The Cycle provato in anteprima durante la Gamescom 2019

Gli autori di Spec Ops: The Line provano a innovare il mercato degli sparatutto online con un ambizioso progetto PvEvP.

Ogni fiera del settore videoludico, dalla più importante a quella di entità minore, riserva sempre qualche sorpresa inaspettata, uno o più giochi di cui a volte si ignora completamente l’esistenza o sfuggiti dai radar. Nel mio caso è stato il promettente sparatutto online The Cycle a farmi pensare “wow, e tu da dove salti fuori?“ dopo averlo provato in anteprima alla Gamescom 2019. Se questo nome non facesse accendere in voi nessuna lampadina allora sappiate che si tratta del nuovo progetto di Yager, autori di uno dei migliori sparatutto della scorsa generazione, Spec Ops: The Line.

La software house tedesca è rimasta nel campo degli shooter ma stavolta ha spostato l’attenzione dal single-player al multiplayer, seguendo il trend attuale, un po’ come vi avevo già raccontato con Comanche. Si può quindi definire interessante l’ennesimo progetto proposto secondo la formula free-to-play? Sì, lasciate che vi spieghi il perché.

The Cycle

CON ME O CONTRO DI ME

In soldoni The Cycle è uno shooter online che combina meccaniche cooperative e competitive, lasciando al giocatore la scelta di dividersi tra le due componenti come e quando gli va a genio. Dopo un’infarinatura veloce da parte degli sviluppatori di Yager su quello è il loro progetto, senza indugiare ulteriormente siamo stati scortati da uno dei due all’interno di una partita online. Il motivo per cui questo FPS non può essere paragonato o inserito nel raggruppamento del genere battle royale, come ribadito più volte dai membri del team, è apparso chiaro quando pad alla mano ci siamo prodigati ad attività che richiedono sì di premere il grilletto, ma non necessariamente contro altri giocatori umani. Tutto ruota intorno ai contratti che le tre fazioni invieranno di volta in volta, da completare per scalare la classifica generale al termine del match della durata di venti minuti, lo stesso numero dei giocatori presenti in ogni server. Ci siamo quindi impegnati a completarne alcuni che prevedevano la raccolta di materiali da estrarre da alcune rocce e difendendoli dagli assalti della fauna locale, o proprio abbattendo branchi di queste pericolose bestie in giro per la mappa.

Questa descritta è a grandi linee la parte PvE e da sola basterebbe a rendere il gioco abbastanza accattivante da poter essere giocato senza grandi pretese. Ma i giocatori amano la competizione, io rientro tra quelli, ecco perché il team di sviluppo ha inserito in The Cycle una componente competitiva che trasforma il gioco da PvE a PvEvP, come la Zona Nera di The Division per intenderci. Tornando a parlare di contratti, questi offrono anche incarichi che sfociano nella sfera PvP come avamposti da controllare o taglie poste su alcuni giocatori che potranno essere accettate per incrementare il proprio punteggio. Tuttavia si può decidere di attaccare gli altri giocatori per eliminarli dalla partita, ognuno di essi ha una sola possibilità di rientrare in gioco, ma va tenuto conto che a nostra volta potremmo essere l’obiettivo di qualcuno. Avvicinandosi alla conclusione della partita l’arrivo di una nave da esfiltrazione farà in modo che i partecipanti entrino in contatto tra di loro, e alcuni di essi potrebbero anche provare a eliminare le squadre che hanno completato un alto numero di contratti. Avevamo visto un’idea molto simile già durante l’E3 2019, quando provammo un altro sparatutto PvEvP come Scavengers, che propone uno stesso sistema di esfiltrazione e di obiettivi da completare anche senza ricorrere allo scontro con altri giocatori se non strettamente necessario.

Per la cronaca la mia partita è terminata con tredici contratti portati a termine ma non sono riuscito ad abbandonare il pianeta venendo eliminato da un altro giocatore, stesso risultato è toccato al mio compagno di squadra, che ne ha approfittato per spiegarmi lo svolgimento di quest’ultima fase, dove si aggiudica il match il team che riesce a completare il più alto numero di incarichi.

