1-2-Switch

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La nuova ammiraglia Nintendo ha fatto finalmente il proprio debutto in società, accompagnata da una manciata di titoli a cui è affidato il non facile compito di reggerne le sorti durante i suoi primi mesi di vita. Se da un lato l’attesissimo The Legend of Zelda: Breath of the Wild ha prevedibilmente catalizzato l’attenzione della maggior parte degli appassionati intenzionati all’acquisto della console, dall’altro un secondo titolo è finito nell’occhio del ciclone sin dalla presentazione ufficiale di Switch, avvenuta lo scorse gennaio. Stiamo parlando ovviamente di 1-2 Switch, originale party-game che, nei piani della casa di Kyoto, avrebbe dovuto essere il banco di prova per mostrare al mondo le funzionalità del sistema di controllo della propria console.

Per questo motivo, la decisione di non includere nella confezione di Switch quella che, de facto, ne costituisce la demo tecnica, ha lasciato tutti piuttosto perplessi, considerato anche che il prezzo di vendita consigliato, 49.99 euro, lo collocano decisamente tra le produzioni di fascia medio-alta. Visto il successo riscosso all’epoca da Wii Sports e, seppur in misura inferiore, da Nintendo Land per Wii U, entrambi inseriti come bundle al lancio delle rispettive console, da subito si è pensato a una precisa scelta di marketing, atta a posizionare Switch in una fascia di prezzo ben definita, sacrificando l’appetibilità che un bundle di questo genere avrebbe potuto garantire agli occhi degli indecisi.

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MEGLIO… ACCOMPAGNATI. SEMPRE.

1-2 Switch è un titolo atipico, che risulta quasi temerario definire videogioco dal momento che lo schermo risulta in larga parte superfluo se non a fini esplicativi. Una volta avviato, il gioco invita i giocatori a scollegare i due Joy-Con e di impugnarne uno a testa. Si viene dunque catapultati di fronte a un filmato in live-action in cui due attori in carne e ossa simulano piuttosto esplicitamente ciò che saremo chiamati a fare durante la sfida. Il filmato è quasi sempre accompagnato da una narrazione esplicativa (rigorosamente doppiata in italiano) che dovrebbe teoricamente scongiurare qualsiasi incomprensione. Sottolineiamo teoricamente, perché in realtà, soprattutto durante i minigiochi più avanzati, padroneggiare i movimenti richiesti senza poter fare affidamento sul supporto visivo risulta spesso meno immediato del previsto.

In buona parte dei 28 minigiochi proposti si viene infatti invitati a rivolgere lo sguardo al proprio avversario e affidarsi a tatto e udito anziché alla propria vista. L’esempio più immediato in questo senso, e probabilmente più conosciuto tra quelli pubblicizzati da Nintendo in queste settimane, è senza dubbio “Duello nel West”: uno di fronte all’altro i due giocatori devono guardarsi dritto negli occhi tenendo i rispettivi Joy-Con puntati verso il terreno, come se stessero impugnando una pistola in un vero duello fra cowboy. A quel punto è necessario attendere che la voce del giudice virtuale gridi ” fuoco” per poi puntare di scatto il Joy-Con verso l’avversario e premere il grilletto dorsale Z per sparare. Una schermata di riepilogo annuncerà il pistolero più veloce e offrirà un replay con i rispettivi tempi di risposta e i movimenti della propria arma virtuale.

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Questo minigioco dispone poi di un’ulteriore modalità che aggiunge un po’ di pepe all’azione: anziché dichiarare subito il via, prima di dire “fuoco” il giudice urlerà una serie imprecisata di parole che iniziano con la lettera effe, cercando in questo modo di destabilizzare il giocatore con i nervi meno saldi che potrebbe così cedere alla tensione e premere il grilletto prima del segnale, decretando quindi la propria sconfitta.

NO SWITCH, NO PARTY

La difficoltà di un’azione scollegata dalla vista sono immediatamente percepibili in minigiochi come il “Tennis da tavolo” o il “Baseball”. In questo caso è necessario colpire la palla con il giusto tempismo basandosi unicamente sugli effetti sonori generati dal suo rimbalzo o, nel secondo caso, dalla sua velocità di spostamento. Il fatto che il proprio avversario possa scegliere di effettuare un pallonetto o uno smash (o di lanciare una palla lenta o una palla veloce) con la semplice pressione di un tasto, sommato ai movimenti fisici dei colpi (o dei lanci) che non rispecchiano l’effettiva velocità dell’azione simulata, rende tutto più imprevedibile e difficile.

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Un approccio decisamente differente rispetto all’esperienza proposta da Wii Sports, che prevedeva un costante e preciso supporto visivo, ma non per questo meno coinvolgente e gratificante. Non mancano ovviamente minigiochi più classici, in cui lo schermo torna a essere l’elemento fondamentale (pensiamo alla modalità “Tesori Incatenati”, che sfrutta i sensori di movimento per scogliere uno scrigno dalle catene girando il Joy-Con tra le mani) ma sono comunque presenti in misura decisamente ridotta. Il vero protagonista del pacchetto, oltre ai precisissimi sensori di movimento, è infatti il Rumble HD, che si rivela una piacevole sorpresa e riesce a trasmettere sensazioni davvero pregevoli, specialmente in determinati frangenti.

