Mass Effect: Andromeda
Versione testata: Xbox One

Le prime ore di Mass Effect: Andromeda

[alert type=white ]ATTENZIONE: questa recensione non include un voto e giudizio definitivo su Mass Effect: Andromeda, dato che al momento in cui scriviamo la nostra esperienza con il gioco di ruolo non è stata sufficiente per farci un’idea concreta di un titolo così vasto come quello prodotto da Electronic Arts. Quelle che seguono sono le prime sensazioni basate sulle prime ore di gioco di Andromeda, in attesa di un secondo articolo che analizzerà tutti quegli elementi più avanzati del gameplay che necessitano di una conoscenza più approfondita.[/alert]

Quello di Mass Effect: Andromeda è un viaggio verso una galassia inesplorata, una nuova speranza per l’umanità, ma anche un’impresa molto difficile per BioWare, che porta sulle spalle un fardello piuttosto pesante: sostituire un protagonista amatissimo e riconoscibile come John Shepard con una coppia di nuovi eroi – il cui carisma, per forza di cose, non è lontanamente paragonabile a quello dell’eroe della trilogia originale.

Eppure, Andromeda riesce già dal principio a dare un’idea concreta di ciò che la software house ha in mente per quella che, probabilmente, sarà una nuova trilogia: espandere la mitologia della saga, permettendo ai nuovi giocatori di affacciarsi all’universo di Mass Effect pur non avendo vissuto gli eventi dei precedenti episodi. Un sequel dal sapore di reboot, che non cancella però gli sforzi fatti in precedenza dagli sviluppatori nel tentativo di creare un franchise maestoso, caratterizzato da una lore vasta e affascinante, intricata ma sempre coerente.

Mass Effect: Andromeda

IL PIONIERE DI UNA NUOVA ERA

Coerente com’è l’inizio di Andromeda, che già dall’editor dei personaggi dimostra di non voler eliminare con un colpo di spugna l’eredità di Mass Effect facendo un importante riferimento al passato, di cui però non vi sveleremo nulla per non rovinarvi la sorpresa. Una volta scelto il proprio personaggio, con la possibilità di optare per uno dei modelli prestabiliti (Scott o Sarah Ryder) oppure di creare il proprio alter ego personalizzato, avrà inizio l’avventura vera e propria: un viaggio verso l’ignoto, un tentativo da parte dell’umanità di colonizzare un nuovo universo muovendosi a migliaia di anni luce dai confini della Via Lattea, un’avventura che parte a cavallo tra gli eventi del secondo e terzo capitolo. Un percorso verso la Terra Promessa, la ricerca di quell’eden a lungo desiderato dalla razza umana, che si risveglia lentamente da un sonno lungo seicento anni.

La nostra avventura alle prese con Andromeda ha avuto inizio con un risveglio non proprio ideale per Scott Ryder, protagonista e figlio del Pioniere Alec Ryder, impegnato in una missione di ricognizione su Habitat 7, uno dei possibili pianeti destinati ad accogliere gli umani. Qui abbiamo mosso i primi passi sperimentando il nuovo gameplay studiato da BioWare, che parte dalla base marcatamente action di Mass Effect 3 per offrire uno stile più moderno e consono ai tempi. L’idea è quella di uno sparatutto in terza persona, dove la componente ruolistica è sempre rilevante – con armi e armature, abilità e punti esperienza, dialoghi e bivi narrativi – ma il gunplay assume una maggiore importanza, regalando un feeling ora estremamente soddisfacente per quanto concerne le armi e tante abilità interessanti.

Mass Effect: Andromeda

COMBAT EFFECT

Il gameplay, dicevamo, esaspera la componente action di Mass Effect 3 e si avvicina con decisione verso lo stile dei TPS con coperture (qui gestite automaticamente) dove il nuovo jetpack permette di compiere balzi prodigiosi, schivare attacchi nemici oppure combinare entrambe le cose, offrendo possibilità di movimento inedite e notevoli per la saga che rendono più “pepati” i combattimenti. Un sistema di tre abilità rapide permette al giocatore di personalizzare il proprio stile di lotta, mettendo da parte per un attimo la concezione di “classi” che ha caratterizzato gli ultimi episodi della serie, probabilmente troppo limitativa rispetto a quelli che sono gli standard attuali. Le abilità sono suddivise ancora una volta in Combattimento, Biotica e Tecnologia, e sono sufficientemente variegate per fornire al giocatore molteplici soluzioni per affrontare i combattimenti con approcci differenti.

Nel corso delle prime ore, abbiamo sperimentato i diversi effetti di queste abilità, scegliendo di affrontare l’esplorazione su Habitat 7 prima ed Eos poi con un colpo stordente (utile per sorprendere i nemici dalla distanza), uno scudo in grado di ripristinare le difese e sopratutto un colpo criogenico, capace di congelare i nemici più coriacei e darci tempo di preparare le contromisure più appropriate. Ognuna di queste abilità, 36 in totale, può contare sul consueto albero che consente di spendere punti XP in miglioramenti ed evoluzioni che renderanno ciascun potere sempre più letale ed efficace. In base a come spenderemo questi punti, sbloccheremo delle nuove classi che cambieranno il modo in cui il protagonista potrà sfruttare determinate armi e abilità, ottenendo bonus e perk specifici che potrebbero tornare utili nel corso dell’avventura.

