umano: il punto fu che lo strano gameplay messo su da Rare per quell’atteso capitolo (che chiedeva un non chiarissimo mix di veicoli per progredire in un altrettanto non lampante mondo di gioco) non è piaciuto né ai fan della serie, né ai potenziali nuovi consumatori. Insomma, per arrivare a quello che è il vero, terzo capitolo, almeno spiritualmente, di Banjo & Kazooie sono dovuti passare quasi dieci anni, e grazie a Playtonic Games, team di sviluppo nato proprio da alcuni ex-membri di Rare. L’orso è diventato un camaleonte, l’uccellaccia rossa è diventata una acida pipistrellina, ma tutto il resto c’è decisamente!

Yooka-Laylee

COME NEGLI ANNI 2000

Yooka-Laylee è spiritualmente il terzo capitolo di Banjo & Kazooie che il destino ci ha negato anni fa, ma che noi fan ci siamo tanto meritati. Avere a che fare nuovamente con il classico gameplay caratteristico di un’epoca è meraviglioso: i meno freschi tra voi (o i più stagionati come noi) ricorderanno certamente la classica struttura dei platform 3D di Nintendo 64 e PlayStation 2: livelli di gioco enormi collegati tra loro da un’area principale che fa da hub, aree accessibili a poco a poco grazie alle nuove mosse imparate, milioni di cose da collezionare, tanta azione, puzzle e anche tanta esplorazione.

È così che ci siamo divertiti con Banjo & Kazooie e Donkey Kong 64, prima che il genere dei platform 3D virasse verso realtà più “su binari” e decisamente meno vicine ai sandbox (con risultati comunque eccezionali: basti pensare ai due Super Mario Galaxy su Wii).

Yooka-Laylee, invece, sembra nel bene e nel male non aver visto cosa è successo nel mondo videoludico dal 2000 in poi, e ci fa ripiombare in un genere di platform che dimostra di avere ancora molto da dare. Come accennato prima, infatti, i livelli del titolo targato Playtonic sono raggiungibili attraverso l’esplorazione di un’area centrale che li connette tutti, e sbloccabili attraverso la collezione di un numero sempre maggiore di “Pagies” (delle pagine dorate, la nuova versione dei pezzi di puzzle di Banjo) di cui ogni livello è disseminato. Ogni stage a sua volta sarà esplorabile totalmente solo se avremo appreso nuove mosse che ci consentono di raggiungere zone altrimenti inaccessibili (ad esempio, imparando il santo in alto, o il volo, o altre abilità che ci consentano di arrivare dove prima non riuscivamo).

In più, collezionando le Pagies, non solo avremo accesso a nuovi livelli, ma espanderemo quelli già disponibili, con l’aggiunta di nuove aree che prima non c’erano. Non c’è una reale guida: si viene catapultati all’interno del livello e si inizia a girovagare, cercando cose da fare per ottenere le nostre Pagies. Ogni angolo di ciascun livello offre una piccola sfida, un puzzle o qualche situazione di abilità da risolvere per ottenere il premio. Esplorazione e destrezza, quindi, saranno necessari per riuscire a portare a termine il gioco. Imparare nuove mosse avanzando con i livelli significa che potremo tornare anche in quelli precedenti per scoprire come le nuove abilità acquisite ci permetteranno di avanzare. Insomma, la rigiocabilità e il backtracking di ogni mondo è altissima e c’è sempre qualcosa di nuovo da raggiungere grazie alle nuove mosse imparate.

Yooka-Laylee

EVOLUZIONE DELLA SPECIE

Dicevamo che Yooka-Laylee rimane ancorato al passato “nel bene e nel male”, e se per il lato del “bene” abbiamo decisamente tante frecce al nostro arco (la solidità e poliedricità dei platform 3D anni 2000, il fattore nostalgico, l’irriverenza e simpatia tipiche dei platform Rare), purtroppo ce ne sono alcune anche per il “male”. Esattamente come vent’anni fa, ma in questo caso non volutamente per creare un collegamento nostalgico, la telecamera è un vero e proprio disastro. Tutti i passi avanti fatti dalle altre software house impegnate nel genere dei platform 3D per una gestione della visuale migliore sembrano stati totalmente ignorati dai ragazzi di Playtonic Games. E così, nonostante Yooka-Laylee richieda in alcune prove di essere veloci e precisi per portare a termine un obiettivo, la telecamera virtuale che si sposta da sola in continuazione o addirittura nasconde il percorso da seguire oltretutto entro un certo limite di tempo, rende tutto molto, troppo frustrante in alcuni frangenti.

