Twin Mirror provato in anteprima alla Gamescom 2018

Quando si parla di Life is Strange è impossibile non far riaffiorare il ricordo delle tante emozioni che il gioco ha saputo regalare a milioni di giocatori in tutto il mondo. Proprio per questo ci siamo interessati particolarmente a Twin Mirror, nuova avventura narrativa nata dalla collaborazione tra Bandai Namco e gli autori della saga, gli sviluppatori di Dontnod Entertainment. Un binomio insolito a dire il vero ma non è la prima volta che lo studio francese scelga di collaborare con un’azienda giapponese – lo stesso Life is Strange era stato prodotto da Squadre Enix, ndr – un altro colosso nipponico del settore.

E da grandi estimatori delle avventure di Chloe e Max abbiamo accolto con piacere la possibilità di approfondire meglio questo nuovo prodotto, dai risvolti fortemente investigativi, e abbiamo assistito a un’interessante panoramica riguardante la struttura di gioco e il protagonista principale, seguito costantemente da quella che pare una curiosa rappresentazione della sua voce interiore.

VOGLIA DI RICOMINCIARE

In Twin Mirror controlleremo Samuel, un uomo la cui vita ha preso una brutta piega a seguito di alcuni avvenimenti che lo hanno segnato nel profondo, tra cui la morte del suo migliore amico. L’uomo, che tenta di rifarsi una vita tornando nella sua città natale di Basswood, nel West Virginia, soffre per il timore di incontrare la ragazza che ha rifiutato di sposarlo qualche anno prima. Sam però ci viene presentato anche come una persona che nella sua esistenza non si è mai distinto per aver preso la vita con la giusta serietà, un eterno Peter Pan che si ritrova a pezzi, forse proprio a causa delle sue scelte irresponsabili.

In lui è presente inoltre una sorta di doppia personalità, di cui per il momento sappiamo poco e niente, che appare in vari punti del gioco: né un angelo custode né tantomeno un diavolo, in questo modo ci è stato illustrato il suo io interiore. Potrebbe forse rappresentare il suo vecchio stile di comportamento mentre lui cerca di cambiare in meglio e ricominciare a vivere. Una congettura del tutto priva di riscontri la nostra, in attesa di approfondire meglio la sua altra natura e capire come e quando si paleserà agli occhi del protagonista.

IL PALAZZO MENTALE, UN RIFUGIO DALLA REALTÀ

L’aver allenato la propria mente sin dalla tenera età ha donato a Sam capacità mnemoniche e intellettive sopra la media. Abilità con cui è riuscito a costruire il suo palazzo mentale, un luogo in cui il protagonista archivia i propri ricordi e indizi per ricostruire scene e avvenimenti. L’uso di questa particolare tecnica mnemonica è l’elemento di gameplay più rilevante che abbiamo avuto modo di testare, che si è rivelato molto interessante anche per quanto concerne la ricostruzione degli eventi.

Si passa dal luogo in cui si trova fisicamente l’uomo al suo palazzo mentale con la semplice pressione di un tasto, con quest’ultimo adibito alla ricostruzione dei fatti per come si sono svolti. Qui inoltre potrà verificare, con tanto di ricostruzione degli eventi, se i suoi ragionamenti sono stati corretti oppure no. La situazione che ci ha visto coinvolti offriva almeno un paio di azioni alternative ma potremmo trovarci di fronte anche dinanzi a soluzioni più complesse che dovranno essere analizzate con attenzione.

RICOSTRUIRE IL PASSATO

La demo presente nello stand di Bandai Namco ci ha dato un anticipo di Twin Mirror, più precisamente del primo episodio che sarà incentrato sul ritorno a casa di Samuel dopo un lungo periodo. Superato quello che è un piccolo clichè del genere (non vi dice niente lo smemorato che si ritrova con gli abiti macchiati di sangue all’interno di una camera di motel?), abbiamo assistito a un breve filmato in cui Sam si risveglia nel tentativo di andare in bagno, salvo poi essere fermato dal suo “doppione” che gli consiglia invece di usare il bagno di una stazione di rifornimento e dirigersi verso casa. Ed ecco che ci viene posta la prima delle due scelte che dovremmo affrontare nel gioco: in questo caso particolare, tutte e tre le opzioni di dialogo mettono Sam in totale disaccordo con il suggerimento di non recarsi nel bagno dell’albergo.

Dopo aver trovato la sua camicia sporca di sangue, inizia il viaggio nel suo palazzo mentale; ci siamo dunque messi all’opera alla ricerca di inizi all’interno della nostra camera d’albergo e, dopo averne raccolti in quantità, siamo passati alla ricostruzione reale dei fatti, facendo diversi tentativi a vuoto prima di azzeccare la giusta scelta di azioni. Tralasciando nel dettaglio i passaggi svolti per completare la ricostruzione corretta degli eventi, la demo si è conclusa dandoci la possibilità di scegliere se portare con noi la camicia insanguinata o lasciarla nel bagno, con chiaramente conseguenze diverse per il proseguimento della storia.

CHIUDI GLI OCCHI E RILASSATI

La software house francese si è sempre distinta per una narrativa capace di toccare le giuste corde emotive dei videogiocatori e per l’elegante direzione artistica. Parlando di resa grafica invece le produzioni targate Dontnod hanno sempre scoperto il fianco a qualche critica, ovviamente tenendo in considerazione la portata economica di un progetto tutt’altro che esoso in termini di budeget. Anche in questo caso è inutile citare esponenti del genere che possono vantare una resa grafica al limite del fotorealismo ma onestamente ci saremmo aspettati una maggiore qualità e cura tanto per le animazioni facciali quanto per i modelli dei personaggi. Verosimilmente Dontonod punterà a far trasparire le emozioni della sua creatura attraverso il lavoro artistico, scelta tra l’altro risultata vincente già con Life is Strange.E la rappresentazione del palazzo mentale di Sam ne è una chiara conferma, dove rocce fluttuanti collegate da binari sospesi nel vuoto ed edifici sommersi dall’acqua vengono sostituiti dalla ricostruzione dello scenario mnemonico nel quale Sam analizza gli indizi. Il percorso compiuto dal protagonista in questa ambientazione è ricco di fascino e molto evocativo; un luogo rilassante sia per lui che per i giocatori che sicuramente verranno rapiti dalle atmosfere ricche di emozioni tipiche dei giochi sviluppati dalla software house francese. A tal proposito ci saremmo aspettati anche un accompagnamento musicale molto più intenso ma, ottimo doppiaggio a parte, nella build presente in fiera non ne abbiamo trovato un grande riscontro.

Bissare il successo di Life is Strange non sarà affatto semplice ma Twin Mirror potrebbe avere tutte le carte in regola per dare seguito a un nuovo filone narrativo, per certi versi anche più adulto rispetto alle avventure di Max e Chloe. In termini di narrativa è difficile esprimere un giudizio in merito a quanto provato anche se gli elementi aprono a scenari interessanti: Sam e la manifestazione della suo io interiore infatti potrebbero scatenare un dualismo ancora più profondo di quello che pensiamo.

L’uscita di Twin Mirror è attualmente prevista per il 2019 ma fortunatamente potremmo ingannare l’attesa con Life is Strange 2 per poi poterci finalmente dedicare alle vicende di Samuel.