Pokkén Tournament DX
Versione testata: Switch

Pokkén Tournament DX

Era dal Pokémon Game Show 2013, quando fu mostrata la prima, acerba, immagine di quello che ora conosciamo come Pokkén Tournament, che i fan delle creature di Game Freak fantasticavano sul loro arrivo sull’ammiraglia Nintendo. Che non si trattasse di un capitolo classico legato al brand sembrava piuttosto scontato, eppure scoprire che Namco Bandai stava sviluppando un picchiaduro con protagonisti Pikachu e compagnia bella fu una piacevolissima, sebbene a posteriori piuttosto logica, sorpresa per tutti i fan della saga. D’altronde, se già nelle varie installazioni di Smash Bros. la Grande N aveva iniziato a sfruttarli in maniera sempre più massiccia, la natura stessa dei Pocket Monsters rende il campo di battaglia il loro terreno ideale.

L’iniziale intenzione di limitare il titolo alla versione arcade non bastò a scoraggiare i fan che ne richiedevano a gran voce la conversione per Wii U e che, complice probabilmente la prematura scomparsa della sfortunata console, possono ora lottare per il titolo di campione della Lega Ferrum su Nintendo Switch con la riedizione Pokkén Tournament DX.

Pokkén Tournament DX

REGIONE CHE VAI, LEGA CHE TROVI

Come ogni titolo legato al mondo dei Pokémon, anche Pokkén Tournament DX è ambientato in una regione nella quale si sviluppano gli avvenimenti della trama che fa da contorno al gioco. La regione di Ferrum è ovviamente costellata di Pokémon e allenatori, il cui unico scopo nella vita è vivere in armonia, divertirsi con i propri inseparabili compagni di avventure e, ovviamente, lottare come se non ci fosse un domani. Anche il nostro alter ego si inserisce alla perfezione in questo contesto e, dalla piccola città di Borgo vecchio di Ferrum, cerca di farsi strada nella lega regionale seguendo i consigli del proprio Allenatore guida che, spinto da chissà quale sindrome da crocerossina, ci accompagnerà passo dopo passo tra le possibilità offerte da Pokkén Tournament DX.

Oltre alla classica “Lotta in singolo”, nella quale è possibile sfidare un avversario controllato dalla CPU per una partita veloce e indolore, e alla modalità “Allenamento”, nella quale ci vengono spiegati i fondamenti delle lotte, la loro struttura e le mosse principali, la mappa di Ferrum ci permette di accedere alle modalità “Lotta in locale”, per le partite in multiplayer, “Lotta online” e infine “Lega Ferrum”, nella quale proseguire nella storia principale. “La tua città”, il proprio quartier generale, permette di modificare le impostazioni e personalizzare il proprio alter ego e il proprio Pokémon. La caratterizzazione visiva di ogni sezione è estremamente chiara e funzionale e, per quanto schematica e decisamente classica, permette di accedere rapidamente alle (purtroppo poche) modalità di gioco evitando i tempi di caricamento o le esplorazioni dispersive che avrebbero probabilmente caratterizzato un hub virtuale fisicamente esplorabile.

ULTRA SMASH

Il roster della versione Switch di Pokkén Tournament, rispetto alla controparte Wii U, vanta l’aggiunta di una manciata di lottatori per un totale di 21 personaggi attinti dalle varie generazioni del franchise e i cui elementi caratterizzanti ne influenzano lo stile di lotta. Se Charizard si basa sulla potenza, Weavile può contare su una velocità superiore, Gardevoir sulla tecnica, mentre Blaziken, Pikachu o Suicune rappresentano i classici lottatori standard, le cui caratteristiche sono più bilanciate e li rendono degli ottimi all-rounder. Una volta scelto il proprio partner è possibile tuffarsi direttamente nella lega Ferrum: tuttavia, come consiglia il nostro allenatore guida, è preferibile fare un giro nella città di Techne per ricevere un’infarinatura sulle meccaniche di combattimento.