Salta subito alla mente “Conta biglie”, nel quale è necessario indovinare il numero di palline contenute all’interno di una scatoletta di legno semplicemente inclinando il Joy-Con. Questo riesce effettivamente a trasmettere con incredibile realismo la sensazione di rotolamento e le collisioni delle palline, sia che queste impattino tra di loro, sia che colpiscano i lati della scatola. Un altro esempio della bontà del Rumble HD si può avere durante la modalità “Bollicine”: in questo minigioco è necessario scuotere un Joy-Con come se fosse una bottiglia di soda per poi passarlo al giocatore successivo finché non “scoppia” in mano a qualcuno. In questo caso ci ha sorpreso la sensazione trasmessa dal Rumble, che riesce a riprodurre in modo eccellente sia le variazioni d’intensità sia le vibrazioni più impercettibili generate dalle bollicine più piccole.

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Questo minigioco è inoltre un esempio lampante di quanto il numero dei giocatori sia fondamentale per poter apprezzare al meglio 1-2 Switch: se da un lato è vero che la maggior parte delle modalità richiede la presenza di due giocatori, dall’altro alcune di esse, come l’ultima citata, risultano piuttosto sterili se affrontate solo in coppia, per non parlare dei due minigiochi per giocatore singolo, che perdono completamente di significato senza la possibilità di sottoporsi allo spietato scherno di un folto gruppo di amici.

ODI ET AMO

Dal nostro punto di vista, 1-2 Switch dà il meglio di sé quando affrontato in gruppo: in quattro il divertimento raddoppia, ma in sei o anche otto persone questo sale a livelli esponenziali, riuscendo a offrire parecchi minuti di divertimento e vette di pura rissa verbale tra squadre (la menzione d’onore in questo caso va a “Scopri i dadi”, in cui il bluff ricopre un ruolo fondamentale). Per rendere le cose meno lineari e più simili a un party-game più classico, i ragazzi di Nintendo EPD hanno introdotto un’apposita modalità a squadre che permette ai giocatori di dividersi in due team e di sfidarsi, alternandosi ai Joy-Con due alla volta, per il completamento di un tabellone composto da poco più di 20 caselle.

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Disposte in rigorosa sequenza, ognuna di esse prevede un minigioco diverso, estratto a sorte tra i 28 disponibili. All’inizio del proprio turno, una squadra lancia il dado che ne determina l’avanzamento (o meno) sul tabellone. Il giocatore che vince il minigioco sfida che ne consegue fa guadagnare alla propria squadra il diritto di lanciare il dado e, ovviamente, il gruppo che taglia il traguardo si aggiudica la partita.

Questa modalità si rivela una gradita aggiunta e ben presto diventerà la modalità principale alla quale giocare: una volta esaurito l’effetto novità difficilmente tornerete a giocare in coppia singola, se non per rivedere le meccaniche di alcuni minigiochi meno immediati e più complessi in modo da poterli spiegare ai vostri amici durante le sessioni a squadre. Nonostante le spiegazioni iniziali infatti, alcune modalità risultano poco ispirate o piuttosto ostiche da interpretare correttamente, soprattutto le prime volte.

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Ciononostante, la curva di apprendimento generale è pressoché inesistente e, assieme alla totale assenza di una modalità in single player che possa offrire un minimo di gratificazione e costituire quindi di per sé un motivo per tornare a testare le potenzialità del sistema di controllo offerto da Switch. Colpisce inoltre il fatto che alcune caratteristiche del controller (una su tutte la lettura a infrarossi presente in una sola occasione) vengano sfruttate raramente o in maniera poco originale.

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GIUDIZIO
1-2 Switch si rivela un'ottima demo tecnica, capace di mettere efficacemente in risalto le peculiarità del sistema di controllo dell'ibrida Nintendo. I 28 minigiochi sono per la maggior parte immediati e coinvolgenti, mentre la ricorrente necessità di giocare senza guardare lo schermo costituisce una nuova sfida in grado di annullare il vantaggio dovuto all'esperienza dei giocatori più navigati. Godibile anche in coppia, riesce a toccare notevoli picchi di divertimento durante le partite a squadre, mentre l'assenza di una modalità per giocatore singolo lo rende del tutto inadatto ai giocatori solitari. L'aspetto minimalista e la natura per certi versi controversa, che lo allontanano dalla tipica incarnazione del mezzo videoludico che fa della vista il proprio elemento dominante, potrebbero renderlo indigesto ai giocatori meno disposti al cambiamento. Consigliatissimo a tutti coloro che dispongono di un gruppo di amici capace di mettersi in gioco e prendersi poco sul serio, resta il rammarico per la decisione di non includerlo nella confezione di Switch che, assieme a un prezzo di vendita un po' troppo elevato, ne ha indubbiamente impedito una diffusione più capillare.
GRAFICA
6
SONORO
7
LONGEVITÀ
6
GAMEPLAY
6.5
PRO
Formidabile in gruppo
Minigiochi bizzarri
Ottima demo tecnica...
CONTRO
...ma alcune caratteristiche vengono sfruttate poco
Longevità ridotta
Prezzo di vendita elevato
6
4001
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