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CRAFTING IMMENSO

Ma che ne è stata della componente ruolistica? C’è ancora, seppur in modo probabilmente meno evidente rispetto alla tradizione di Mass Effect. Il crafting, ad esempio, è ancora presente e dona al giocatore la possibilità di utilizzare componenti (armi e armature, ma anche mod speciali) di rarità differente che migliorano l’efficacia e le prestazioni del protagonista sul campo di battaglia, con una varietà notevole di oggetti che sarà possibile creare nel corso dell’avventura. In casi particolari, esplorando gli scenari si troveranno progetti esclusivi per il crafting di armature e altri elementi, che richiederanno una buona dose di risorse interplanetarie.

Qui entra in gioco una delle componenti probabilmente meno riuscite di Andromeda, ovvero lo scanner, che a metà tra la modalità Detective di Batman: Arkham e lo strumento multi-uso di No Man’s Sky permette di analizzare alcuni oggetti presenti negli scenari, raccogliendo speciali punti dell’Iniziativa Andromeda e risorse che si potranno spendere per la creazione. A conti fatti, però, l’uso dello scanner risulta troppo invasivo e ben presto ripetitivo, dato che basterà puntare il raggio dello strumento verso la zona desiderata una, due, cento volte per raccogliere risorse e punti. Inoltre, il fatto di dover camminare perennemente con lo scanner attivato smorza eccessivamente il ritmo dell’esplorazione e rischia di annoiare dopo uno o due pianeti passati ad analizzare gli elementi più improbabili.

Mass Effect: Andromeda

C’è un’altra considerazione da fare quando si parla dell’anima prettamente GdR della nuova fatica di BioWare, che mette probabilmente in secondo piano i rapporti interpersonali e la possibilità di dare una propria versione della storia in base alle scelte compiute. L’impressione, perlomeno in queste prime ore di gioco, è di un impatto decisamente minimo sul canovaccio, che in Andromeda sembra più che mai “guidato” verso un’evoluzione ben precisa: potranno cambiare i personaggi coinvolti in una particolare scena, magari a causa di ciò che avrete fatto o detto in una discussione specifica, ma non si ha mai la sensazione che un’azione sbagliata o una frase detta nel tono errato possano cambiare drasticamente la storia di Andromeda. Probabilmente è presto per apprezzare decisioni che, magari, avranno ripercussioni specifiche solo sul finire della trama, ma il giudizio provvisorio è di una profondità narrativa inferiore alle aspettative e alla tradizione a cui BioWare ci ha abituato negli episodi precedenti.

In Andromeda torna anche la possibilità di esplorare gli ambienti a bordo di un veicolo terrestre, il Nomad, che prende il posto dello sciagurato Mako offrendo diverse modalità di guida (con trazioni differenti in base alla tipologia di terreno da affrontare), un boost di velocità e un salto. Rispetto al passato, il modello di guida sviluppato da BioWare in collaborazione con gli autori di Need for Speed risulta finalmente decente e mai frustrante, rendendo l’esplorazione dei pianeti (in molti casi vastissimi) un’attività piacevole e divertente. Il Nomad fornirà protezione dalle zone radioattive che si trovano tra un’area e l’altra del pianeta e svolgerà un ruolo fondamentale per offrire al giocatore la possibilità di colonizzare i pianeti, oltre che per la scoperta di nuovi punti di interesse e la raccolta di minerali che è possibile individuare utilizzando lo scanner integrato. Questi elementi, insieme alla possibilità di espandere le aree della propria navicella Tempest (e dunque le abilità, la qualità e rarità dell’equipaggiamento) contribuiscono a rendere più variegata e profonda l’esperienza di gioco di Andromeda per tutti coloro desiderassero perdere ore e ore nell’esplorazione e nel completamento di side-quest.

Mass Effect: Andromeda

E arriviamo alla parte finale di questa recensione provvisoria, con una breve analisi sull’argomento più controverso di questi ultimi giorni: il comparto tecnico. Non possiamo esimerci dal confermare che sotto questo aspetto Andromeda è un prodotto estremamente deludente, specialmente se si considera il motore di gioco che alimenta la nuova produzione di BioWare, ovvero il Frostbite Engine di DICE. Ciò che lascia più perplessi, come avrete già avuto modo di vedere nelle varie GIF o nei meme su Internet, sono le animazioni dei personaggi, decisamente al di sotto degli standard per una “produzione tripla-A” del 2017. Le espressioni facciali sono decisamente innaturali e poco realistiche, aspetto che rende davvero difficile riuscire a immedesimarsi nei personaggi ed entrare in empatia con i protagonisti.

Non sappiamo se l’eccessiva piattezza degli scenari, la superficialità di alcuni modelli poligonali e le succitate animazioni ed espressioni facciali siano frutto di un prodotto affrettato, che avrebbe dovuto esordire magari a fine anno ed è stato lanciato prematuramente sul mercato, ma dubitiamo che BioWare possa risolvere la questione con una semplice patch. Il che è un peccato, visto che a livello artistico Mass Effect: Andromeda può vantare uno stile affascinante e magnetico come pochi altri titoli lanciati negli ultimi anni, sebbene si notino moltissimo le influenze (reciproche, in buona parte dei casi) con altri franchise dall’impronta sci-fi come Halo e Destiny.

Mass Effect: Andromeda

Tra qualche giorno, torneremo a parlare di Andromeda con un articolo finale che approfondirà tutti quegli elementi che caratterizzeranno l’end-game e le parti avanzate del gameplay, con un giudizio definitivo sulla produzione di BioWare, a cui seguirà un altro articolo concentrato esclusivamente sul comparto multiplayer, sicuramente tra i cardini di questo capitolo di Mass Effect. Restate sintonizzati!