Fractured Space
Versione testata: PC

FracturedSpace – Provata la versione Early Access

Sembra proprio che nell’ultimo paio d’anni siano tornate in voga le simulazioni spaziali, uno dei generi videoludici più apprezzato dai videogiocatori PC, che ha letteralmente spopolato nel periodo a cavallo tra gli anni ’80 e ’90. Mettendo da parte un attimo i sentimentalismi da giocatore di una certa età, non posso non ricordare due capolavori come Elite di David Braben o il mitico Wing Commander creato da Chris Roberts. Due titoli che a loro modo hanno sia segnato una generazione di nerd che sognavano di mettersi alla guida di un X-Wing, del Millennium Falcon o della Enterprise, sia contraddistinto un genere che, per l’appunto, è ritornato con prepotenza sul mercato videoludico attuale con quelli che sono stati catalogati come gli eredi spirituali dei due citati poco fa, Elite: Dangerous e Star Citizen.

In mezzo a questi due mostri sacri – che si vedono insidiare il posto sul podio da un altro titolo a tema spaziale in arrivo il prossimo giugno, No Man’s Sky – e alla pletora di titoli similari, si pone Fractured Space, titolo disponibile in Early Access per PC su Steam. Sviluppato da Edge Case Games, autori tra l’altro anche di Strike Suit Zero, Fractured Space è un gioco multiplayer online dove siamo chiamati alla guida di una delle astronavi presenti, tra battaglie a suon di cannoni laser, raccolta risorse e conquista delle basi nemiche.

CAPITANO KIRK, NON TI TEMO!

Quale sensazione si prova nel comandare un’astronave che solca l’ignoto universo? Di sicuro se lo saranno chiesto anche gli sviluppatori, e la risposta credo si possa sintetizzare nel tipico gameplay del titolo proposto dalla software house inglese. Sviluppato anche grazie all’apporto della community attiva attorno al progetto, e al momento ancora in fase alpha, Fractured Space basa il suo gameplay su un concetto semplice quanto immediato, vale a dire la trasposizione delle meccaniche di un classico sparatutto in un contesto spaziale. Quindi non controlleremo personaggi super muscolosi pieni di steroidi e armati di fucili al plasma o cose così, ma guideremo vere e proprie astronavi, ognuna con i propri punti di forza e di debolezza, attraverso dei livelli ambientati nello spazio che ricordano molto, nella loro conformazione, le aree che abbiamo imparato a conoscere grazie ai FPS. Avremo quindi due basi, quella nemica e la nostra e tre diversi nodi da conquistare per aumentare il nostro punteggio a fine partita, al cui interno troveremo delle stazioni di estrazione mineraria per il recupero delle risorse utili al potenziamento della nostra fida navicella. Queste grandi aree, o se preferite, arene, non sono direttamente collegate tra loro. In poche parole, se vi muovete al di fuori dell’area del nodo Beta, per esempio, potreste subire delle penalizzazioni e altre cose di questo tipo.

Per poter raggiungere i vari snodi sarà dunque necessario utilizzare una delle abilità della vostra navicella, posta in una barra che più di una volta mi ha ricordato quelle presenti nei giochi di ruolo, che permette quindi di raggiungere una zona di un altro nodo. Questi punti sono simili a checkpoint, anche se il termine è alquanto improprio. Infatti, non registrano in se per se la posizione o il progresso del giocatore e della sua astronave, bensì vengono utilizzati come punti dove poter ricominciare dopo essere stati distrutti o, ancora, come collegamenti tra le varie aree dell’arena. È ancora troppo presto per poter dare un giudizio definitivo su Fractured Space, ma è chiaro come la commistione di più generi – lo sparatutto, la simulazione, il gioco di ruolo – porti a offrire una discreta alternanza di situazioni divertenti e possa rivelarsi, alla fine dei conti, come il punto di forza del gioco di Edge Case Games.

CRONACHE DI UNO STORMTROOPER

Oltre agli aspetti che ho apprezzato, però, il tempo che ho speso su Fractured Space ha fatto emergere anche delle problematiche di vario tipo. Vuoi un po’ per la natura ancora in sviluppo del titolo, vuoi per alcuni limiti strutturali e di design che sono emersi durante le mie partite online, alcune di quest’ultime si sono rivelate un po’, come dire, sotto tono. Tralasciando il mero discorso relativo alla grafica, che fa bella mostra di sé quando si tratta di navicelle e astronavi per poi perdere dettaglio e mordente negli scenari dove ci si ritrova a muovere, le navicelle sembrano tutte decisamente pesanti e impacciate. È come se vi trovaste a dover affrontare un drago in The Elder Scrolls V: Skyrim con l’impossibilità di potervi muovere velocemente perché state trasportando troppe cianfrusaglie.

Attenzione però, con questo non vogliamo azzardare che il combattimento, che poi è la meccanica base su cui si fonda il gioco intero, sia scadente o mal fatto, ma che è solo veramente troppo, troppo lento. D’accordo, ci sono anche delle abilità che permettono di velocizzare la propria astronave tra quelle utilizzabili – a proposito, ognuna di esse ha un tempo di cooldown prima di poterla riutilizzare – ma la differenza è veramente minima. Non si percepisce quella sensazione di velocità e, soprattutto, fluidità, nel controllo della propria navicella, anzi. Spesso vi ritroverete a girare goffamente con la vostra astronave in mezzo a degli asteroidi che rimarranno bloccati senza muoversi di un millimetro e che però, in compenso, non vi faranno nemmeno un graffio se ci andrete a sbattere contro. Esattamente così: colpire un asteroide a tutta velocità in Fractured Space non solo non farà spostare l’asteroide, ma non vi causerà nemmeno un po’ di danno.

C’è ancora tempo per sistemare queste inezie, ovvio, e l’augurio è quello di ritrovarci una versione finale che contempli anche questi tipi di danno, così da rendere i combattimenti, e le partite, molto più appassionanti. Insomma, la carne che mette al fuoco Fractured Space è molta e, al tempo stesso, si spera che non bruci troppo. Per il momento, quindi, il titolo di Edge Case Games è un prodotto sulla carta decisamente divertente, ma che dovrà essere valutato a fondo una volta che uscirà la versione completa, con la speranza che, nel frattempo, si siano risolti i problemi di cui al momento soffre.