The Division: provata la closed beta su Xbox One

Tom Clancy's The Division

Dopo la presentazione in pompa magna all’E3 2013, in cui stupì tutti per il suo comparto grafico iper-realistico e un gameplay accattivante, il brand Tom Clancy’s The Division ha dovuto fare i conti con i numerosi limiti di una generazione, quella di PlayStation 4 e Xbox One, di cui il team di sviluppo Massive Entertainment sapeva evidentemente poco o nulla. Un fattore che ha costretto la software house a tornare sui proprio passi e ridimensionare un progetto forse fin troppo ambizioso per l’hardware a disposizione, con un downgrade sotto il profilo tecnico che ha fatto storcere il naso a più di un fan.

Nonostante uno sviluppo travagliato, che è costato diversi ritardi sulla tabella di marcia al franchise prodotto da Ubisoft, Tom Clancy’s The Division è finalmente in dirittura d’arrivo sul territorio europeo: il titolo debutterà l’8 marzo 2016 su PC, PS4 e Xbox One, e noi abbiamo approfittato dell’esordio della closed beta sulla console Microsoft per testare con mano la bontà del gameplay. Scopriamolo insieme.

UN’EPIDEMIA NEL CUORE DI NEW YORK

La versione beta di 26GB, disponibile con un giorno d’anticipo su Xbox One, ci ha dato delle chiare indicazioni sui pregi e difetti di The Division, che si è rivelato più un gioco di ruolo in terza persona che uno sparatutto nel senso stretto del termine, vuoi per un sistema di controllo decisamente non-convenzionale rispetto agli standard degli shooter moderni, vuoi per un approccio all’equipaggiamento, armamento, risorse e inventario molto più profondo e completo rispetto a quanto proposto, ad esempio, dal suo più diretto rivale Destiny in oltre un anno dal suo debutto sul mercato.

Dopo aver scelto il proprio personaggio fra le poche configurazioni disponibili nella beta, un breve video ci spiega come muovere i primi passi nella build preliminare di The Division, che ci lancia subito nel vivo dell’azione. Il primo obiettivo è conquistare un ufficio postale sulla 6th Avenue, che diventerà l’avamposto principale in cui avviare nuove missioni, acquistare armi ed equipaggiamento, sbloccare abilità e creare oggetti dai progetti trovati nel corso dell’avventura. La base è suddivisa in tre zone: il centro medico, quello tecnologico e quello della sicurezza. Ognuna di queste aree corrisponde a un arco narrativo differente: completando le missioni di ogni storyline si otterranno abilità esclusive e potenziamenti dell’avamposto, che si tradurranno in maggiori risorse a disposizione per il giocatore.

Nella closed beta, Ubisoft ha deciso di limitare a una le aree accessibili dal giocatore, sbloccando soltanto una missione della storyline legata al centro medico in cui bisognerà salvare una nota virologa dall’assedio dei soldati nemici. Una volta completata la quest, sarà possibile creare un’infermeria e sbloccare dunque una nuova abilità con cui personalizzare il proprio personaggio.

ABILITÀ, TALENTI E PERK

Una delle particolarità del gioco è l’assoluta mancanza di “classi” a differenziare ciascun giocatore dall’altro. Dove Destiny offre tre tipologie di personaggi (Titano, Cacciatore e Stregone), The Division invece non presenta alcuna differenza rilevante fra i membri della Divisione. È possibile costruire il proprio personaggio scegliendo le abilità più adatte allo stile di gioco preferito, optando per vantaggi di tipo attivo (Abilità) e passivo (Talenti e Perk). Le Abilità sono gli unici vantaggi che abbiamo potuto testare con mano nella closed beta: oltre alla possibilità di scannerizzare l’area in cerca di nemici (abilità medica), di piazzare una bomba a detonazione remota (abilità tecnologica) o di utilizzare uno scudo con cui limitare i danni subiti (abilità di sicurezza), nel nostro test siamo riusciti a ottenere una nuova abilità completando una missione della storia nell’arco narrativo del centro medico, quella di curare sé stessi e gli alleati senza sprecare preziosi medikit personali.

In totale, saranno dodici le abilità disponibili nel gioco completo, quattro per categoria. Ognuna potrà essere potenziata sbloccando nuovi Punti Abilità, così da incrementarne i benefici e le potenzialità. È possibile scegliere un massimo di due abilità e mapparle a piacimento sui tasti LB e RB (L1 e R1 su PlayStation 4), mentre progredendo nel gioco sarà possibile sbloccare una super abilità attivabile con la pressione simultanea dei due tasti, sulla falsariga di Destiny. Questo aspetto garantisce una profondità ruolistica enorme ed è probabilmente la maggiore differenza fra il titolo di Bungie e il rivale targato Massive. Laddove Destiny non presenta differenze di sorta fra le varie classi, con una serie di abilità a disposizione del giocatore e una scelta piuttosto limitata in termini di build, The Division permette di creare personaggi molto differenti fra di loro semplicemente scegliendo le abilità preferite, cambiarle in corsa e attendere il semplice cooldown prima di poterle utilizzare in battaglia.

