Wonder Boy: The Dragon's Trap
Versione testata: PS4

Wonder Boy: The Dragon’s Trap

Giorni di un futuro passato. Parafrasando il celebre arco narrativo degli X-Men potremmo racchiudere il senso di Wonder Boy: The Dragon’s Trap, remake del terzo capitolo della popolare serie fantasy che ha visto il suo splendore tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90. Sviluppato da Lizardcube e pubblicato da DotEmu, il ritorno di Wonder Boy passa per il momento esclusivamente dalle attuali console casalinghe e ci lancia da subito nel vivo dell’azione, permettendoci di vestire i panni di Wonder Boy o di Wonder Girl per far fuori qualche drago.

Wonder Boy: The Dragon's Trap

LA MALEDIZIONE DEL PRIMO DRAGO

Come l’originale dell’89, The Dragon’s Trap comincia nel castello del Meka-Dragon, seguendo gli eventi della terza avventura Monster Lair, che si concludeva col superamento del labirinto e l’uccisione del famigerato drago. Dopo aver superato nuovamente il labirinto e ucciso l’antagonista, verremo maledetti e tramutati in una lucertola sputafuoco. Un destino beffardo, in quanto la nostra missione sarà di tornare a essere umani… uccidendo altri draghi. Ognuno di questi, infatti, ci “regalerà” una maledizione che ci farà tramutare in altri animali, fino a tornare alla nostra forma originale. Un “ritenta, sarai più fortunato” in poche parole, ma con draghi e maledizioni a rendere il tutto più divertente.

Ogni trasformazione ha una su abilità. La lucertola permette di sputare palle di fuoco, il topo ci fa camminare su determinati muri, il piranha può nuotare, il leone ha un attacco che può colpire sopra e sotto e il falco, beh… non è difficile immaginarlo. Grazie alle loro abilità, sarà possibile accedere a determinate zone, altrimenti impossibili da raggiungere in una determinata forma.

Ogni creatura ha dei vantaggi anche per quanto riguarda l’equipaggiamento. Questo difatti si compone di tre pezzi: spada, scudo e armatura. Il primo determina l’attacco mentre gli altri due riducono il danno totale subito. Completamente acquistabili dai rivenditori sparsi per il mondo (la loro porta è caratterizzata da una finestrella), potreste ritrovarvi a passare qualche secondo in più per scegliere l’armatura adatta al personaggio, onde evitare di perire sotto la prima freccia nemica. Una feature un po’ inutile, visto che queste non hanno effetti speciali (se non qualche caso tipo la Maglia di Drago, che permette di nuotare nella lava) e non cambiano nemmeno aspetto al giocatore.

VECCHIO STILE… INVECCHIATO BENE

Non è raro ritrovarsi a riprendere un titolo, anche abbastanza in là con gli anni e famoso nel tempo, e pensare a come sia invecchiato male e che possa essere apprezzato solo da pochi appassionati con qualche anno in più sulle spalle. Nonostante abbia quasi trent’anni, però, Wonder Boy: The Dragon’s Trap sembra una produzione indie moderna, caratterizzato da un gameplay mai ripetitivo o noioso, che ci terrà sempre in allerta senza mai risultare frustrante.

Wonder Boy: The Dragon's Trap
A livello di gameplay non ci sono grosse differenze con comuni platform: salta, colpisci, evita gli attacchi nemici, e così via. Ovviamente, ogni forma animale ha la sua abilità specifica e relativo attacco, ma i comandi rimangono sempre quelli. Eppure c’è una cosa che mancava da un po’ di tempo: i videogiochi moderni non permettono più l’utilizzo di codici speciali, se non qualche caso estremo. In Wonder Boy: The Dragon’s Trap, invece, sono ancora caldamente serviti su un piatto d’argento. Come per l’originale, il “maiale nella chiesa” fornirà una serie di pochi caratteri da usare in altre partite al momento della selezione del personaggio. I codici sono casuali e senza nome, quindi potrebbe capitarvi il codice per partire in forma topo oppure quello per ottenere un sacco di monete.

RI-DISEGNARE UN MITO

LizardCube avrebbe potuto benissimo prendere il codice sorgente del gioco, migliorare leggermente la grafica adattandone la risoluzione a quelle delle TV moderne e propinare The Dragon’s Trap come un remake qualsiasi in HD, come consuetudine di molte, troppe riedizioni. Tuttavia gli sviluppatori hanno deciso di fare le cose per bene, rivedendo completamente lo stile grafico del gioco affidandosi all’artista francese Ben Fiquet. Il designer ha avuto la pazienza di ricreare i personaggi, impregnandoli del suo stile morbido e cartoonesco, senza rinunciare agli effetti d’ombra e ai modelli originali, dando nuova linfa al comparto tecnico, con alcuni scenari che risultano davvero mastodontici e spettacolari.

Wonder Boy: The Dragon's Trap
Anche la soundtrack, in origine composta da Shinichi Sakamoto, è stata totalmente riadattata e modernizzata da Michael Geyre. Tutti i brani sono stati composti in studio e includono diversi generi. Sulla spiaggia sentiremo una musica caraibica, e nel deserto un sottofondo arabico, ma sempre con un chiaro richiamo al genere chiptune. In ogni moment, avrete comunque la possibilità di tuffarvi nel passato e trasformare grafica e sonoro, ritornando agli asset originali e ritrovandovi improvvisamente nel magico mondo 8-bit. Spettacolo.

Wonder Boy: The Dragon's Trap
Wonder Boy: The Dragon’s Trap
GIUDIZIO
Wonder Boy: The Dragon's Trap è un titolo divertente, spensierato e semplice, che propone il gameplay tipico della saga sfruttando un eccezionale restyling tecnico, che ha potuto contare su un vero e proprio remake nella grafica e nel sonoro, permettendo in qualsiasi momento di tornare alla versione originale e apprezzare i miglioramenti proposti dalla software house. Molti giovani potranno così conoscere un pezzo di storia del genere platform, mentre quelli più "anziani" rivivranno i ricordi del passato aiutando nuovamente Wonder Boy a portare a termine la sua missione.
GRAFICA
8.5
SONORO
8
LONGEVITÀ
7.5
GAMEPLAY
8
PRO
Grafica e sonoro completamente rivisitati
Ambienti mastodontici
Uso delle trasformazioni oculato
I codici del maiale
CONTRO
Qualche feature un po' inutile
Niente di realmente innovativo
8.5
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