In un’intervista rilasciata sulle pagine di Windows Central, Joseph Staten e Jorg Neumann di Microsoft Studios hanno risposto ad una serie di domande su Crackdown 3, in uscita il 15 febbraio su PC e Xbox One, e sul futuro della serie.
Nella prima domanda viene fatto notare a Staten che Crackdown 3 è stato un progetto noto soprattutto per i suoi molteplici ritardi, ma che ora l’obiettivo è finalmente stato raggiunto:
“Sapevamo che l’avvio di Crackdown 3 avrebbe richiesto molti investimenti e molto tempo per avere un buon prodotto. In larga misura, il programma del progetto Azure è stato in gran parte guidato da un importante investimento tecnologico. Siamo arrivati alla fine di questa esperienza completamente distrutti. È davvero diverso da qualsiasi altro gioco che abbiamo provato a progettare prima, in cui è possibile far esplodere tutta la geometria della superficie”.
I sistemi di distruzione basati su cloud in Crackdown 3 hanno quindi creato vari ostacoli tecnici sconosciuti da superare. La capacità di distruggere tutta la geometria della superficie del gioco, inclusi tutti gli edifici e le strutture fisiche, ha anche portato i team a riconsiderare il modo in cui gli sparatutto funzionano in generale:
“Una delle cose a cui penso sempre quando si progetta un gioco, è la geometria del gameplay. Che si tratti di cover based o di qualche tipo di sparatutto, gran parte del gameplay riguarda la posizione geometrica. Se riesci a far esplodere tutto, molti di questi principi del game design devono essere ripensati”.
Gli sviluppatori si sono poi concentrati sulla campagna single-player e sul fatto che il gioco sia stato richiamato a due giocatori negli ultimi tempi, nonostante in origine prevedesse una modalità co-op con quattro giocatori:
“La campagna ci ha portato solo un po ‘di tempo, più a lungo di quanto pensassimo in origine, ma allo stesso tempo ci ha permesso di seguire una storia più profonda, aggiungere altri strumenti alla sandbox e creare un’esperienza più lucida in generale.Per quanto riguarda la modalità co-op, Crackdown 3 ha una struttura molto piccola, è sempre stata questa l’attrazione del gioco. È un grande mondo aperto, con un enorme set di armi, puoi fare le cose secondo il tuo ritmo. Ad esempio, non esiste un modo prescritto di giocare. Se ci sono troppi giocatori con cose completamente diverse nella loro mente, abbiamo scoperto che tendono a andare in direzioni diverse e non si vedono mai. Abbiamo capito che la migliore esperienza in Crackdown 3 era giocare con un amico, fare piani di attacco, curarsi a vicenda, far saltare in aria tutti insieme”.
Si è discusso infine sui possibili scenari futuri della serie:
“La speranza è che Microsoft Studios decida di pubblicare ogni gioco che sviluppiamo. Per alcuni giochi avviene, per altri no. Il nostro obiettivo è fare in modo che ogni titolo sia talmente grande e acclamato dal pubblico da diventare il gioco pilota per un grande franchise. E’ una cosa che però dobbiamo guadagnarci, non è una situazione scontata. Pensiamo che Crackdown abbia un grande potenziale, perché è un gioco davvero divertente, e speriamo che la gente lo apprezzi”.