This is the Police

Il genere indie si sta sviluppando a macchia d’olio nel mercato videoludico grazie anche all’avvento di Kickstarter, piattaforma di crowdfunding che permette di aiutare le piccole e medie aziende della realizzazione di un progetto tramite il finanziamento da parte dei fan. Nel caso dei videogiochi, il fenomeno ha permesso a team indipendenti di creare vere e proprie perle grazie alla fiducia dei giocatori, che hanno investito nella realizzazione di idee che difficilmente avrebbero trovato un posto nel mercato mainstream. In altri casi, come il recente Mighty No.9, l’utilizzo di Kickstarter con uno specchietto per le allodole come la firma di Keiji Inafune si è rivelato un clamoroso flop. Dove andrà a posizionarsi This is the Police, nuovo progetto nato da un’intuizione di Weappy Studio? Scopriamo insieme le nostre impressioni sul titolo, disponibile da domani 28 luglio su Steam.

LA NARRATIVA È TUTTO…

This is the Police ci mette nei panni di Jack Boyd, capo della polizia della città di Freeburg che avrà il nostro compito di andare in pensione con il maggior capitale possibile, plasmato tramite le nostre scelte in una città intrisa di corruzione e crimine. Anche se l’incipit può sembrare banale, il gioco ci mette di fronte a una struttura molto complessa, uno strano ibrido tra narrativa e strategia. Il protagonista dovrà gestire lo staff e ogni tipo di situazione che possono coinvolgere le forze di polizia, dalla classica scena del crimine all’eludere domande scottanti da parte della stampa.  Tramite le nostre scelte, potremo far godere al protagonista la meritata pensione oppure condurlo al crollo totale della sua persona.

This is the Police

…IL GAMEPLAY UN PO’ MENO

La struttura del gioco è molto particolare: l’intera vicenda viene raccontata di giorno in giorno. Il tutto inizia con una sequenza narrativa realizzata con uno stile grafico che strizza l’occhio al mondo dei fumetti, dove il nostro protagonista racconta la propria vita. Una volta terminata questa fase, ha inizio il gameplay vero e proprio basato sulla pura strategia, dove dovremo personalmente assegnare i vari agenti ai vari casi in un determinato lasso tempo. Ogni agente dispone di un punteggio che ne indica l’efficienza e la barra di recupero dell’energia. Dovremo essere bravi nell’assegnare l’agente giusto al caso più opportuno, in base alla loro durata e difficoltà.

Controlleremo praticamente le vite di questi agenti, che potranno anche morire per mano nostra, e appare dunque fondamentale prestare molta attenzione alle scelte da fare. Nei casi più difficili, prenderemo anche il comando della situazione con la possibilità di dare agli agenti dei consigli su come comportarsi, aspetto che porterà a molteplici conclusioni del caso stesso. Questo aspetto si ripete praticamente ogni giorno fino alla fine della campagna, e finisce per sfociare in una ripetitività di fondo con cui il giocatore dovrà inevitabilmente fare i conti. Leggermente diversa la situazione che si viene a creare quando dovremo mandare sul campo i detective per un caso di omicidio, oppure per arrestare alcuni membri delle due gang (i Sands e i Vargas) della città: in queste fasi, Jack Boyd prenderà personalmente il controllo della situazione attraverso un minigioco in cui dovremo posizionare correttamente i vari frame fino a creare la giusta sequenza, permettendo così ai detective di catturare il criminale.

DIFFICILE, FORSE TROPPO

Con il passare dei giorni la difficoltà punterà man mano verso l’alto, proponendo al giocatore casi sempre più difficili che richiedono maggior agenti sul posto in tempi molto brevi, aspetto che comunque non giustifica la ripetitività di fondo del concept, che rischia di diventare anche frustrante in poco tempo nel caso in cui accada la morte di tutti gli agenti nello stesso momento, lasciandovi praticamente da soli, senza sapere cosa fare. In quel caso, potrebbe anche venirvi l’idea di ricominciare da capo l’avventura di This is the Police, per cercare di organizzare meglio il tutto ed evitare la medesima situazione spiacevole. Se volete evitare questa opzione, avrete comunque la possibilità di addestrare nuovi agenti in sostituzione a quelli vecchi, anche se, ovviamente, saranno novellini e quindi con grado e resistenza molto bassi.