Perk e Talenti, come dicevamo, hanno un ruolo diverso: si tratta di abilità passive che possono migliorare il tempo di ricarica delle armi o di ripristino della vita, il numero di granate o di kit medici a disposizione. Mentre i Perk saranno permanenti una volta sbloccati, sarà necessario scegliere un massimo di quattro Talenti nella propria build, costringendo il giocatore a valutare bene i vantaggi più adatti alla situazione da affrontare.

SPARATUTTO O GIOCO DI RUOLO?

Come dicevamo in apertura, The Division alterna una componente shooter a una forte impronta GdR: il gioco di Massive permette di imbracciare fino a tre armi e di impostare virtualmente qualsiasi tipo di arma come primaria o secondaria (si tratti di fucili automatici, mitragliatori pesanti, fucili di precisione o shotgun), mentre la terza soluzione sarà sempre e comunque un’arma da supporto, da equipaggiare con una duplice pressione del tasto Y (o Triangolo su PS4). Nel rispetto della tradizione ruolistica, è possibile trovare nuove armi di valore sempre superiore non solo in termini di danno, ma anche di DPS e di qualità (comuni, rare, leggendarie). Uccidendo nemici, completando missioni e aprendo casse è possibile ottenere ricompense e loot generati casualmente (come nel caso di Destiny), con cui incrementare i propri valori di attacco e difesa.

A livello di equipaggiamento, i vari pezzi di armatura trovati nel corso dell’avventura andranno esclusivamente a migliorare la resistenza ai danni e i bonus (danno aumentato, velocità di ricarica, e via dicendo), senza avere però il minimo impatto a livello estetico. In questo caso, è possibile cambiare l’aspetto del proprio personaggio tramite un’apposita sezione dell’inventario, con cui modificare cappello, giubbotto, pantaloni e addirittura paia di scarpe. All’interno dell’avamposto è possibile acquistare nuovi oggetti in cambio della valuta in-game ottenibile completando missioni principali e secondarie, oppure uccidendo i nemici. Allo stesso modo, è possibile vendere armi e oggetti in esubero, oppure smontarli per ottenere risorse principali con cui costruire equipaggiamento esclusivo. Come fare? Tramite la Stazione Fai da Te disponibile nel centro di comando, che introduce nel mix di The Division un minimo di crafting: basterà trovare dei progetti nella città di New York e ottenere le risorse necessarie per creare nuovi oggetti da aggiungere al proprio inventario.

Nonostante la vocazione espressamente GdR, The Division resta comunque un gioco d’azione estremamente convincente anche quando si tratta di affrontare i nemici armi alla mano: Massive si è ispirata palesemente a titoli come Gears of War creando un sistema di coperture molto efficace, che permette di agganciarsi a un riparo con il tasto A (X su PS4), sparare da dietro una copertura o muoversi in modo naturale ai lati di un riparo senza complesse operazioni da eseguire con eccessivo tempismo. Con il tasto B (Cerchio su PS4) è possibile scavalcare oggetti e arrampicarsi, mentre con X (Quadrato) si ricarica l’arma. LT e RT servono rispettivamente per mirare e sparare, ma contrariamente ai più moderni esponenti del genere sparatutto, per usare il mirino nelle armi che lo prevedono (come i fucili di precisione) è necessaria la pressione di RS (R3 su PS4) in fase di mira. Allo stesso modo, per lanciare una granata bisogna prima premere il tasto sinistro sul D-Pad e poi usare il grilletto destro.

Ciò nonostante, in The Division si spara che è un piacere e il feeling offerto da ogni arma è davvero differente, ognuna col suo rinculo e peculiarità, ed è palese che la software house abbia optato per ridurre al minimo l’aim assistance, visto che inanellare una serie di headshot non è proprio all’ordine del giorno. Il tutto certamente grazie a un’ottima intelligenza artificiale, che nonostante la build beta, dimostra già delle tattiche aggressive e impegnative che costringeranno il giocatore a non avventurarsi à la Rambo ma cercare piuttosto una strategia efficace, favorendo così il gioco di squadra e l’uso delle Abilità.

Tramite la mappa in realtà aumentata è possibile esplorare la città di New York, spostarsi rapidamente fra le zone e visualizzare tutte le attività.

