Scavengers

Scavengers provato in anteprima all’E3 2019

A metà tra esperienza cooperativa e competitiva, il nuovo progetto di Midwinter Entertainment punta a rivoluzionare il mondo degli sparatutto online.

La brillante idea che ha dato il via al progetto Scavengers è partita da una personalità molto nota nell’industria videoludica, Josh Holmes, grande ammiratore della modalità Warzone di Halo 5: Guardians, principale fonte di ispirazione per l’ex responsabile di 343 Industries. Josh non è l’unico veterano presente tra le fila di Midwinter Entertainment, lo studio che lui stesso ha fondato e che vanta altri nomi noti del settore, ciascuno dotato da un background lavorativo decisamente importante.

All’E3 2019 siamo riusciti a provare in anteprima questo ambizioso progetto, che punta un po’ a rivoluzionare la classica formula del multiplayer online sfruttando una serie di interessanti meccaniche che uniscono la componente cooperativa a quelle competitiva, il tutto nella formula di uno sparatutto ibrido in terza persona che con molta probabilità verrà lanciato su PC nel 2020, adottando l’ormai popolare modello free-to-play.

Scavengers
In Scavengers i giocatori sono chiamati a sopravvivere in una pianeta Terra completamente ricoperto di ghiaccio e neve, solo i migliori riusciranno a tornare sani e salvi.

KEEP WARM

A fare da Cicerone durante la nostra partita svoltasi insieme (e contro) altri colleghi della stampa è stata la producer Audrey Mladina, che ci ha guidato attraverso le fredde lande e dispensato preziosi consigli estremamente utili per la sopravvivenza del nostro team di tre elementi. Molto brevemente vi diciamo che ogni partita di Scavengers è composta da tre fasi distinte di gioco, scandite ovviamente dalla necessità di sopravvivere e dal portare a termine una serie di obiettivi. Siamo partiti così alla ricerca di armi e risorse di base per equipaggiare al meglio il personaggio, dotato tra l’altro di abilità specifiche a seconda della classe selezionata, per affrontare quello che si è ben presto rivelato un mondo ostile su tutti i fronti.

La fase due invece è predisposta al recupero di materiali alieni dai siti sparsi lungo la mappa: mentre si procede alla raccolta si dovranno fronteggiare e respingere orde di creature infette, facendo attenzione a eventuali team alla ricerca delle stesse risorse. Considerate le temperature estreme a cui sono sottoposti i giocatori, dovrete trovare fonti di calore come badili incendiati nei pressi di edifici o avamposti diroccati, utili per cucinare alimenti e carne recuperata in battaglia, evitando di consumare carne cruda che potrebbe avere effetti negativi sul proprio personaggio.

Scavengers
I giocatori sono portati a collaborare per mettersi in salvo, ma come succede nella Zona Nera di The Division, l’esito di ciascun match sarà letteralmente imprevedibile.

In maniera persistente, con il passare del tempo abbiamo dovuto fronteggiare violente bufere di neve che portano la mappa a restringersi. L’ultima fase è quella che vede i giocatori tentare di esfiltrare recandosi all’interno della Mothership, un’operazione non facile considerando la presenza di altri team (che potrebbero decidere di cooperare con il nostro) e quella di nemici controllati dall’IA.

Nell’ora a nostra disposizione sono emerse buone sensazioni anche con l’uso del pad al posto del classico binomio mouse-tastiera, grazie a un gunplay solido a cui si integrano delle basilari meccaniche survival, che aggiungono quel qualcosa in più all’esperienza di gioco. Audrey ha colto l’occasione per mostrarci come funziona la condivisione degli oggetti, che avviene in maniera semplice tramite inventario, e guidato nella creazione di armi più potenti, che variano a seconda della classe scelta e diventano fondamentali sul finire del match, quando le probabilità di lottare con altri team aumentano a dismisura. Avendo giocato un solo match, sono rimasti alcuni interrogativi sul sistema di obiettivi e sull’esatto funzionamento di particolari meccaniche di gioco, perplessità che tuttavia non hanno sminuito il crescente interesse verso il progetto di Midwinter Entertainment.

