DOOM
Versione testata: Xbox One

DOOM

Il nuovo capitolo della saga id Software sbarca finalmente sul mercato.

DOOM rappresenta tutto ciò che potresti aspettarti da un nuovo capitolo della saga sparatutto creata da id Software, il cui primo capitolo uscì nel lontano 1993. È violenza, brutalità, frenesia allo stato puro. È quella sensazione di onnipotenza che si prova sparando con il devastante fucile a pompa, quell’inconfondibile piacere nell’affettare un Imp, quel bisogno di sparare e ancora sparare senza che debba esserci per forza di cose una trama hollywoodiana, un conflitto fra due fazioni militari o chissà quale improbabile cospirazione alle spalle. Perché, nonostante la campagna single-player del reboot di DOOM si lasci giocare che è un piacere, la narrazione non è mai stata uno dei punti di forza del franchise e con tutta probabilità non lo sarà mai.

Poco importa, perché se c’è qualcosa che DOOM sa fare bene, quella è immergere il giocatore in un’atmosfera tipicamente old-school, dove non ci sono checkpoint intermedi nel mezzo di un combattimento e se muori sei costretto a ricominciare dall’inizio, dove la rigenerazione automatica della salute non è di casa e sei costretto a cercare un pezzo d’armatura fluttuante per sperare di non soccombere alle orde di demoni impazziti, dove le armi non si ricaricano e puoi sparare venti colpi con il fucile a pompa senza battere ciglio, dove hai bisogno di trovare una chiave gialla, rossa o blu per aprire una delle numerose porte che ci attenderanno nel corso di tredici capitoli, ambientati fra le stanze di una nave della United Aerospace Corporation su Marte e le viscere dell’Inferno.

DOOM

EPICO DA OGNI ANGOLAZIONE

DOOM è uno di quei giochi che va dritto al sodo, lanciandoti nella mischia con in mano una sola pistola mentre di fronte hai già i primi due o tre demoni pronti a divorarti senza pietà. Ed è qui che ti rendi conto di come il nuovo capitolo della saga sia ancora più diretto dei precedenti, dove le Uccisioni Epiche sono il modo migliore per condurre un combattimento dove sei letteralmente circondato dai nemici, senza rischiare di ritrovarsi ben presto in fin di vita. A proposito di Uccisioni Epiche, si tratta di spettacolari e brutali esecuzioni che possono essere attivate con la pressione di un singolo tasto (L3 su PlayStation 4, LS su Xbox One) nel caso in cui sia stato inflitto sufficiente danno a un nemico. Lo capisci da quell’aura blu che avvolge il suo corpo, che diventa arancione quando il giocatore è sufficientemente vicino per sferrare l’attacco, dando vita a uno spettacolo estremamente brutale che cambia, anche in caso di uccisione dello stesso nemico, a seconda della posizione, angolazione e arma con cui si infligge l’esecuzione.

Le Uccisioni Epiche svolgono un ruolo fondamentale nell’economia del gameplay, permettendo di recuperare parte dell’energia dopo ogni esecuzione, spingendo così il giocatore a tentare l’approccio diretto per uscire da situazioni complesse, e rendendo il protagonista invulnerabile agli attacchi degli altri nemici durante l’esecuzione, aspetto che gli permette di rifiatare quel tanto che basta a garantire la giusta lucidità nei momenti più affollati (e ce ne saranno parecchi) della campagna. Ovviamente non esiste DOOM senza un arsenale esagerato, e in questo il nuovo sparatutto non fa eccezione, ricreando tutte le armi più importanti della saga con un tocco moderno. Dalla semplice pistola al fucile d’assalto, dal lanciarazzi all’immancabile BFG (lascio a Google il compito di tradurne il significato per quei pochi che non conoscessero la sigla), passando per la fida motosega, con cui tagliuzzare in più parti quei nemici che hanno scelto di avvicinarsi troppo. DOOM è anche questo: quella sensazione di tornare a casa dopo tanti anni e scoprire che insieme a tutto ciò che hai lasciato, spicca qualcosa di nuovo. E le novità, in questo senso, in DOOM non mancano di certo: la succitata motosega, infatti, è sempre un ottimo mezzo per farsi strada tra i nemici più possenti, e a ogni uccisione ci garantisce la possibilità di recuperare delle preziose munizioni, ma rispetto al passato, necessita di un certo quantitativo di carburante per poter uccidere un nemico. Laddove servirà un solo litro di carburante per far fuori i nemici più comuni, in alcuni casi non sarà possibile affrontare un nemico se non con il serbatoio completamente pieno, rendendo la motosega uno strumento prezioso da utilizzare solo nel momento di effettivo bisogno, quando la situazione sembra disperata e senza via di uscita.

UPGRADE PER TUTTI I GUSTI

Non manca poi un sistema di upgrade che permette di modificare le armi con una serie di moduli, che cambiano drasticamente l’esperienza di gioco. Non si tratta di semplici variazioni nelle statistiche, ma di vere e proprie modalità di fuoco alternative affidate al grilletto sinistro, che possono essere cambiate con la pressione del D-Pad a seconda delle situazioni, con cui un’arma può diventare più o meno letale, sparare più colpi in rapida successione o avere un effetto più distruttivo con un’esplosione ad area. La modalità alternativa della pistola può caricare un colpo dall’impatto più potente, capace di uccidere la maggior parte dei mob senza patemi, mentre il fucile a pompa può sfruttare un colpo in grado di sparare più proiettili o una versione elettrificata. Ogni potenziamento può essere ulteriormente migliorato spendendo dei Punti Arma, ottenibili con le uccisioni effettuate in ciascun livello, oppure completando particolari obiettivi e Sfide nascoste sapientemente nei livelli. Allo stesso modo, è possibile potenziare la propria tuta Praetor con talenti passivi (come una maggiore capacità di munizioni, maggior resistenza dell’armatura e quantitativo di energia disponibile) e abilità temporanee che assicurano un boost utilissimo nelle situazioni più complesse, fra cui non mancano i classici power-up a cui la serie ci ha abituato nel corso degli anni.

