Conan Chop Chop

Conan Chop Chop provato in anteprima all’E3 2019

Può diventare un pesce d'aprile un videogioco? A quanto pare sì: ecco a voi il nuovo progetto di Funcom!

Negli ultimi anni abbiamo assistito a un progressivo proliferare di annunci creati ad hoc per il 1 aprile, giorno in cui tutto il globo è solita fare terribili scherzi e che ha contagiato anche le industrie videoludiche a condividere comunicati su nuovi prodotti al limite della credibilità, che spesso sfociano nell’assurdo. Ebbene no, Conan Chop Chop è stato tutto fuorché uno scherzo, nonostante rientrasse tra i giochi farlocchi presentati in occasione dell’April Fools Day: il gioco di Funcom è stato ufficializzato a sorpresa durante l’evento PC Gaming Show con tanto di dissacranti citazioni rilasciate da alcuni portali specializzati e relativi al filmato mostrato qualche mese fa.

Confermiamo la veridicità del nuovo progetto sviluppato da Mighty Kingdom per conto della stessa Funcom dopo averlo provato in anteprima durante l’E3 2019, giocandolo in compagnia di uno degli sviluppatori che ci ha svelato interessanti dettagli sul roguelike ambientato nel mondo di Conan il Barbaro.

Conan Chop Chop
Colorato e interamente disegnato a mano, lo stile grafico di Conan Chop Chop è comunque appreazabile.

UN (FINTO) PESCE D’APRILE

Ciò che sembrava a tutti gli effetti uno scherzo (oltretutto ben orchestrato) si è rilevato essere tutta una presa in giro al contrario. Sì, perché dal suo primo annuncio in assoluto era rimasta la ferma convinzione che quello mostrato fosse stato solo un Pesce d’Aprile molto divertente mentre uno degli sviluppatori ci ha invece rivelato che il gioco era già in sviluppo prima che il trailer in questione fosse lanciato online. Insomma, Conan Chop Chop arriverà davvero su PC, PS4, Xbox One e Switch a partire dal 3 settembre.

Dietro quelle linee squadrate, goffe e carucce si cela però un roguelike che lascia spazio a poche distrazioni, pena un continuo soccombere per mano di creature scheletriche, lupi giganti e blob di ogni genere. Il classico titolo ingannevole che sa essere punitivo se preso sottogamba, un’esperienza barbara e spietata proprio come il suo protagonista. In barba quindi all’apparenza di un gioco poco incline alla violenza, e sottolineiamo all’apparenza, presto il nostro schermo si è riempito di ossa, ettolitri di sangue e resti organici dei numerosi nemici che sono apparsi in ogni angolo degli scenari, disegnati a mano e generati proceduralmente a ogni nuova partita, come ogni buon roguelike che si rispetti.

Pad alla mano l’approccio è immediato, ma nelle fasi più concitate il gioco richiedere di essere padroneggiato al meglio per evitare di fare una brutta fine, in particolar modo quando al proprio cospetto si presentano decine di creature dalle intenzioni non proprio amichevoli. In tal caso meglio ricorrere ad azioni come la schivata o effettuare una parata con cui stordire i nemici per poi attaccarli a nostra volta. Oltre a spammare fendenti e preoccuparsi di schivare gli attacchi in arrivo, l’uso di oggetti come bombe, archi e consumabili vari aggiunge un po’ di varietà agli scontri, condita anche da una leggera fase esplorativa mentre ci si muove lungo i dungeon alla ricerca di casse con all’interno oggetti e monete grazie alla quale acquistare equipaggiamento sempre migliore per il proprio barbaro.

QUATTRO BARBARI AL PREZZO DI UNO

In qualsiasi momento si può decidere di far ritorno al villaggio per recuperare energia, formata da una serie di cuoricini che ne indicano lo stato, ed eventualmente acquistare equipaggiamenti utili alla causa guerriera del barbaro più famoso di tutti i tempi. Prima di incamminarci nuovamente per la nostra via però abbiamo scambiato un po’ delle monete guadagnate trucidando nemici con nuove armi, ce ne sono in discreto numero e ognuna ha un pattern d’attacco specifico; ad esempio con il martello siamo riusciti a fare ingenti danni ad area, penalizzati tuttavia da una velocità ridotta nel portare a segno l’attacco. La difficoltà si è rivelata abbastanza alta tra numerosi nemici a schermo e anche una serie di trappole inserite nel dungeon che abbiamo affrontato, tanto da finire al tappeto un po’ di volte, rianimati prontamente dal nostro compagno di gioco.

Visto il tono scanzonato della produzione è importante sottolineare (ma probabilmente lo si era già intuito dal filmato di presentazione) la natura fortemente cooperativa della nuova avventura 2D dedicata a Conan. Questo bizzarro roguelike prevede una modalità coop in locale per quattro giocatori, potendo scegliere tra altrettanti personaggi legati all’universo di Conan come Pallantides, Valeria, Bêlit e per l’appunto Conan. Prima di lasciare lo stand Funcom, dopo abbiamo provato anche Moons of Madness, abbiamo affrontato lo scontro con uno dei boss di gioco, che non si è rivelato ostico come il labirintico percorso affrontato prima di giungere al cospetto di Thack, altro riferimento esplicito all’universo di Conan. Nel nostro caso lo scimmione è andato giù senza troppa difficoltà, ma non sappiamo se con un numero maggiore di giocatori il livello di difficoltà generale venga calibrato automaticamente, anche se è probabile che sia così.

Conan Chop Chop
Sangue, mutilazioni e ossa. Sì, è decisamente un gioco appartenente all’universo di Conan il Barbaro.

Per essere nato quasi per scherzo Conan Chop Chop si è dimostrato in eguale modo divertente specie se giocato in compagnia di altre persone, meglio ancora di un gruppo scanzonato e caciarone. A nostro avviso il successo del gioco dipenderà dalla capacità di intrattenere i giocatori, perché pur offrendo sulla carta livelli generati proceduralmente e quindi potenzialmente infiniti, il rischio di annoiarsi dopo sessioni troppo ripetitive è a dir poco elevato.

Per carità, durante la nostra prova ci siamo divertiti grazie alla presenza di situazioni ironiche e grottesche, e le meccaniche tipiche del genere denotano un certo spessore in termini di gameplay, ma la portata minore del progetto ci lascia con qualche dubbio irrisolto, sperando che le risate che hanno accompagnato il gioco in questi mesi non si tramutino in lacrime di disperazione.