NON IL SOLITO MULTIPLAYER ONLINE

Come vi abbiamo detto nel calderone sono stati inseriti tanti ingredienti che vanno da una basilare (ma efficace) componente survival e una collaudata struttura PvPvE, il cui risultato finale rende ogni partita appagante, perché a differenza di altri sparatutto online la gratificazione arriva indistintamente dal numero di avversari umani uccisi, spesso un fattore limitante in questo genere. Dando al giocatore obiettivi diversi e che si evolvono nel corso della partita i match non si distanziano tanto da una missione che è possibile affrontare in un qualsiasi gioco cooperativo, rendendolo così un prodotto potenzialmente appetibile anche ai giocatori non troppo avvezzi ai titoli competitivi.

Scavengers potrebbe essere etichettato (alla lontana) come un simil-battle royale, ma la chiave di lettura corretta secondo il team di sviluppo lo distanzia da questo genere nato in questa generazione, dal momento che non si è quasi mai forzati a cercare lo scontro con gli altri team di giocatori umani ma in alcuni casi unire le forze potrebbe aumentare esponenzialmente le possibilità di sopravvivenza. Che è un po’ ciò che il team di Massive ha cercato di fare introducendo la Zona Nera, rivelatasi poi una trovata vincente per la serie The Division.

Scavengers
Il gioco sfrutta una serie di tecnologie innovative per rendere l’esperienza più appagante, come ad esempio l’uso di server cloud per far sì che tracce e impronte di tutti i giocatori restino visibili sulla mappa.

Il contesto PvE applicato a Scavengers d’altronde funziona e siamo rimasti sorpresi dalla varietà di nemici e boss presenti nella vasta area di gioco, considerando che durante la nostra partita abbiamo affrontato anche lupi e orsi e persino una razza aliena. Ci siamo sì imbattuti anche in giocatori umani, rispondendo al fuoco solo se attaccati (seguendo le preziosi indicazioni di Audrey, che almeno nel mio caso sono valse l’estrazione finale), raggiungendo così l’obiettivo principale del match.

UN MONDO DI GIOCO PERSISTENTE

Si è spesso parlato di quanto nuove tecnologie come il deep learning e il cloud siano importanti e non rappresentino soltanto soluzioni applicabili in ambito business, ma trovino la giusta applicazione anche in quello videoludico. E SpatialOS rappresenta una soluzione perfetta per i titoli multiplayer grazie alla suite di servizi basati principalmente sul cloud, come testimoniato in Scavengers. In termini applicativi possiamo notare come i solchi nella neve tracciati da altri giocatori o dei nemici controllati dall’IA permangano nella sessione di gioco poiché le porzioni di mappa vengono gestite su dei server cloud differenti, aggirando così numerose limitazioni di carattere tecnico.

Scavengers
Il design delle creature è certamente interessante.

Questo espediente tecnologico potrebbe rappresentare una soluzione adottabile da altri team di sviluppo, creando esperienze multiplayer capaci di superare alcuni ostacoli tecnici e rendendo ancora più memorabili i match. In egual maniera a guadagnarci è di certo anche l’intelligenza artificiale dei personaggi, che possono contare su routine e comportamenti più simili a quelli dei giocatori reali, aumentando il coinvolgimento da parte di questi e aprendo le porte a nuovi modi di evolvere il gameplay.

Rinnovarsi in un ambito come quello del multiplayer online è un’impresa ardua per chiunque, ma lo sviluppo di Scavengers portato avanti da sembra aver intrapreso quella strada. Parliamo di un potenziale incredibile che, se sfruttato a dovere, potrebbe far del progetto di Midwinter un punto di riferimento per i giochi online del futuro. Non sarà di certo facile e la strada si preannuncia in salita, ma se il gruppo capitanato da Holmes sarà in grado di giocarsi bene le sue carte potremmo assistere a una rivoluzione per il genere. Talento e ambizione al gruppo non mancano di certo, e dopo aver provato il loro progetto in quel di Los Angeles non possiamo che testimoniare quanto Scavengers abbia tutte le potenzialità per sorprendere.