Con il prosieguo dell’avventura, inoltre, le sequenze narrative tendono a diventare sempre minori ma progressivamente più lunghe, aspetto che può portare il giocatore ad annoiarsi dopo breve tempo nonostante si tratti della componente verosimilmente più divertente e interessante del titolo. È comunque possibile concentrarsi esclusivamente sul gameplay e saltare totalmente la componente narrativa. C’è da considerare, inoltre, la durata esasperante della campagna, che consiste in un periodo di 180 giorni e prevede la continua ripetizione delle stesse attività.

L’avventura, comunque, potrebbe terminare anche con largo anticipo nel caso si incappi in episodi che porranno immediatamente fine alla vostra carriera da capitano: il tutto dipende dalle scelte prese nel corso dell’esperienza. Se malauguratamente dovesse accadere una cosa del genere, l’unico modo per continuare a giocare è quello di caricare un vecchio salvataggio e cercare di rimediare a una scelta sbagliata (possibile grazie a dei pratici checkpoint che il gioco crea all’inizio di ogni nuova settimana trascorsa nella storia) oppure, ricominciare direttamente il gioco da capo. La cosa migliore è quella di cercare di organizzare tutte le risorse per il meglio fin dall’inizio, onde evitare spiacevoli problemi di gestione in futuro. Ci sarebbe, volendo, anche la possibilità di ricominciare da capo il giorno stesso, funzione molto utile nel caso accada qualcosa di sbagliato alla quale si vuole porre rimedio. Abbiamo notato, infine, che le scelte fatte durante la parte narrativa prendono il sopravvento rispetto al gameplay puro, in quanto un’eventuale scelta sbagliata non vi lascerà scampo anche se, sul lato strategico, procede tutto a gonfie vele bene.

LA VOCE DEL DUCA

Il gioco purtroppo è disponibile solo in lingua inglese, aspetto che può creare non pochi problemi a chi non mastica più di tanto la lingua d’Albione. Sul lato tecnico, il gioco è ottimizzato molto bene e regge tranquillamente i 60fps su PC di fascia media mentre, per quanto riguarda il sonoro, solo i dialoghi delle sequenze narrative sono doppiati, ma bisogna comunque farne menzione per la più che buona qualità grazie anche alla presenza di Jon St. John, storico doppiatore di Duke Nukem, che ha prestato la sua voce al protagonista del gioco. Ottima anche la soundtrack, composta da un mix di tracce estrapolate dagli anni ’60 che avremo la possibilità di ascoltare durante il gioco scegliendole personalmente dall’apposito menu. Con il prosieguo dell’avventura, infine, avremo anche la possibilità di acquistare nuovi brani con la valuta del gioco da un pratico catalogo.

This is the Police
GIUDIZIO
This is the Police è uno di quei giochi che non rientra in un genere ben definito, offrendo un gameplay a metà fra lo strategico e un'avventura. La più che buona componente narrativa, però, non riesce a colmare l'eccessiva ripetitività di fondo che si viene a creare al seguito di un gameplay abbastanza piatto e privo di momenti realmente esaltanti. Consigliato l'acquisto solo a chi ha una buona padronanza della lingua inglese e che vuole passare un po' di tempo in compagnia di una bella storia, mentre tutti gli altri dovrebbero passare oltre.
GRAFICA
5.5
SONORO
6.5
LONGEVITÀ
6
GAMEPLAY
4.5
PRO
Concept particolare
Buon comparto narrativo
Stile grafico intrigante, ottimo doppiaggio e colonna sonora
CONTRO
Completamente in inglese
Gameplay molto ripetitivo
Eccessivamente lento, lungo e difficile
5.5
3040
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News Editor