Asgard's Wrath

Asgard’s Wrath provato in anteprima all’E3 2019

Nei panni di una divinità norrena abbiamo provato uno dei giochi più promettenti in realtà virtuale in arrivo su visori Oculus.

Il mio rapporto con la realtà virtuale ha subito un’impennata nel corso dell’ultimo anno, quando alla Gamescom di Colonia ho avuto modo di provare alcuni titoli indie davvero niente male. Ma è stato a questo E3 2019 che ho avuto modo di gettarmici a capofitto, vuoi per una certa curiosità del sottoscritto nel provare nuove esperienze, vuoi per una maggiore resistenza al tanto temuto motion sickness rispetto ai miei colleghi.

Quindi posso dire con cognizione di causa che questa edizione dell’E3 è stata all’insegna dei giochi VR. Uno degli ultimi che ho avuto modo di provare è stato Asgard’s Wrath di Sanzaru Games, vissuto in anteprima su Oculus Rift S. Dopo Sniper Elite VR, Stormland e Lone Echo 2, è toccato all’action-RPG ispirato alla mitologia norrena essere oggetto delle mie attenzioni, tramutate poi in questa anteprima dedicata al gioco in arrivo entro fine anno in esclusiva sul visore top di gamma di Oculus.

Asgard's Wrath
Vi assicuriamo che Loki è un ottimo compagno di bevute, provare per credere.

UN BRINDISI CON LOKI

L’impatto che un’avventura epica come quella di God of War (la cui genesi è stata narrata in un documentario che vi consigliamo di guardare senza remore) ha avuto nel mondo dei videogiochi è stato devastante, soprattutto se prendiamo in esame in che modo è stata affronta l’epopea nordica del barbuto Kratos. Il blockbuster di Santa Monica non ha certo di inventato o stravolto la mitologia norrena, ma ha in qualche modo tracciato una direzione narrativa e artistica (così come aveva fatto in passato con quella greca) percepibile in Asgard’s Wrath, il che non è necessariamente un male, tutt’altro. Quello che è l’ambizioso progetto di Sanzaru Games ha come obiettivo di calare i giocatori nei panni di una divinità appena rivelatasi, aiutata in questo caso da Loki, dio norreno dell’inganno e dell’astuzia. 

Dopo aver indossato il visore ho assunto le fattezze di quella divinità, diciamo di primo pelo, che dopo aver fatto la conoscenza di tutta una serie di personaggi, umani e non, ha scambiato quattro chiacchiere davanti a una birra proprio con Loki, all’interno di una locanda che a quanto pare dovrebbe essere una sorta di ritrovo tra una missione e l’altra. Di fatto il brindisi virtuale con il dio dell’inganno sancisce il patto di collaborazione che vedrà i giocatori agire per conto suo attraverso missioni che prevedono al loro interno fasi di combattimento, esplorazione e la risoluzione di enigmi di vario genere.  

UN’ESPERIENZA DA DIO

La prima manifestazione dei nostri nuovi poteri da divinità nordica è avvenuta quando abbiamo preso il controllo di un personaggio, per poi raccogliere un po’ di oggetti in giro per fare pratica con le meccaniche di gioco. Inserendo la pietra che il buon Loki ci ha consegnato precedentemente in un portale siamo passati da una visuale in prima persona a quella isometrica, come si conviene a una divinità degna di tale nome. Allo goduria di poter osservare l’intero scenario da una prospettiva differente, molto curata e dettagliata tra l’altro, si è aggiunto lo stupore nel prendere un grosso squalo e trasformarlo in un guerriero alle nostre dipendenze durante la battaglia, ma che può svolgere anche altri compiti.

Brevemente sono riuscito anche a testare il sistema di combattimento, che avrei voluto approfondire in maniera più dettagliata se solo avessi avuto più tempo, che si è rivelato estremamente efficace e inaspettatamente profondo. Grosso modo la combinazioni previste sono la classica accoppiata scudo-spada da impugnare con entrambe le mani, ma nulla vieta di optare per scelte differenti, che nel gioco completo saranno tradotte in armi diverse che presumibilmente richiederanno di essere impugnate con una o due mani. Quel che è certo è che gli scambi di fendenti, contrattacchi e parate restituiscono un buon feeling, per cui il sistema di combattimento diverte a sufficienza.  

Un difetto di Asgard’s Wrath che proprio non mi ha convinto invece è stato il modo in cui sono stati strutturati i menu di gioco, dalla mappa con i relativi regni giocabili alla gestione dell’inventario, dove un rapido accesso a tali elementi sarebbe stato di certo preferibile. A parte ciò la combinazione tra le tre fasi principali citate in precedenza appare in teoria ben bilanciata, almeno da quello che è stato possibile vedere in trenta minuti scarsi. Considerando una longenvità di circa trenta ore dichiarate dal team di sviluppo, la possibilità di avere tanti momenti altalenanti in termini di ritmi e situazioni non appare poi così remota. Toccherà poi a Sanzaru Games confezionare un prodotto all’altezza delle aspettative, al momento particolarmente elevate (e a giusta ragione, bisogna ammettere).

Se Asgard’s Wrath riuscirà a mantenere le promesse fatte dagli sviluppatori, allora il “rischio” di ritrovarci un gioco epico sotto tutti i punti di vista è più che concreto e potrebbe rappresentare un nuovo punto di riferimento per i giochi d’azione ruolistici per VR. L’ambizione non manca certo ai ragazzi di Sanzaru Games e le dichiarazioni sulla longevità testimoniano il fatto di non trovarci davanti a un’esperienza minore, bensì a un gioco dai valori produttivi molto importanti. Impersonare una divinità, anche solo virtualmente, è stata un’esperienza che non vediamo l’ora di poter rivivere in futuro. In questo caso bisognerà aspettare verso la fine del 2019, periodo in cui Asgard’s Wrath sarà disponibile per i visori di Oculus.