Pokkén Tournament DX (così come l’originale su Wii U) è infatti un picchiaduro atipico, nel quale le tecniche dei protagonisti hanno influenzato pesantemente l’approccio degli sviluppatori. Ecco spiegata l’introduzione dei combattimenti bi-fase: ogni incontro inizia infatti in Fase Panoramica, con la telecamera posta alle spalle del giocatore con un’angolazione di circa trenta gradi. Questo permette di spostarsi nell’arena in tutte le direzioni utilizzando la croce direzionale e sferrare attacchi a distanza o ad inseguimento premendo i pulsanti X e Y, mentre il tasto B è adibito al salto. La doppia pressione della croce direzionale permette di eseguire uno scatto, utilissimo per schivare gli attacchi a proiettile. Una volta messi a segno alcuni tipi di attacco, più potenti rispetto a quelli ordinari, è possibile passare dalla fase panoramica alla Fase Lotta: l’inquadratura si avvicina e si sposta lateralmente quasi a novanta gradi.

In questa fase si combatte nel corpo a corpo tipico dei picchiaduro classici mentre i danni inflitti o subiti sono decisamente maggiori. Anche i comandi cambiano leggermente: gli attacchi a proiettile vengono disattivati ed è possibile muoversi unicamente in due dimensioni. Una volta messa a segno una particolare combo o effettuata una presa, si ritorna alla fase panoramica. La struttura degli incontri prevede dunque una continua alternanza tra le fasi, mentre il giocatore che causa un cambio fase riceve in premio un aumento della sua barra di Risonanza. In modo simile a quanto visto a partire da Pokémon X e Y, i giocatori e i Pokémon sono infatti dotati di una Pietra di Risonanza che, una volta una riempita l’apposita barra, consente di attivare la cosiddetta Ultra Risonanza la quale, oltre a causare un notevole aumento delle statistiche del lottatore, offre la possibilità di mettere a segno un devastante e spettacolare Ultra Attacco.

Pokkén Tournament DX

L’UNIONE FA LA FORZA

Un’altra particolarità dei combattimenti è costituita dalla presenza dei cosiddetti Pokémon di supporto. Prima di ogni incontro siamo infatti chiamati a scegliere una coppia di supporto tra quelle disponibili e che vengono sbloccate con il prosieguo degli incontri. Una volta scelta la coppia di supporto, dovremo selezionare il Pokémon che ci farà da spalla durante il singolo round tenendo conto del tipo di azione e del relativo tempo di ricarica. Durante il combattimento infatti un apposito indicatore di supporto si riempie con lo scorrere dei secondi e, una volta pieno, consente di chiamare in campo la propria spalla premendo il tasto dorsale L. Il Pokémon rimarrà sul terreno di scontro quanto necessario a completare l’azione predefinita, dopodiché l’icona torna a zero e ricomincia a caricarsi. I Pokémon di supporto possono eseguire azioni d’attacco, disturbo o potenziamento, per cui è possibile effettuare le proprie scelte basandosi sia sul proprio stile di lotta che sulle caratteristiche dell’avversario. Tra un round e l’altro inoltre il proprio Allenatore Guida mette a nostra disposizione diverse abilità di sostegno che andranno ad influenzare la barra di Risonanza o l’indicatore di supporto e che sono selezionabili, una volta sbloccate, tra le opzioni de “La tua città” nella mappa.

Tutte queste variabili potrebbero inizialmente creare confusione e risultare difficilmente gestibili, tant’è che durante gli scontri spesso ci si scorda di chiamare il proprio Pokémon di supporto, di modificare le abilità di sostegno o addirittura di attivare l’Ultra Risonanza. Diversamente dalla versione Wii U, tali opzioni sono tra l’altro completamente sbloccate fin dall’inizio, perciò i giocatori meno smaliziati potrebbero trovarsi inizialmente disorientati dalle decine di combinazioni disponibili. Il nostro Allenatore guida tuttavia non lesina mai in consigli e anche durante i combattimenti non la smette un secondo di vomitare istruzioni e ricordarci quali barre siano piene e attivabili, peggio che nei migliori film di Rocky. Fortunatamente, tra le opzioni, è possibile diminuire o disattivare del tutto gli interventi dell’allenatore guida cosicché, una volta acquisita la padronanza del sistema di gioco, ci si possa concentrare unicamente sulla lotta, sebbene personalmente io abbia trovato piuttosto divertente poter scaricare la tensione degli scontri inveendo gratuitamente contro qualcuno che non tiene il becco chiuso per un istante e ignora bellamente le nostre richieste di far silenzio come un vero coach virtuale.