LA ZONA NERA

Dopo aver completato le attività principali, abbiamo esplorato la città di New York alla ricerca di qualcosa di diverso e ci siamo imbattuti nella Zona Nera: si tratta della modalità PvP di The Division, composta perlopiù da aree contaminate in cui è possibile raccogliere risorse di tipo leggendario e loot esclusivo, che dovranno essere recuperati tramite “estrazione” da un elicottero della Divisione. In queste fasi, The Division si rivela in una forma completamente diversa, con la possibilità di ingaggiare il fuoco contro altri membri della Divisione e ucciderli per rubargli oggetti, come le speciali chiavi che sbloccheranno delle casse nascoste in cui trovare le ricompense probabilmente più interessanti del gioco. Sparare contro altri membri della Divisione vi marchierà come Traditori, e in questa fase potrete depredare gli avversari e cercare di avviare l’estrazione del loot così che la Divisione possa decontaminare gli oggetti e farli recapitare presso il deposito nel centro di comando. Più uccisioni come Traditore vi renderanno un bersaglio pubblico prioritario: ogni spostamento sarà segnalato sulla mappa periodicamente, rendendovi una facile preda fino a che il timer non scadrà.

Morire nella Zona Nera equivale a perdere tutte le risorse accumulate e non inviate alla Divisione tramite Estrazione, ma sopratutto a perdere punti esperienza e speciale denaro che si accumulerà all’interno di queste aree. In perfetto stile GdR, The Division prevede un sistema di esperienza che premia il giocatore con punti XP per qualsiasi azione compiuta: uccisioni, headshot, missioni secondarie e principali. Ogni azione contribuirà a farvi salire di livello, e ogni nuovo livello sbloccherà nuove armi ed equipaggiamento superiore. All’interno della Zona Nera, si otterrà esperienza per accrescere il proprio livello ZN, oltre a guadagnare denaro in una valuta spendibile esclusivamente presso il Mercato Nero. In caso di morte, si perderanno punti esperienza e si potrà addirittura scendere di livello, perdendo così la possibilità di utilizzare le armi e l’equipaggiamento più potente. Appare dunque importante avventurarsi in queste zone in compagnia di una squadra, comunicare e cercare di non morire per evitare di perdere risorse ed esperienza.

Esplorando i sotterranei nella Zona Nera si troveranno casse contenenti loot esclusivo.

IL TANTO TEMUTO DOWNGRADE

Se n’era parlato in fase d’apertura, ed è impossibile negare che The Division sia un gioco sensibilmente diverso a quello che Ubisoft mostrò, fra lo stupore di tutti, alla conferenza in quel di Los Angeles tre anni fa. Il gioco è stato sensibilmente ritoccato in ambito grafico, vuoi per i limiti delle console di nuova generazione rispetto al super PC su cui girava la demo all’E3 2013, vuoi per la natura esclusivamente online del gioco targato Massive. Ma, nonostante il downgrade, The Division è un gioco apprezzabilissimo, tanto in ambito grafico quanto nel netcode sviluppato dalla software house. Il gioco non sarà forse quella belva spaccamascella che avevamo ammirato al reveal ufficiale, ma è innegabile che la cura nei particolari, le animazioni, gli effetti particellari, la fisica e gli scenari siano tutti estremamente convincenti.

Il netcode è ben realizzato, e anche con connessioni poco performanti non abbiamo riscontrato problemi di lag o difficoltà nell’avviare una partita in compagnia degli amici. La gestione del party è fra le più semplici e immediate che si siano viste recentemente nei giochi multiplayer-only, e basta un tasto per invitare fino a tre giocatori nella squadra o unirsi a un team già composto. Nella Zona Nera, l’area in cui è presente probabilmente la più alta concentrazione di giocatori, The Division si è difeso benissimo, riuscendo a gestire un buon numero di giocatori senza affanni, al contrario – invece – del suo diretto rivale Destiny, che mostra notevoli difficoltà quando si tratta di gestire sei o più giocatori allo stesso momento.

Dopo numerose ore di gioco alla beta di The Division, sono molto soddisfatto del lavoro compiuto da Ubisoft e Massive Entertainment: il nuovo franchise ha indubbiamente grandi potenzialità e si candida a uno dei titoli multiplayer più giocati dell’anno su PC e console. I dubbi, per il momento, riguardano la durata della campagna e le attività disponibili nel mondo di gioco. Ma anche in questo caso, alla stregua di Destiny, The Division dovrebbe offrire un’esperienza di gioco completamente diversa, più varia e vasta, al raggiungimento del level-cap, con nuove missioni e attività end-game pensate espressamente per il gioco di squadra. Per scoprirlo, però, ci toccherà attendere il lancio del gioco, previsto l’8 marzo su PC, PlayStation 4 e Xbox One.

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