Horizon: Zero Dawn era stato pensato come un’esperienza cooperativa

A circa un anno dal rilascio di Horizon: Zero Dawn gli sviluppatori di Guerrilla Games hanno rilasciato alcuni dettagli che hanno influenzato lo sviluppo del titolo e le decisioni prese dalla software house per raggiungere la forma ampiamente apprezzata dai fan di PlayStation 4.

In particolare, in una lunga intervista rilasciata ai microfoni di Noclip, il game director Mathijs De Jonge ha svelato alcuni retroscena sui motivi che hanno spinto gli sviluppatori a realizzare un gioco di ruolo single-player.

A quanto pare, inizialmente, i designer avevano pensato che Horizon: Zero Dawn dovesse includere una modalità cooperativa multiplayer tra più giocatori, apparentemente implementata alla perfezione con tutte le funzionalità di gioco. Inoltre, Guerrilla aveva concepito un mondo estremamente vasto, circa cinquanta volte più grande di quello finale, che però avrebbe compromesso notevolmente la cura nei particolari dell’ambientazione.

Tra le curiosità, anche la presenza di una modalità con cui Aloy poteva contrassegnare delle scorte o alcuni pezzi utili dai nemici uccisi e ordinare ai propri alleati di recuperarle, una feature poi scartata dal gioco finale.

A seguire l’intervista completa, mentre per maggiori informazioni sul gioco vi lasciamo alla nostra recensione di Horizon Zero Dawn e della sua espansione The Frozen Wilds.