Peggio del passato, invece, sono le collisioni tra i personaggi e l’ambiente: spesso il povero Yooka si incastra in piccoli anfratti del livello senza riuscire a uscirne, o una leggera sporgenza di una piattaforma gli impedirà di saltarci sopra. Anche il sistema di controllo non è all’altezza dei campioni olimpionici a cui Yooka-Laylee si ispira: controllare il camaleonte è a volte macchinoso e un po’ legnoso. È difficile spiegare cosa non vada nel sistema di controllo: non si ha quasi mai la certezza di controllare totalmente i protagonisti, perché non c’è una perfetta corrispondenza dei movimenti del pad e quelli dei personaggi su schermo. Si padroneggia tutto e ci si abitua abbastanza in fretta, ma di certo non c’è immediatezza e spesso il gioco sembra non tenerne conto, proponendo prove troppo esigenti rispetto al controllo che gli sviluppatori sono riusciti a offrire e garantire.

MIX VINCENTE

Al di là di quanto detto fino a ora, tecnicamente Yooka-Laylee è molto interessante. Il mondo di gioco è colorato e curato: a volte c’è qualche calo di frame-rate o qualche elemento all’orizzonte che appare e scompare, ma è tutto così scintillante e variegato che perdoniamo con gioia.

Acusticamente, invece, il gioco dà il meglio di sé: la continuità con la serie di Banjo & Kazooie è evidente e tutte le musiche e gli effetti sonori ricordano quelle che abbiamo amato nel titolo Rare. Xilofoni, temi che cambiano spostandosi tra gli ambienti, i versetti dei personaggi quando parlano, gli effetti sonori vari e curati non hanno nulla da invidiare a quelli ancora imbattuti dei titoli Rare usciti su Nintendo 64.

Insomma, se Yooka – Laylee fosse uscito nel 2008 al posto dell’inutile Nuts & Bolts, forse avremmo potuto perdonare una serie di sbavature impreviste e veramente peccaminose come la telecamera da incubo che ci hanno infilato. Nel 2017 possiamo comunque scusare Playtonic per queste inspiegabili mancanze, ma solo alla luce del grande potere della nostalgia e grazie al piatto comunque ricco che sono riusciti a confezionare.

Yooka-Laylee
Yooka-Laylee
GIUDIZIO
Yooka–Laylee è un bel "regalo" inaspettato che Playtonic Games ci ha fatto, riesumando un genere (il platform 3D "classico" di Banjo & Kazooie) che sembrava essersi estinto e che invece ha ancora tanto da dare e funziona anche oggi. Il numero di cose da fare e gli immensi livelli a disposizione sono all’altezza degli esponenti più brillanti del genere, ormai vecchi di vent'anni (Donkey Kong 64 su tutti), e l’atmosfera nostalgica creata dal gameplay, dalle musiche e dagli effetti sonori è pazzesca e ci fa rimpiangere i pomeriggi passati davanti all'amato Nintendo 64 con gli amici. Lo stesso piacere decisamente non lo abbiamo trovato a dover fronteggiare gli stessi problemi che i mondi 3D ci offrivano nel 1997: la telecamera virtuale di Yooka-Laylee è pessima, e non si combina con l’estrema destrezza e velocità richiesta da alcune delle prove per ottenere le agognate Pagies. Anche il sistema di controllo non è dei migliori: i personaggi "scivolano", non c’è mai la sensazione di governarli completamente, e anche in questo caso il gioco sembra non saperlo, viste le prove di estrema precisione a cui ci sottopone. Nonostante ciò, se avete amato i platform 3D "open world" da Super Mario 64 a Super Mario Sunshine, non potrete che godere di ogni secondo nel mondo di Yooka-Laylee. Per tutti gli altri, o per chi nel 2000 non aveva ancora un pad in mano, sarà sicuramente un’esperienza interessante e al passo coi tempi, a patto di scendere a compromessi con un sistema di controllo un po’ ostico e una telecamera un po’ difficile.
GRAFICA
7.5
SONORO
8
LONGEVITÀ
8
GAMEPLAY
7.5
PRO
Livelli ricchi e divertenti
Atmosfera tipica dei platform Rare degli anni 2000
Grafica colorata e divertente
CONTRO
Telecamera ingovernabile
Sistema di controllo un po' legnoso
7.5
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