Beat Cop
Versione testata: PC

Beat Cop – Provata la versione pre-alpha

Grazie a un codice distribuitoci in anteprima da 11 bit studios, abbiamo potuto provare Beat Cop, opera prima del team di sviluppo Pixel Crow. Un originale omaggio ai telefilm polizieschi anni ’80, a cavallo tra avventura grafica e gioco di simulazione. Ecco le nostre prime impressioni.

UNA MAGNUM PER L’ISPETTORE KELLY

Incastrato per un omicidio che non ha commesso, il detective Jack Kelly viene degradato a poliziotto di quartiere. Ma il nostro eroe, onesto e caparbio, non getta la spugna: dalle strade più trafficate fino ai sobborghi più malfamati, nessun luogo verrà risparmiato nella scrupolosa indagine che guiderà Kelly fino alla scoperta della verità.

Beat Cop

Il piccolo team di sviluppo indipendente Pixel Crow confeziona un’intrigante e spiritosa avventura poliziesca dal sapore retrò con qualche richiamo ai giochi di simulazione. Dotato di finali multipli e di una storia non lineare, Beat Cop promette un vero e proprio tuffo nel distretto di Brooklyn degli anni ’80, un luogo che, a detta degli stessi sviluppatori, più che una città è un vero e proprio animale, una giungla urbana viva e pulsante.
Il gioco inizia con un breve trailer in pixel art che, oltre ad introdurre la vicenda (ci mostra infatti i veri colpevoli dell’omicidio e il momento in cui finiamo sui giornali), ha anche lo scopo di presentare l’idea di fondo di Beat Cop ossia il suo legame culturale con i grandi classici polizieschi del passato, come Starsky & Hutch o Miami Vice.

Beat Cop è diviso in “giorni”, considerati come veri e propri capitoli, ognuno con un titolo diverso che riassume ciò che effettivamente succederà su schermo. Il primo giorno, ad esempio, intitolato “New shoes”, mostrava tutta la scontrosità dei nostri nuovi colleghi, intimiditi dal fatto che siamo detective dei piani alti e perciò pronti a punzecchiarci a suon di battutine sarcastiche. Ogni giorno inizia con un briefing nell’ufficio del nostro capo, un poliziotto severo e intransigente che, come prevedibile, ci prende immediatamente in contropiede. Avremo solo 21 giorni per dimostrare la nostra innocenza e buona volontà; in caso contrario, non avremo altre possibilità di redimerci agli occhi della legge. Il tempo, insomma, non sarà dalla nostra parte, e non solo metaforicamente.

Beat Cop

WELCOME TO THE JUNGLE

Ed eccoci iniziare il nostro primo giorno lungo i marciapiedi, facendoci largo fra negozietti di dubbia fama, negozi di liquori e pizzerie italiane. Ogni giorno avremo il compito non indifferente di pattugliare il quartiere, scrivendo multe, fronteggiando le emergenze e parlando con il vicinato: intrattenere buoni rapporti con i negozianti è infatti il compito principale di ogni poliziotto di quartiere che si rispetti e uno dei modi più rapidi e sicuri di ricevere informazioni utili.

La nostra indagine personale, dunque, non deve soffocare il compito per cui siamo pagati: siamo poliziotti, non dobbiamo dimenticarlo. E se pensate che fare il beat cop sia facile, beh, vi sbagliate di grosso. Mille imprevisti si frappongono tra noi e il nostro dovere: scippi imprevedibili, litigi fra marito e moglie, omicidi nei vicoletti più nascosti… La vera difficoltà del gioco di Pixel Crow è quello di amministrare a dovere il tempo a disposizione. Se infatti non riusciremo a portare a termine gli obiettivi della giornata (ad esempio multare cinque automobili parcheggiate in divieto di sosta) verremo puniti con una decurtazione dello stipendio e verremo messi alla berlina, il giorno dopo, nell’ufficio del nostro capo.

Beat Cop

Non dobbiamo dimenticarci che per poter essere poliziotti in gamba dovremo sempre controllare il nostro livello di sazietà: se non mangeremo in modo regolare, infatti, il nostro livello di stamina raggiungerà livelli preoccupanti, rendendoci lenti e poco reattivi. Fortunatamente la pizzeria italiana giù all’angolo o il chioschetto degli hot dog sono sempre a portata di mano. Ricordate però, anche mangiare consumerà tempo prezioso.

Il gameplay di Beat Cop è simile a un’avventura punta e clicca, con il nostro agente Kelly che può essere comandato attraverso il puntatore sinistro del mouse. Nella parte bassa dello schermo, un hub corposo ci mostra gli oggetti che il protagonista porta con sé: una pistola, un paio di manette, un orologio, un taccuino degli appunti (che serve come elenco aggiornato degli obiettivi) e il fidato libretto delle multe. È qui che si rivela il lato compiutamente simulativo del gioco: in fondo Beat Cop è davvero un gioco sui poliziotti di quartiere, ci mette davvero nei panni di un tutore della legge, con tanto di scelta morale: siete disposti a firmare multe false, pur di portare al vostro esigente capo il numero di ticket che desiderava? O ancora, siete pronti ad abbassare la testa di fronte al cruento boss locale, che manda uno dei suoi scagnozzi per saggiare la vostra resistenza di fronte alla corruzione? A voi la scelta se essere un poliziotto buono o un poliziotto cattivo.

Beat Cop

SCUOLA DI POLIZIA…

Il punto forte di Beat Cop è l’umorismo che colora la vicenda, arricchendo di risate quella che altrimenti sarebbe la vita un po’ monotona di un poliziotto di quartiere. Già dal primo giorno, assistendo al nostro burbero collega che continua a chiamarci “Polly” (nonostante le nostre ripetute lamentele) ci rendiamo conto che la storia raccontata da Pixel Crow riesce bene nel suo intento: coniugare abilmente giallo e commedia, in un mix davvero esilarante. I momenti d’azione e i colpi di scena, comunque, non sono mancati durante la nostra prova.

Abbiamo avuto a che fare solo con una versione pre-alpha del gioco, con soli 7 giorni disponibili su 21, ma è stata sufficiente per provare con mano le buone idee concretizzate dal team indipendente: l’empatia che proviamo per Jack, poliziotto sfortunato, perseguitato dalla mafia, odiato dal suo capo e asfissiato da una moglie sanguisuga, è concreta ed è riuscita a tenerci incollati allo schermo, complice anche una storia tutto sommato interessante e una modalità di racconto che funziona esattamente come un telefilm poliziesco d’altri tempi, segno che quelli di Pixel Crow hanno passato il tempo giusto a strutturare la loro opera prima.

Anche dal punto di vista grafico, Beat Cop si sa difendere bene, proponendo una pixel art frizzante e capace di rappresentare al meglio tutta la vitalità del distretto di Brooklyn. La sensazione che abbiamo provato è stata quella di camminare in una città vera, piena di gente da conoscere, ognuna con una storia e una personalità uniche. Abbiamo incontrato qualche bug qua e là, soprattutto nell’aggiornamento degli obiettivi, ma siamo certi che gli sviluppatori riusciranno a correggerli facilmente.

Insomma, il primo indie di Pixel Crow ci è sembrato un buon lavoro, un’avventura poliziesca con un grande carisma e uno humour irresistibile. Soprattutto un riuscito omaggio ai polizieschi anni’80 e un tentativo curioso di mescolare avventura grafica e simulativo. Bisognerà verificare se la storia riuscirà a reggere sulla lunga distanza e se il lato simulativo non la soffocherà, rischiando di rendere il gameplay troppo frenetico e ripetitivo.