Dying Light - Hellraid

Dying Light – Hellraid

Techland rispolvera un vecchio progetto per offrire ai fan del survival una nuova esperienza in chiave roguelike.

Nell’attesa di ricevere nuove informazioni su Dying Light 2, gioco ormai uscito fuori dai radar e di cui non riceviamo nessun tipo di informazione da quasi un anno, parte del team di Techland è stato occupato nello sviluppo di Dying Light – Hellraid. Si tratta di una nuova espansione rivolta a tutti i fan del celebre survival e ha l’intento di consolidare il magistrale supporto al gioco che, nel corso degli anni, si è dimostrato il vero punto di forza della software house, ovvero quello di riuscire a saziare l’enorme community creatasi intorno al loro titolo con continui contenuti sempre freschi, vari e intriganti per mantenere vivo un end-game che ormai va avanti da oltre cinque anni.

Dopo il DLC The Following, la battle royale Bad Blood, l’orda Bozak e decine e decine di eventi che si susseguono periodicamente durante la stagione, Techland ha deciso di rispolverare un vecchio concept, quello dello slasher Hellraid che mai ha visto luce,  per progettare una nuova modalità per il survival, che i giocatori possono già da ora sperimentare su PC, PlayStation 4 e Xbox One. In questo DLC i giocatori si vedranno catapultati nella torre di Bal’al per affrontare una sfida dalle note roguelike e sopravvivere alle ondate di nuove topologie di nemici.

Dying Light - Hellraid
Insert soul to play

QUALCUNO HA DETTO SAM RAIMI?

Anche questa nuova modalità è accessibile tramite la Torre di Harran, l’hub principale di gioco, dove al piano terra troveremo un inquietante cabinato che, in cambio della nostra anima ci teletrasporterà nella torre di Bal’al dove inizierà la nostra nuova sfida. Bastano pochi minuti di gioco e il primo contatto con i nemici per rendersi conto che l’ispirazione di Hellraid arriva direttamente dai film horror splatter de “La casa” e, nello specifico, dal capitolo conclusivo “L’armata delle Tenebre”. Così come Ash Williams, infatti, Kyle verrà spedito in un’epoca temporale del passato feudale assediata da una misteriosa e soprannaturale armata composta da demoni e zombi, dove lo scopo sarà arrivare vivi alla base della torre ed eliminare fino all’ultimo non morto.

All’inizio di ogni sfida di Hellraid verremo privati di tutto il nostro equipaggiamento composto da armi e consumabili, dovendo così proseguire tra le orde di non morti esclusivamente con ciò che troveremo nei tre livelli della Torre. Facendo comunque affidamento su tutte le abilità sbloccate nel corso della campagna, dovremo andare alla scoperta delle sale della torre e spulciare ogni angolo per riempirci le tasche di pozioni curative, esplosivi da lancio e soprattutto armi che, in questa modalità, saranno esclusivamente da mischia e caratterizzate da poche tipologie di spadoni, martelli e asce.

Il dover andare alla ricerca di equipaggiamento non è l’unica nota proveniente dal genere roguelike in quanto, dopo tre morti, il nostro personaggio verrà riportato al punto di partenza, verrà privato di tutte le armi e risorse raccattate e dovrà ricominciare una nuova sessione. Ma niente paura, infatti, ogni volta che proseguiremo nella sfida aumenteremo il nostro Grado Hellraid e sbloccheremo armi sempre più temibili con cui iniziare da subito il nuovo tentativo, con le cose che saranno un po’ più semplici nella nostra discesa nella torre.

BUONE PREMESSE MA…

Reduci dagli ottimi contenuti precedenti con i quali Techland ha impreziosito il supporto post lancio di Dying Light, e analizzando le scelte di ambientazione e la decisione di mostrare ai fan qualche scorcio di asset di un progetto sepolto da anni, c’erano molte premesse nel mettere le mani sull’ennesimo prodotto geniale, di qualità e di intrattenimento da parte del team polacco. Premesse che purtroppo, per quanto sia doloroso ammetterlo, restano tali. Personalmente, costatando che questo DLC sia stato presentato come una sfida separata dal gioco principale, mi aspettavo un contenuto migliorato dal punto di vista tecnico, aggiornato con texture di migliore qualità e definizione, una pulizia più accurata delle immagini o magari la possibilità di aumentare il framerate.

