La nuova espansione di Monster Hunter World rappresenta uno dei contenuti più attesi della parte finale dell’anno, grazie a tutta una serie di migliorie e accorgimenti studiati da Capcom al fine di rendere l’esperienza del gioco di ruolo ancora più avvincente. Noi di VGN.it abbiamo avuto l’opportunità di provare con mano Iceborne all’E3 2019 di Los Angeles, testando in anteprima quelli che saranno i contenuti in arrivo nella closed beta per PlayStation 4 disponibile tra pochi giorni.
Abbiamo trascorso circa un’ora in compagnia della nuova espansione, che debutterà il prossimo 6 settembre su PlayStation 4 e Xbox One (con la versione PC prevista entro la fine dell’anno). Ecco le nostre impressioni.
A SPASSO NELLE LANDE INNEVATE
Iceborne introduce una nuova regione nel mondo di Monster Hunter World, che come suggerisce lo stesso titolo è caratterizzata da un clima ostile e decisamente inospitale. Dopo essere partiti a bordo dell’aeronave della Terza flotta, i cacciatori sono colpiti da una burrasca che li travolge e spinge verso le Distese brinose, nuova area inesplorata che nasconde bestie rare e mostri mai visti prima. L’area, completamente avvolta da strati di ghiaccio, rendono l’esplorazione molto difficoltosa e costringono i cacciatori ad abbeverarsi continuamente con bevande calde per mantenere la barra della stamina a livelli ottimali ed evitare di restare congelati sul posto.
Questa meccanica gioca un ruolo importante nell’economia di Iceborne, dal momento che molte dei mostri che incontreremo lungo la nuova avventura dispongono di abilità e attacchi congelanti che possono bloccare l’avanzata del cacciatore e lasciarlo esposto ai colpi nemici.
Nella nostra prova, abbiamo potuto sperimentare tre missioni di livello crescente che ci hanno dato la possibilità di scoprire alcune delle caratteristiche più interessanti del DLC, tra cui il nuovo rampino artiglio. Si tratta della feature principale di Iceborne, che offre tutta una serie di novità in termini di gameplay: in primis, il rampino funziona come una pratica estensione della fionda, che per l’occasione è stata rivista per essere utilizzata a prescindere dall’arma in uso. Proprio la somma di queste meccaniche permette di dar vita a combo interessanti: premendo i due grilletti si può mirare e lanciare un rampino che si aggancia al nemico e permette di controllarne i movimenti, indebolendone allo stesso tempo la corazza. Aggrappandovi al nemico potete eseguire dei colpo speciali o un attacco scoppio fionda che farà vacillare il nemico, lasciandolo esposto a ulteriori attacchi del cacciatore.
Quale migliore occasione di sfruttare la rinnovata fionda per dar vita ad alcune mosse speciali che introducono combo con tutte le armi principali, si tratti di spadoni, doppie lame, martelli o persino la devastante spadascia. Il risultato non è niente male, sebbene sia difficile valutare il reale apporto di queste mosse con l’inventario incluso nel loadout del nostro cacciatore.
TIGREX, IL MALEDETTO
Come dicevamo, abbiamo avuto l’opportunità di testare le stesse tre missioni presenti nella beta in arrivo tra pochi giorni su PlayStation Network: nella prima, siamo andati a caccia di un Gran Jagras, che non ha avuto nemmeno il tempo di ribellarsi all’ira dei nostri nuovi attacchi. Il tempo di familiarizzare con il rampino artiglio che, previo l’uso di una bella bevanda calda, siamo andati alla ricerca del secondo bersaglio, il misterioso e temibile Banbaro, sfida che proponeva un livello di difficoltà intermedio.
Abbiamo così sfruttato il nuovo sistema di cavalcature che permette di muoversi in groppa a un più rapido cacciaprede per andare a caccia di indizi e scovare la posizione dell’alce, optando per l’identificazione manuale del punto di destinazione: è sufficiente scegliere un punto sulla mappa per far sì che il cacciaprede lo raggiunga in pochi minuti, mentre per i più pigri è possibile lasciare che l’animale segua autonomamente la traccia più vicina o una bestia che ostacola il cammino del cacciatore, lasciandovi la possibilità di preparare le armi e l’equipaggiamento per lo scontro con il boss. Dopo aver tentato un paio di volte lo scontro con l’irruento Banbaro (capace di lanciare i suddetti attacchi congelanti), siamo passati alla terza e ultima caccia, pensata per un gruppo di cacciatori esperti.
In questa missione, caratterizzata da un livello di difficoltà elevato (e da un timer di soli 20 minuti nel nostro test a Los Angeles), abbiamo dovuto fare i conti con un Tigrex a dir poco implacabile, che con le sue cariche improvvise è in grado di infliggere danni ingenti ai cacciatori incapaci di sfruttare a dovere le mosse elusive. Sfortunatamente non siamo riusciti a completare la terza caccia, nonostante i continui tentativi di ripartire dalla base di Seliana per raggiungere lo stramaledetto Tigrex prima che il tempo a disposizione si esaurisse. Il che è decisamente un bene, perché testimonia quanto i ragazzi di Capcom abbiano investito nella realizzazione di mostri meno banali e dotati di pattern offensivi molto più vari che in passato, che costringeranno verosimilmente i cacciatori a testare diverse combinazioni tra le 14 classi di armi e le nuove meccaniche di combattimento.
Tra uno scenario che sembra sufficientemente vasto, nuovi nemici dalle abilità intriganti ed equipaggiamento inedito che si potrà scovare nella nuova regione ghiacciata, sembra che Monster Hunter World: Iceborne abbia dalla sua un’offerta di gioco molto elevata. È ancora presto per dirlo con certezza, ma l’imminente beta privata darà modo a tutti gli utenti interessati di valutare le novità e stabilire se queste valgano o meno il prezzo del biglietto. L’appuntamento con Iceborne è fissato al 6 settembre: l’espansione arriverà sia come DLC per chi già possiede Monster Hunter World che all’interno di una pratica raccolta per coloro che volessero partire direttamente dalla nuova avventura.