CAMPIONISSIMI

Una volta presa confidenza con i controlli e le meccaniche, è tempo di tentare la scalata alla Lega Ferrum. Si parte quindi dal basso e, a seconda della propria classe di allenatore, è possibile accedere a leghe di difficoltà crescente: la lega Verde è riservata agli allenatori di classe D, quella Blu per la classe C e così via fino alla lega Croma, in cui combattono allenatori di classe A. Per diventare campioni è necessario effettuare una serie di incontri causali con altri allenatori partecipanti alla lega e scalare la classifica in base alla percentuale di successi. Una volta entrati tra i primi otto allenatori si accede a un torneo ad eliminazione diretta e, in caso di vittoria, si diventa campioni ottenendo così l’accesso all’esame di qualificazione per la lega successiva, costituito da un combattimento contro un maestro. Il livello di difficoltà della lega Verde è particolarmente basso, ma risulta perfetto per prendere confidenza con i comandi, le varie fasi della lotta e i bonus da attivare durante gli incontri. Una volta superata la prima lega, le cose iniziano a farsi subito più interessanti: prima di poter sostenere il primo esame di ammissione avremo un assaggio di cosa significhi un combattimento contro un avversario serio, mentre già dalla classe C non si può pensare di vincere tutti gli incontri con del semplice button-mashing.

Diventare campioni della lega Croma richiede allenamento, buoni riflessi, padronanza delle combo e soprattutto del “Triangolo degli Attacchi”. Per aggiungere ulteriore profondità al sistema di combattimento gli sviluppatori hanno infatti introdotto un sistema à-la sasso, carta e forbice per poter contrastare qualsiasi attacco con una contromossa. Gli attacchi semplici possono infatti essere respinti con un contrattacco, il contrattacco viene contrastato dalle prese, mentre queste ultime possono essere interrotte da un attacco semplice. Alla fine degli incontri, a seconda della nostra prestazione, riceveremo poi un punteggio abilità che ci permetterà di potenziare strada facendo le statistiche di base del nostro Pokémon, oltre che di ottenere premi in denaro da spendere per comprare oggetti con cui personalizzare il nostro avatar: tutti fattori che avvicinano, anche se solo parzialmente, Pokkén Tournament DX alla matrice ruolistica da cui derivano le creature Nintendo.

Pokkén Tournament DX

FUOCO E FIAMME

La componente online si suddivide invece in incontri amichevoli e classificati. Se nei primi è possibile combattere con qualsiasi avversario senza il pericolo di inficiare la propria classe e scontrarsi con i propri amici in remoto, gli incontri classificati costituiscono una sorta di enorme Lega Ferrum e sono organizzati in modo simile alla controparte offline. Si parte dalla classe E5 e si combatte contro avversari di pari livello: in base ai risultati è possibile avanzare di classe e tentare la scalata al ranking mondiale. Sono previste sanzioni per chi si disconnette durante gli incontri e, sebbene un giudizio definitivo su questa componente sia ancora prematuro, di sicuro ci sono tutti i presupposti per un’esperienza online coinvolgente e gratificante.

Dal punto di vista tecnico Namco Bandai ha svolto un buon lavoro nella conversione del titolo su Switch: gli ottimi modelli poligonali dei personaggi, così come gli effetti particellari che accompagnano le mosse speciali ricalcano quelli proposti su Wii U e sono accompagnati da un solidissimo frame-rate sia in modalità dock che in mobilità. Particolare cura è stata inoltre riservata alle mosse dei singoli Pokémon che rispecchiano in buona parte gli attacchi storici delle controparti portatili e accompagnano finalmente un roster numericamente soddisfacente. Discorso opposto per i Pokémon di supporto, presenti in gran quantità ma accoppiati in modo predefinito e la cui presenza, sebbene adeguatamente caratterizzata, si riduce a una comparsata spesso superflua. Le arene sono ben realizzate e quasi sempre animate, nonostante tradiscano un evidente aliasing che tuttavia non balza all’occhio se non durante le brevi animazioni introduttive. Le musiche rievocano i motivetti tipici delle arene nei giochi della serie e contribuiscono a immergere in modo credibile nella regione di Ferrum mentre i versi dei Pokémon, nel caso ci fosse qualche dubbio, sono riproduzioni fedeli delle controparti storiche.

