Che l’industria videoludica italiana sia in costante crescita negli ultimi anni è ormai un dato di fatto: in particolar modo è la scena indie quella che da qualche tempo a questa parte ci regala molte soddisfazioni, con prodotti che sfoggiano uno stile grafico spesso molto ispirato. Lo studio italiano MixedBag appartiene a una nuova categoria di brillanti software house indipendenti e il loro ultimo progetto, forma.8, si attesta come uno dei maggiori esponenti della scena indie attuale, grazie a un titolo dalla forte impronta artistica condito da un gameplay semplice ma al tempo stesso molto efficace.
Già con Futuridium, shoot’em up spaziale approdato sul mercato diversi mesi fa, la software house aveva lasciato intravedere ottime qualità artistiche, ma con il nuovo metroidvania lanciato poche settimane fa il team MixedBag continua il proprio percorso di crescita con un prodotto capace di emozionare sopratutto i giocatori con qualche anno in più sulle spalle. Ci troviamo dunque di fronte a una sorta di nuovo risorgimento videoludico, in cui gli sviluppatori nostrani danno sfoggio della propria bravura attraverso titoli impeccabili dal punto di vista artistico e in grado di offrire spunti interessanti a livello di puro gameplay.
FORMA(.8) MENTIS
Ci scusiamo per il doppio gioco di parole ma per giocare nel migliore dei modi a forma.8 è necessaria una giusta forma mentis dal momento che, pur trattandosi di un titolo moderno, l’esperienza complessiva si discosta molto dalle attuali produzioni. Sì, perché l’avventura di forma.8 ci catapulta in un mondo ostile senza nessuna sorta di tutorial o incipit, fatta eccezione per il filmato di apertura in cui viene mostrata una nave spaziale, chiamata appunto Forma.8, in avaria e il tentativo di espulsione di alcune sonde – tra cui la nostra, che precipiterà dopo un violento scontro.
La sensazione che pervade il giocatore è opprimente e volutamente dark, ma la mancanza di una guida non deve essere vista come un difetto, bensì come un pregio. L’intera esperienza si basa sull’esplorare le varie sezioni degli stage che capiterà di ripercorrere per accedere a zone prima inaccessibili: si tratta comunque di un backtracking studiato in modo oculato e per niente noioso, e in questo senso va di certo fatto un plauso agli sviluppatori per la capacità di riutilizzare gli scenari intelligentemente.
ODISSEA NELLO SPAZIO
In termini di gameplay, forma.8 è l’esaltazione della semplicità: pochi tasti e niente altro. Con la levetta analogica sinistra ci si può muovere lungo lo scenario, con L1 si accede a un’interfaccia che mostra alcune informazioni e una mappa approssimativa della zona, mentre inizialmente si sfruttano le poche abilità disponibili, che potranno aumentare raccogliendo alcuni oggetti speciali nascosti negli scenari.
C’è comunque la possibilità di attaccare i nemici e fronteggiare alcuni enigmi sfruttando una potente onda d’urto e una granata, che potrà essere lanciata in una determinata direzione. Sulla falsariga di quanto avviene in titoli come LIMBO, è il giocatore a dover sperimentare di persona le varie conseguenze derivanti dalle proprie azioni. Non si tratta di un vero e proprio trial and error, ma una struttura che analogamente ci metterà di fronte a enigmi e boss molto impegnativi che offrono un buon tasso di sfida senza risultare mai eccessivamente frustranti, fatta eccezione forse per un paio di situazioni.
Capiterà di dover affrontare nemici e boss all’apparenza invincibili o attraversare sezioni in una corsa contro il tempo, situazioni complesse ma in grado di regalare tante soddisfazioni nell’arco delle sei o più ore necessarie a portare a termine l’avventura (a seconda dell’abilità che dimostrerete nello sconfiggere i boss o nel completare i diversi enigmi ambientali – ben studiati e mai banali). Di certo, come tutti i titoli del genere metrodivania, per riuscire a raggiungere i titoli di coda avrete bisogno di un buon quantitativo di pazienza, onde evitare di lanciare il pad fuori dalla finestra dopo l’ennesimo tentativo andato a vuoto. Vi abbiamo avvisato!
LA GRANDE BELLEZZA
Abbiamo rimarcato più volte l’eccellente lavoro svolto sul comparto tecnico del titolo prodotto da MixedBag, a nostro avviso una delle migliori direzioni artistiche mai viste finora in un titolo indie. A sbalordire non è solo l’atmosfera, capace di regalare un forte e costante senso di pericolo e smarrimento, ma anche il design generale degli scenari. Che si tratti di caverne anguste o spazi enormi, in diverse occasioni non abbiamo potuto evitare di soffermarci ad ammirare la bellezza degli scenari.
Nulla è stato lasciato al caso, in un insieme di tonalità cupe che vengono contrastate da sprazzi di colori accesi che sono parte integrante del gameplay: i punti deboli dei nemici o i loro attacchi sono rappresentati da colori brillanti, stesso discorso per i pericoli celati nell’ambiente intorno a noi. Su PS4 Pro lo spettacolo è senza eguali grazie a un frame-rate granitico e una risoluzione che raggiunge lo splendore dell’Ultra-HD in 4K. Da applausi anche il comparto sonoro, con musiche d’atmosfera che accompagnano il giocatore durante il lungo viaggio con alcune variazioni sul tema impreziosite da sonorità elettroniche old-style.