Rispetto ai videogiochi moderni, in cui gli sviluppatori tendono ad accompagnare il giocatore per mano facendogli ottenere progressivamente tutto ciò che è previsto nel gioco, DOOM si conferma nuovamente fuori dal coro e premia esclusivamente chi saprà dedicare tempo e sufficiente dedizione all’esplorazione degli scenari. Perché per conquistare un’arma, salvo rare eccezioni, bisognerà prendersi la briga di cercare delle aree nascoste, scovando zone segrete in cui si nasconde un drone, capace di donarci una nuova e devastante bocca di fuoco, una nuova abilità oppure un potenziamento vitale per la propria armatura. DOOM è uno shooter letteralmente zeppo di segreti e collezionabili, che oltre ad aumentare la longevità, nascondono delle sfide alternative e Mappe Classiche con cui mettersi alla prova, evadendo per un momento dalla campagna. Una schermata di riepilogo al termine di ciascun livello rivela quanti segreti sono stati effettivamente scoperti nei 13 livelli che compongono la campagna, che richiede fino a quindici ore al livello medio/difficile, ma nella maggior parte dei casi sarà necessario rigiocare uno specifico livello o perdere letteralmente delle ore per trovare tutti, ma proprio tutti i segreti nascosti da id Software.

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SNAPMAP, UNA BASE PER IL FUTURO

Quando ne avrete abbastanza di sparare ai demoni potrete rifarvi su altri giocatori sfruttando il comparto multiplayer di DOOM. Una modalità che offre, a onor del vero, poche novità rispetto alla formula classica alla base del franchise, che segue il filone degli sparatutto ad arene in cui è fondamentale una perfetta conoscenza delle mappe, e si arricchisce di nuove varianti con cui tentare di estendere l’esperienza di gioco. Oltre a modalità classiche come Arena clan (Eliminazione) e Deathmatch a squadre, id Software ha introdotto Mietitore d’anime (sorta di team deathmatch in cui conta il numero di anime raccolte), Congelamento (modalità in cui vince la squadra che congela per prima tutti gli avversari), Via della Guerra (variante di Re della Collina) e Dominazione, con un’unica costante: in tutte le playlist è possibile di trasformarsi in un Demone (il cui tipo varia in base al livello raggiunto) e rendere le partite più frenetiche fino al momento in cui non verrete uccisi, perdendo difatti lo stato demoniaco (che passerà al nemico che vi ha ucciso). La presenza dei demoni rende forse eccessivamente frenetico lo stile del multiplayer di DOOM, ed eccessivamente sbilanciato nei confronti del giocatore che vestirà i panni della creatura infernale. Si tratta comunque di un buon passatempo ma, perlomeno allo stato attuale, nulla che possa effettivamente competere con mostri sacri del genere o più recenti esempi di shooter ad arene, come il neo-arrivato Overwatch.

Una novità davvero interessante introdotta da DOOM è il suo editor chiamato SnapMap. Si tratta di un software con cui cimentarsi nella creazione di livelli single-player e multiplayer talmente complessi da garantire la possibilità di realizzare modalità di gioco alternative, come ad esempio una sorta di Orda in cui difendersi da ondate di demoni in compagnia di tre amici. L’editor può permettere agli utenti più talentuosi di creare piccole perle che possono essere facilmente condivise con la community online, una feature di sicuro interessante che potrebbe mantenere in vita lo shooter id Software anche in assenza di eventuali espansioni e DLC multiplayer, e che la stessa software house potrebbe decidere di estendere ad altri progetti futuri nel caso in cui si riveli un successo.

Tecnicamente, DOOM si conferma un buon prodotto, grazie all’uso del motore di gioco id Tech 6 che si muove all’insegna della massima fluidità a una risoluzione di 1080p e 60fps, ma che difficilmente sarà ricordato per un impatto grafico eccezionale. Il team di sviluppo ha preferito lavorare all’ottimizzazione di filtri grafici, effetti particellari e animazioni per garantire una certa costanza nel frame-rate, preferendo la frenesia del gameplay a un aspetto estetico meraviglioso ma troppo pesante per lo stile di gioco veloce e brutale di DOOM. Una scelta coerente, che trova nella colonna sonora heavy metal un valido alleato per il giocatore, capace di farci entrare nel mood dei combattimenti più affollati con una carica indescrivibile.

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GIUDIZIO
Brutale e frenetico, DOOM dona nuova linfa vitale a un franchise che ha fatto la storia dell'industria videoludica, mantenendo intatta l'anima old-school che ha caratterizzato la creatura di id Software per tutti questi anni. Lo sparatutto offre una ottima campagna single-player, ricca di segreti e power-up per ampliare un arsenale di armi come da tradizione assurdo, ma può contare anche su un discreto comparto multiplayer con cui ingannare il tempo e vestire i panni di un Demone. Ottimo l'editor SnapMap, la cui diffusione potrebbe portare all'uscita di tantissimi contenuti che potrebbero alimentare la community di DOOM per anni e anni a venire.
GRAFICA
8.5
SONORO
9
LONGEVITÀ
8.5
GAMEPLAY
8.5
PRO
CONTRO
8.5
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