Battletoads

Battletoads

Dopo quasi trent’anni di attesa tornano a farsi vedere i fantastici Battletoads, i ranocchi nati dall’immaginario di Rare e portati al successo nell’ormai lontanissimo 1991. Oggi di quel gioco resta ben poco fatta eccezione per i protagonisti che, finalmente, si risvegliano dal torpore e si riscoprono di nuovo eroi pronti a imbarcarsi in un’esilarante e inedita avventura. Nel periodo dell’arco narrativo faranno capolino vecchie e nuove glorie, il tutto accompagnato dalla solita sferzante ironia che strizza non poco l’occhio a cartoni animati quali, per esempio, il famosissimo Futurama.

UN NUOVO VOLTO

Ciò che salta subito all’occhio in Battletoads, non appena entrati nel vivo del gameplay, è la sua capacità di non rendersi classificabile all’interno di nessuno specifico genere di videogiochi, in quanto all’interno del titolo di casa Rare sono molteplici gli stili che si alternano. Se nel 1991 non avremmo di certo sbagliato nel clasifficare il primo Battletoads come un picchiaduro a scorrimento, ad oggi questa dicitura non si addice più e, anzi, addirittura riusulta essere diminutiva rispetto alla vera natura del titolo.

All’interno dei quattro atti, che ci terranno impegnati per circa cinque ore, il gioco subirà una serie di fluttuazioni a livello di qualità di gioco davvero impressionante, alternando fasi di vero picchiaduro a scorrimento a sessioni arcade, platform, puzzle game e altre piacevoli trovate, che di fatto rendono Battletoads un mix davvero molto interessante. In alcuni atti ci troveremo di fatto al comando di una navicella spaziale in stile Space Invaders, mentre in alcuni minigiochi affronteremo delle prove olimpiche ottimamente rivisitate, oppure ancora dovremo superare livelli platform ricchi di ingegnosi trucchi e segreti da scovare.

UN MIX PERFETTO?

Tanta carne al fuoco dunque, ma è davvero tutto oro quel che luccica? Purtroppo no, altrimenti staremmo parlando del gioco definitivo, e Battletoads non lo è. Questo perché nessuna delle componenti presenti nel titolo di Rare riesce a brillare in quanto a completezza, lasciando sempre l’amaro in bocca perché si poteva fare di più, come ad esempio nelle sessioni platform. In questo caso nei vari momenti in cui vengono proposte si assiste a un evidente e giusto crescendo in termini di difficoltà e complessità del level design, ma senza mai raggiungere i picchi dei capisaldi del genere. Lo stesso discorso vale per tutti gli altri spezzoni di gioco, il tutto condito, a mio parere, da una longevità dei singoli stage troppo elevata.

Questo aspetto, come detto detto prima relativamente a un gameplay che non raggiunge mai un apice ma che anzi, poco dopo l’inizio del livello, si assesta su un timido plateau, toglie un po’ di quella spinta iniziale e lascia ben presto spazio al desiderio di portare a termine il livello per passare alla fase di gioco successiva. Per quanto riguarda invece quello che sarebbe dovuto essere il vero fulcro del gioco, ovvero le sessioni da picchiaduro a scorrimento, nei venticinque atti che compongono l’arco narrativo soltanto otto vengono dedicati a tale struttura. In questo caso la qualità di gioco è notevole, con combattimenti sempre molto concitati e dove realizzare le varie combo risulta davvero piacevole.

TREMATE, LE RANE SON TORNATE!

Ciascun rospo possiede le sue animazioni peculiari, con un roster di mosse che per la maggior parte viene condiviso tra i tre personaggi. Utilizzando la lingua ad esempio potremo attirare i nemici a noi per poterli colpire ripetutamente in tutta tranquillità, oppure potremo sputare la nostra saliva per bloccarli, o ancora effettuare una sorta di carica per destabilizzare i nemici che utilizzano tecniche difensive altrimenti insuperabili . A questo si aggiunge un set ristretto di mosse speciali da usare tramite specifiche combinazioni di tasti, specifiche per ciascun rospo, e che vanno a dare un tocco di personalizzazione in più che altrimenti sarebbe mancato. Insomma, le nostre rane sanno davvero il fatto loro quando si tratta di menare le mani, e poterli interscambiare in qualsiasi momento rende tutto più divertente.

Peccato per i boss finali, che non sempre riescono a rendere giustizia al proprio status, risultando talvolta davvero troppo semplici da sconfiggere, soprattutto una volta imparata la sequenza dei loro attacchi che seguono sempre schemi ben precisi. Per quanto riguarda il comparto tecnico, Battletoads è davvero un ottimo titolo. La grafica stile cartone animato è piacevole, le animazioni fluide e i dettagli assolutamente apprezzabili. Anche nelle cut-scene è possibile apprezzare tutta la qualità dei disegni. La colonna sonora è buona, incalzante al punto giusto, senza però far gridare al miracolo.

Il doppiaggio (esclusivamente in lingua inglese) è buono, seppur personalmente preferisca sempre la bravura dei doppiatori nostrani. Per chi avesse difficoltà con la lingua inglese è possibile affidarsi ai sottotitoli in italiano, così da non perdere nemmeno una battuta. Da sottolineare, in ultimo, come sia presente anche un validissimo comparto multiplayer locale, il quale permette di godersi l’avventura dei Battletoads in compagnia di altri due amici, alcune volte spartendosi i personaggi, altre volte dividendosi compiti e comandi, ma sempre condividendo il divertimento che con il titolo di Rare è più che assicurato.

Battletoads
Battletoads
GIUDIZIO
Battletoads è un ottimo gioco, un mix ben riuscito tra tanti generi ma che non eccelle in nessuno di questi. Particolarmente indicato a chi ama la varietà di gioco, l'esclusiva Microsoft potrà deludere chi si aspettava un fedele ritorno alle origini.
GRAFICA
7.5
SONORO
7
LONGEVITÀ
7
GAMEPLAY
8
PRO
Tante idee messe sul piatto
Comparto tecnico di tutto rispetto
Gameplay divertente e vario
CONTRO
...ma che non eccelle in nessun campo
7.5
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