The Cycle

QUESTO GUNPLAY MI È FAMILIARE

Contrariamente allo sparatutto che ha reso il team celebre nel 2002, la visuale scelta per The Cycle è quella ben più coinvolgente della prima persona. Ci siamo subito innamorati del gunplay che si rifà a quello di Destiny, certamente un punto a favore. Vuoi per un aspetto futuristico e un feeling delle armi pressoché identico a quelle della serie, oltre a un sistema di scudi e altri piccoli dettagli in comune, l’impressione che ho avuto è quella di avere a che fare quasi con le stesse bocche da fuoco dello sparatutto di Bungie. Armi che è possibile migliorare e acquistare con i crediti raccolti durante la partita, o creare nell’apposita sezione con gli oggetti raccolti in giro e tramite una serie progetti. Idem per la abilità che possono essere cambiate nel corso della partita e prevedono l’uso di un jetpack piuttosto che una barriera per proteggersi dal fuoco nemico.

The Cycle è anche molto bello da vedere: il pianeta Fortuna III su cui si svolgono le partite mi ha sorpreso tanto per l’accesa palette cromatica che per la sensazione di trovarsi in un luogo ostile e selvaggio. Anche in questo caso l’ecosistema che regola la mappa di gioca sembra strizzare l’occhio ad altre produzioni già presenti sul mercato: queste lussureggianti distese verdi, la flora e la fauna locale mi hanno ricordato in più di un’occasione quelle di No Man’s Sky, e ribadisco che la cosa non deve dispiacere affatto. Tutto molto bello anche se in linea generale questa sensazione di prendere elementi da altri giochi o riproporli è stata ricorrente, non per forza un male considerando che parliamo di giochi di una certa importanza. Si avverte quasi la mancanza di quella particolarità o uno stile unico che sia tale da rendere il gioco riconoscibile tra i tanti che affollano il mondo degli sparatutto online.

The Cycle

DUE CHIACCHIERE CON TIMO ULLMANN

L’ultimo segmento del nostro tempo a disposizione con gli autori di The Cycle si è concluso con una breve intervista fatta Timo Ullmann, fondatore e direttore generale di Yager, che mi ha fornito ulteriori dettagli e curiosità sull’interessante shooter coop. Ho provato in tutti i modi a strappare uno o più nomi specifici riguardanti quali fossero i giochi che avessero inspirato il concept dietro a The Cycle, ricevendo dall’intervistato un debole accenno verso le meccaniche cooperative di PUBG. Ullmann si è poi soffermato sulla loro volontà di non creare il solito sparatutto competitivo ma appunto di dare la possibilità ai giocatori di formare gruppi per raggiungere il punto d’estrazione sani e salvi o tentare di ostacolarli in maniera aggressiva.

Continuando con la chiacchierata è venuto fuori che per Fortuna III i designer del gioco si sono ispirati alla natura selvaggia di Avatar, e che le feroci creature che popolano il pianeta hanno cercato di fondere lo stile occidentale con quello di matrice nipponica, anche per renderlo appetibile per il mercato asiatico, con risultati molto buoni a mio avviso. Incalzato sui piani futuri previsti per The Cycle, Timo non ha escluso che il gioco possa entrare a far parte della scena eSports, così come non ha chiuso del tutto le porte all’implementazione del cross-play quando lo sparatutto arriverà anche su console. Anche se il team è concentrato sul presente, il fondatore della compagnia teutonica mi ha rivelato che stanno già valutando l’inserimento di una nuova mappa da gioco e di nuove tipologie di contratti per rendere le partite online sempre più avvincenti e all’insegna della varietà.

Non c’è dubbio che The Cycle abbia dalla sua caratteristiche che possono renderlo appetibile in un settore abbastanza saturo di esperienze più o meno simili tra loro. Non rivoluzionerà il genere, questo è poco ma sicuro, però diverte e il sistema di contratti fornisce abbastanza varietà tra lo stile di gioco cooperativo e quello competitivo, che fondendosi danno vita a partite dove un pizzico di strategia è richiesto per sopravvivere in un pianeta ospitale come quello di Fortuna III. Semmai The Cycle mi è parso sottotono dal punto di vista dell’unicità, nonostante sia ispirato da titoli differenti, ma parliamo comunque di un gioco in divenire che probabilmente raggiungerà la forma completa tra mesi, se non anni (attualmente il gioco è disponibile in accesso anticipato in esclusiva sullo store di Epic Games). In ogni caso la sostanza sembra esserci, non ci resta che attendere e vedere come si evolverà l’ambizioso sparatutto di Tager.