Pokkén Tournament DX

LACUNE E NOVITÀ

Se pensavate tuttavia che Nintendo si fosse limitata a una conversione pedissequa di uno degli ultimi titoli che abbiano visto luce su Wii U, vi sbagliate. A livello tecnico non ci sono evidenti novità, è vero, eppure a livello di contenuti sono spuntate una paio di modalità in più rendono decisamente più varia sfaccettata l’esperienza di gioco. Da citare senza dubbio a questo proposito la modalità “Lotta a Squadre”, che consente di schierare tre Pokémon in battaglia e di combattere a oltranza fino all’esaurimento delle energie. In questo modo entra in gioco una componente strategica inedita che spinge il giocatore a sperimentare con più lottatori per costruire la squadra più adatta alle proprie caratteristiche e contemporaneamente in grado di affrontare la maggior varietà di avversari possibile. Bandai Namco ha inoltre inserito una nuova modalità chiamata “Sfida Giornaliera”, che vi dà la possibilità di affrontare quotidianamente una sfida con un Pokémon differente che, una volta superata, offrirà svariati punti abilità da utilizzare per potenziare i propri lottatori.

Segnaliamo infine una piccola magagna sul fronte multiplayer locale: se su Wii U era possibile infatti sfidare un amico dividendosi tra lo schermo del televisore e quello del Gamepad, su Switch tale possibilità inevitabilmente è scomparsa e ci si trova a dover usufruire di un classico split-screen. I combattimenti bi-fase e in particolar modo la Fase Panoramica rendono infatti impossibile l’adozione di uno schermo singolo, tuttavia questo escamotage, oltre a rendere l’azione decisamente più confusionaria, palesa in modo evidente alcuni attacchi specifici, che diventano molto meno efficaci contro i giocatori più tecnici. Ci teniamo a precisare che in modalità portatile, e in particolare collegando localmente due console via Wi-Fi, è possibile ovviare al problema, tuttavia siamo ben consapevoli che tale situazione non sarà di certo molto frequente, soprattutto allo stato attuale.

Pokkén Tournament DX
Pokkén Tournament DX
GIUDIZIO
Pokkén Tournament DX è un esperimento ben riuscito: i combattimenti costituiscono terreno fertile per il brand Nintendo e Namco Bandai sfrutta nel migliore dei modi le peculiarità del famosissimo gioco di ruolo per portare una ventata d'aria fresca nell'ambito dei picchiaduro tridimensionali. Le lotte concitate, spezzate dai continui cambi di fase, richiedono un minimo di adattamento e probabilmente la carne al fuoco è talmente tanta da lasciare il giocatore inizialmente interdetto. Tuttavia i comandi intuitivi e la curva di apprendimento ottimamente bilanciata rende Pokkén Tournament DX un titolo godibile e gratificante, visivamente piacevole e potenzialmente molto longevo, complici anche le sfide giornaliere e una componente multiplayer online che speriamo possa contare su una solida base installata. Consigliato agli appassionati dei Pokémon e a chi cerca un picchiaduro per Switch che sia al contempo profondo ma che non rinunci all'immediatezza che caratterizza i titoli Nintendo.
GRAFICA
8
SONORO
8
LONGEVITÀ
8.5
GAMEPLAY
8.5
PRO
Nuove modalità di gioco e personaggi aggiuntivi
Visivamente gradevole
Sistema di controllo immediato
Tecnicamente profondo...
CONTRO
...ma inizialmente confusionario
Multiplayer locale in split-screen
8.5
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