Nulla di tutto ciò: tecnicamente, almeno su Xbox One X (piattaforma su cui ho provato Hellraid) il gioco è fermo alla prima versione lanciata nel 2015 che risulta ormai più che obsoleta. Passando anche sotto l’aspetto del gameplay è difficoltoso trovare degli aspetti per giustificare l’acquisto del contenuto. In genere, quando viene lanciato un DLC, il contenuto va appunto a aggiungere delle novità che regalano freschezza al gioco per spingere l’utente a riprendere pad alla mano. Con Hellraid, invece, Dying Light vede perdere tutte quelle meccaniche che hanno fatto del gioco un successo sorprendente. Trattandosi di una semplice run all’interno di una torre, le meccaniche relative al parkour che contraddistinguono la serie sono ridotte all’osso e limitate a un paio di situazioni opzionali per raggiungere aree segrete dove trovare collezionabili e consumabili.

Ma non solo, anche la meccanica del crafting è completamente assente. Nel corso della campagna di Dying Light abbiamo imparato e apprezzato andare in cerca di risorse per creare, riparare, potenziare il nostro equipaggiamento e realizzare tutta una serie di utilità con le quali fronteggiare i centinaia di non morti presenti ad Harran. Durante una partita di Hellraid, invece, troveremo solo monete con le quali potremo comprare le armi del DLC per poterle utilizzare nel gioco principale. Non abbiamo quindi la possibilità di riparare le armi danneggiate o fabbricare ad esempio degli esplosivi (che possiamo trovare solo ed esclusivamente come drop casuali) per far fronte alle orde di non morti che troveremo nei tre livelli della torre.

… NON SEMPRE ALL’ALTEZZA

Assolutamente non sufficiente, tuttavia, è la longevità di questa espansione aggiuntiva. Hellraid può essere acquistato al prezzo di 9,99 euro per un’esperienza roguelike composta da una sessione che nel primo tentativo, e andando anche alla ricerca di tutti i collezionabili, ruberà al giocatore al massimo un paio d’ore se giocata in single player. Giocata in multiplayer i tempi di completamento vengono drasticamente dimezzati e, aspetto davvero inspiegabile per Dying Light, non viene offerta nessuna motivazione aggiuntiva per iniziare una nuova run se non quella di accumulare monete per acquistare le armi. Ogni partita quindi sarà uguale alla precedente, senza nessuna variazione che possa spingere i giocatori a completarne più di una. Troveremo sempre gli stessi nemici posizionati nelle medesime sale e lo stesso discorso vale per i boss.

Sebbene Techland abbia già dichiarato che per fine settembre la modalità sarà aggiornata con nuove armi, collezionabili e un sistema di taglie, è stato davvero deludente per un giocatore che ha amato Dying Light provare Hellraid. L’entusiasmo di ritornare ad affettare non morti si è smorzato dopo circa mezz’ora, alla prima morte, nell’aver constatato che avrei dovuto ripercorrere lo stesso percorso affrontando gli stessi nemici e boss. Manca qualsiasi tipo di meccanica che possa rendere unica ogni run come succede al contrario per la maggior parte dei titoli analoghi presenti in circolazione, che riescono a offrire una certa proceduralità nella generazione delle mappe, dei potenziamenti e della posizione dei nemici a ogni partita.

Personalmente mi aspettavo un contenuto che potesse chiudere al meglio il memorabile supporto post lancio di Techland al suo Dying Light ma, ci si ritrova invece a dover affrontare una banale sopravvivenza di ondate nemiche prive di qualsiasi mordente e tatticismi, da affrontare esclusivamente agitando spadoni e armi bianche. Peccato davvero.

Dying Light - Hellraid
Dying Light – Hellraid
GIUDIZIO
Sebbene proporre una variante in salsa roguelike possa presentarsi come un’offerta intrigante per un titolo che negli anni ha saputo rinnovarsi sempre con nuove attività, il DLC Hellraid trova difficilmente spunti per poterne giustificare l’acquisto a causa la limitata offerta di contenuti che, purtroppo, non sono in grado di spingere la rigiocabilità del DLC. Senza nulla togliere al sublime lavoro svolto da Techland in questi anni, Hellraid dimostra che, ormai, Dying Light ha espresso tutto il suo potenziale e non ha niente più da offrire ai giocatori. È chiaro che la serie necessita di un passaggio a un nuovo capitolo, quel Dying Light 2 di cui attendiamo impazientemente notizie sulla data di uscita.
GRAFICA
6
SONORO
6
LONGEVITÀ
4
GAMEPLAY
5
PRO
Modalità inedita da affrontare da soli o in cooperativa
CONTRO
Prezzo ingiustificato per le ore di gioco offerte
Rigiocabilità pressochè inesistente
Vengono meno le caratteristiche di gameplay principali di Dying Light
5.3