Dopo una lunga attesa e diversi rinvii, Bethesda ha finalmente lanciato la closed beta di The Elder Scrolls: Blades, il primo capitolo della nota saga ruolistica ad approdare sui dispositivi mobile (non considerando, ovviamente, lo spin-off Legends). Lo scorso 2 marzo ha avuto ufficialmente il via la closed beta che, poco alla volta, sta permettendo a tutti coloro avessero provveduto a registrarsi sul sito ufficiale di provare alcuni dei contenuti che troveremo nella versione definitiva, la cui data non è stata ancora ufficializzata.
Noi di VGN.it abbiamo provato per voi questo nuovo, particolare gioco di ruolo tascabile, che da oggi è disponibile in formato Early Access per tutti gli utenti in possesso di un account Bethesda. Ecco le nostre prime impressioni.
SKYRIM… IN MINIATURA
A primo impatto, The Elder Scrolls: Blades non può non far venire una certa nostalgia verso quello che, a distanza di otto anni dalla sua apparizione, è ricordato ancora come uno dei giochi di ruolo più apprezzati della storia videoludica. Una volta avviato Blades infatti, si respira da subito aria di casa: lo stile grafico richiama nemmeno troppo velatamente quello di The Elder Scrolls V: Skyrim, e con una qualità di certo superiore alla media di quanto si possa riscontrare nei titoli per dispositivi mobile odierni. Alcuni dettagli ricordano i caratteri distintivi della saga: le barre di salute, magicka e vigore, o ancora la visuale in prima persona, sembrano infatti estrapolati proprio da Skyrim.
Prima del download completo del gioco, delle dimensioni di poco inferiori ai 900MB, il giocatore ha l’opportunità di scoprire i comandi basilari mediante l’ausilio di un breve dungeon, che permette di trovarsi immediatamente a proprio agio una volta entrati nel mondo di Blades. Per muoversi basta un tap sul punto in cui desiderate spostarvi, un semplice slide sullo schermo consente di spostare la visuale, mentre per raccogliere o interagire con un oggetto basta ancora una volta un semplice tap. Durante i combattimenti, invece, la musica cambia: la visuale non è più aperta ma focalizzata sull’avversario, per sferrare un colpo basta tenere premuto sul lato destro dello schermo il tasto virtuale adibito all’attacco e rilasciarlo quando il colpo è carico, stando ben attenti a non farlo con largo anticipo (pena il fallimento). Per utilizzare i vari incantesimi e abilità, è sufficiente ancora una volta un semplice tap sull’icona relativa poste sopra le barre di magicka e vigore. Tra un colpo di spada e un incantesimo dovremo trovare anche il tempo di difenderci, e indovinate? Esatto, basta un tap sull’icona dello scudo posta al centro dello schermo e il gioco è fatto.
Tutto questo resta valido fintanto che si tiene dispositivo in posizione verticale, ma è ruotando lo smartphone o tablet che i giochi si fanno interessanti: ecco apparire infatti due comodi pad virtuali che permettono un movimento più fluido e dinamico, decisamente più adatto allo stile del gioco. A seconda che si giochi a schermo verticale od orizzontale, però, la sostanza in combattimento non è poi così differente. Quello di The Elder Scrolls: Blades resta un combattimento statico, ancor più di quanto non lo fosse nei precedenti capitoli della saga, in cui il premere l’icona giusta al momento giusto è la forte discriminante tra una vittoria a mani basse e una sonora sconfitta.
Tutto sommato, una scelta, quella dei comandi, che siamo ben disposti ad accettare in un gioco per dispositivi mobile, se non fosse per le forti imprecisioni spesso riscontrate in più di un frangente in fase di prova. Non è raro infatti che il nostro personaggio si blocchi dietro a una colonna oppure a un ostacolo, costringendoci a ruotare la visuale e aggirarlo con tanti piccoli tap prima di essere in grado di riprendere l’esplorazione del dungeon liberamente. Ancora più frequentemente abbiamo invece riscontrato problemi nella telecamera virtuale, che spesso inizia a ruotare su sé stessa senza un’apparente motivazione, finché non la stopperemo con un tap sullo schermo. Allo stato attuale, molti sono i problemi che affliggono i combattimenti, con vistosi cali di frame-rate che spesso sono causa di tempistiche errate in attacco e difesa, mentre si avverte anche una discreta mancanza di reattività nello switch tra attacco e difesa, con quest’ultima che fatica non poco a essere recepita in prossimità di un attacco appena sferrato.
Dunque in definitiva, per quanto riguarda i comandi, su The Elder Scrolls: Blades c’è ancora molto da lavorare e ottimizzare. Se, come dicevamo, si è disposti ad accettare dei comandi statici e fatti di semplice punta e clicca, questi devono essere quanto meno ottimamente realizzati, senza magari essere costretti a rinunciare a missioni di un certo grado di sfida per motivi prettamente tecnici.
STORIA E GAMEPLAY
The Elder Scrolls: Blades si pone in un periodo storico non precisato, con chi sostiene sia collocabile circa dieci o vent’anni precedente rispetto agli eventi narrati in Skyrim, e chi invece sostiene che gli avvenimenti di Blades risalgano a un periodo successivo, precisamente dopo la grande guerra. In ogni caso si tratta di un periodo in cui le Blades, le protettrici dell’impero, vengono cacciate e la loro città distrutta. Qui entra in gioco il nostro personaggio che, tornato a casa, decide di fare chiarezza su quanto accaduto alla sua città e di aiutare in prima persona alla ricostruzione della stessa. Fatte queste premesse ci viene messo in mano un editor per la creazione del personaggio discretamente buono, con diverse scelte in particolar modo per il volto e i suoi dettagli. Una volta creato il nostro eroe avrà inizio il vero canovaccio di The Elder Scrolls: Blades, il cui motivo principale può essere riassunto nel parlare con gli NPC presenti nella città, ottenere quest, esplorare dungeon (allo stato attuale tutti un po’ simili tra loro) e ottenere loot per costruire ulteriori edifici nel villaggio.
