That Dragon, Cancer

That Dragon, Cancer

Non è certo semplice approcciarsi a un gioco come That Dragon, Cancer. Impossibile avvicinarsi a un prodotto simile a cuor leggero, sopratutto se – come il sottoscritto – si è genitori. Ma è proprio il suo trattare un tema così delicato che rende questa produzione indie una piccola perla del panorama videoludico moderno, nonché uno dei videogiochi più emozionanti a cui abbia avuto modo di giocare sin dagli albori di questa mia passione. Lo dico chiaramente, senza mezze misure: That Dragon, Cancer fa piangere a dirotto, dall’inizio alla fine della sua triste storia. Eppure dura solo poco più di novanta minuti, una passeggiata purtroppo tra le meno piacevoli che si possano intraprendere.

That Dragon, Cancer è stato concepito e realizzato a seguito di una tragedia, ossia la scomparsa di un bambino di nome Joel Evan Green – di cinque anni ma malato da quattro – a causa di un mostro, un dragone irresistibile, il cancro. A volere questo particolare prodotto, tristemente celebrativo, sono stati gli stessi genitori di Joel, che collaborando con un team di sette persone hanno realizzato un titolo che per forza di cose si stacca dalle consuetudini del videogioco, e le cui vendite saranno interamente devolute alla lotta contro una delle malattie peggiori che esistano dalla nascita dell’umanità.

Definirlo videogioco, in realtà, è forse un po’ troppo, o meglio, probabilmente troppo poco. That Dragon, Cancer è piuttosto un veicolo, un mezzo molto toccante e introspettivo per comunicare al mondo il ricordo del piccolo Joel. Di parti giocabili ce ne sono poche: con l’utilizzo del mouse si intraprendono quattordici scenari, più o meno tristi, che portano poi all’inevitabile conclusione con la vittoria finale del dragone. Giudicare il prodotto per la sua componente ludica sarebbe tuttavia tanto ingiusto quanto fuori luogo: lo scopo del gioco non è quello di intrattenere ma di diffondere un messaggio, e questo That Dragon, Cancer lo fa in un modo più unico che raro. Difficile trattenere l’emozione una volta giunti all’epilogo della storia, e abbandonarsi alle lacrime diventa inevitabile.

Qualche richiamo al videogioco classico ci sarebbe pure, come una parte ispirata a Mario Kart sembra voler ricordare come nell’immensa tristezza un piccolo spazio per gioire ancora esista. Particolarmente toccante è lo stile grafico utilizzato: le facce di persone e bambini completamente bianche, vuote, già inevitabilmente private di quello che la malattia riuscirà purtroppo a estirpare per sempre.

GIUDIZIO

Non è facile consigliare That Dragon, Cancer. È un videogioco che vuole evidenziare una scomparsa, quella di Joel, che non può non colpire anche la persona più distaccata. Tuttavia, in un mondo che corre via forse troppo velocemente, i novanta minuti di questa triste avventura potrebbero essere un buon motivo per fermarsi un attimo e riflettere. Senza dimenticare che la lotta contro il cancro ha di certo bisogno di un piccolo aiuto.