Almeno in questa fase di sviluppo del gioco The Elder Scrolls: Blades non offre molto di più, fatto salvo per alcuni incarichi giornalieri che spesso saremo costretti a compiere al posto di dedicarci alla quest principale. L’entusiasmo per il gioco dunque si spegne già dopo le prime ore di gioco, nelle quali saremo prevalentemente intenti a capire le meccaniche e ad ammirare l’innegabile qualità dei paesaggi e dei dungeon. Questo però, da solo, non può certo bastare a tenere vivo l’interesse per un gioco che comunque, lo ricordiamo, è ancora in fase di sviluppo, e le cui funzioni principali, con le quali probabilmente si entrerà nel vivo del gioco, sono a questo punto ancora bloccate e che rappresentano l’intero comparto PvP del titolo.
La costruzione della nostra città ricopre un ruolo determinante in The Elder Scrolls: Blades. I materiali che otterremo dai dungeon nelle prime ore di gioco sono fondamentali per gettare le basi della nostra società, costruendo case per ospitare un maggior numero di NPC (che comporta una maggiore possibilità di ottenere quest), e costruendo anche edifici commerciali, quali il fabbro e il laboratorio di alchimia che ci permettono di vendere e comprare oggetti, potenziarli e incantarli. Questa progressione però risulta molto lenta. I materiali per la costruzione e il potenziamento degli edifici non sono tutti di facile reperibilità, e non sarà raro ritrovarci bloccati in attesa di trovare il materiale che ci serve per questa o quella mansione.
La progressione del personaggio invece è ben strutturata, con un leveling up non troppo difficile, almeno all’inizio, e tre alberi di abilità che ci permettono di caratterizzare il nostro personaggio scegliendo la via che riteniamo più adatta, se essere un potente mago, un abile guerriero, oppure un misto dei due. Sul medio termine invece la situazione cambia di molto, con quest che crescono in difficoltà ben più velocemente di quanto migliori il nostro personaggio, complice anche i tempi di attesa non da sottovalutare per aprire forzieri, potenziare armi e costruire edifici.
Dal punto di vista del gameplay The Elder Scrolls: Blades si presenta come un buon compromesso per chi ha voglia di un titolo che sa di PC ma che ha poco tempo da dedicare a sessioni di gioco attivo. Infatti in Blades è possibile alternare sessioni di gioco di uno o pochi dungeon a momenti di lunga inattività dovuta alle attese elencate in precedenza. Una formula che siamo abituati a vedere sin dall’alba dei giochi mobile, e che Blades riprende in pieno. Una nota d’onore però è quella della completa mancanza di qualsivoglia tipo di energie, almeno per ora. Dunque non ci sono limiti a quali e quanti dungeon giocare, e di conseguenza non c’è un limite alla durata delle singole sessioni di gioco, cosa non da poco in un panorama videoludico che raramente offre il contrario.
FREE-TO-PLAY O PAY-TO-WIN?
Come in ogni gioco mobile che si rispetti, anche The Elder Scrolls: Blades offre meccaniche tipiche del genere, con doppia moneta di gioco: l’oro (col quale si eseguono tutti i compiti all’interno della nostra città, a partire dalla costruzione di edifici, acquisiti di oggetti e potenziamento degli stessi) e i diamanti (risorsa acquistabile con denaro reale, che permette di velocizzare qualsiasi operazione, come ad esempio l’apertura dei forzieri che altrimenti potrebbero impiegare fino a sei ore per sbloccarsi e rivelare il proprio contenuto).
Ciò che più risente di questa problematica sono gli equipaggiamenti, difficili da ottenere, in quanto strettamente collegati ai forzieri e, finora, nella nostra prova, non siamo ancora riusciti a ottenere un equipaggiamento tale da permetterci di affrontare a viso aperto le quest principali del gioco che, come detto in precedenza, subiscono un’impennata nel grado di sfida difficilmente eguagliata dalla crescita del nostro personaggio a meno, ovviamente, di acquistare gli invitantissimi pacchetti nello store del gioco.
The Elder Scrolls: Blades non può di certo essere definito (almeno per il momento) un pay-to-win a tutti gli effetti, anche considerata la mancanza di un comparto multiplayer. Indubbiamente appare evidente come sia insita nel gioco una forte tendenza alla monetizzazione, anche se, è decisamente importante sottolinearlo, con pazienza e grinding intenso sia possibile ottenere tutto il necessario per avanzare (seppur lentamente) in maniera del tutto gratuita.
ASPETTANDO LA VERSIONE FINALE
Le nostre prime impressioni su The Elder Scrolls: Blades si concludono più con una speranza che con un giudizio vero e proprio. Il gioco promette, le meccaniche sono discretamente interessanti e la storia, che per ora è poco più di un contorno, potrebbe riservare delle sorprese. I problemi che affliggono Blades sono evidenti, a partire da un gameplay ancora poco fluido e mal ottimizzato, con problemi di varia natura, oltre che ripetitivo sul lungo termine.
La natura mobile di Blades si vede tutta, ma probabilmente solo quando verrà lanciato il comparto PvP e multiplayer potrebbe compiere il salto di qualità che tutti ci aspettavamo al momento del suo annuncio. In ultimo ci auguriamo che la scelta di proporre il gioco solamente per device di fascia medio-alta venga in qualche modo rivista, in quanto potrebbe essere un enorme ostacolo alla diffusione del gioco che rischia di vedersi chiusa una fetta troppo importante del mercato mobile.