Rise of the Tomb Raider - Recensione

Rise of the Tomb Raider – PC

Non è certo un mistero che Rise of the Tomb Raider si sia rivelato uno dei migliori titoli del 2015, e proprio alla luce di questo l’uscita della versione PC non poteva che essere accompagnata da un’ondata di hype davvero incredibile. Le polemiche dovute all’esclusività temporale “conquistata” da Microsoft hanno infatti ceduto il passo a gioia ed entusiasmo, lasciandoci con dunque con l’annoso (ma sempre graditissimo) compito di rispondere a una sola, semplice domanda: il capolavoro di Crystal Dynamics si sarà rivelato tale anche su PC? E la risposta, cari miei, già la sapete… ma andiamo con ordine.

UN ULTERIORE PASSO AVANTI

Essendo passati ormai diversi mesi dal debutto di Rise of the Tomb Raider su Xbox One, è molto probabile che gran parte di voi abbiano già avuto modo di giocare (o quantomeno di sentir parlare) di questa nuova avventura, ma qualora non foste fra questi, le prossime righe vi saranno senz’altro utilissime. Rise of the Tomb Raider racconta ovviamente le vicende della bella Lara, un anno dopo gli eventi del precedente capitolo della serie.

Di tempo, insomma, non ne è passato poi tanto ma Lara, ormai irrimediabilmente cambiata da ciò che ha dovuto sopportare e superare in passato, è animata da un’ennesima ossessione, ovvero quella di realizzare il sogno di suo padre, trovando la misteriosa Tomba del Profeta, artefatto al cui interno dovrebbe celarsi il segreto per la vita eterna. La sua ricerca la condurrà ovviamente verso innumerevoli situazioni ad altissimo rischio, ma il divertimento, come da tradizione, deriverà proprio da questo.

Sin dalle primissime fasi, in cui ci si trova a scalare i ghiacci nel cuore della Siberia ricevendo così un primo assaggio del maestoso lavoro svolto da Crystal Dynamics in termini di sequenze scriptate e atmosfera, è infatti impossibile non rendersi conto di essere di fronte a uno dei pochi prodotti davvero meritevoli di essere definiti “tripla A”, sensazione che peraltro, come vedremo fra poco, è stata resa ancor più tangibile dalle migliorie tecniche apportate a questa edizione per PC.

Nonostante qualche piccolo difetto qua e là, come una IA nemica non proprio eccelsa e alcune fasi narrative un po’ fiacche, l’esperienza si conferma infatti appassionante e soprattutto divertente lungo tutto il suo corso, senza mai cedere il passo alla noia o monotonia. In questo senso le innumerevoli sequenze scriptate che sorreggono ed esaltano la narrazione giocano ovviamente un ruolo di primaria importanza, e  lo stesso dicesi per un comparto tecnico che, proprio nella versione PC, raggiunge livelli davvero insperati e soprattutto inaspettati.

Complici innumerevoli impostazioni utili per adattare il gioco alla propria configurazione hardware, e cosa ancor più importante, una lunga serie di miglioramenti, l’esperienza risulta infatti ancor più d’impatto rispetto a quella offerta dell’edizione Xbox garantendo un colpo d’occhio a tratti davvero pazzesco. Alla luce degli straordinari effetti particellari, della maggior profondità di campo, del magistrale sistema d’illuminazione e, in generale, dell’incredibile livello di dettaglio che contraddistingue ogni elemento di gioco, in alcune occasioni la sensazione non è quella di trovarsi di fronte a uno schermo bensì a una finestra che si affaccia su un mondo parallelo che aspetta solo di essere esplorato e assaporato nei minimi dettagli. Insomma, una brutale prova di forza da parte di Crystal Dynamics.

L’immenso valore tecnico di questa riedizione di Rise of the Tomb Raider ha tuttavia il suo prevedibile prezzo: chiunque voglia sperare di superare la resa dell’edizione per Xbox One dovrà infatti necessariamente ricorrere a un PC di alta fascia provvisto di una scheda grafica da almeno 3GB, e qualora si voglia ambire ai mistici 1080p con 60fps, l’unica via è quella di ricorrere “almeno” a una NVIDIA GTX 970. Insomma, un titolo che solo “pochi eletti” saranno in grado di assaporare al massimo delle sue potenzialità grafiche, ma che proprio in quest’ultimo caso potrebbe giustificare in pieno un secondo playthrough anche da parte di chi avesse già completato l’avventura su Xbox One nel recentissimo passato.

E per finire una chicca davvero inaspettata, ovvero la minor latenza dei comandi, aspetto apparentemente marginale, ma che all’atto pratico riesce ad accrescere parecchio l’immediatezza dell’intera esperienza. A un occhio poco attento, il lavoro svolto dal team di sviluppo in questo senso potrebbe apparire quasi impercettibile (anzi, leviamo il quasi) ma sono assolutamente certo che chi di voi avesse giocato e rigiocato la versione per Xbox One, non potrà fare a meno di sentire una certa differenza, soprattutto in occasione di sparatorie e QTE.

GIUDIZIO

In un’epoca in cui l’utenza PC viene spesso abbandonata al suo destino, questa edizione di Rise of the Tomb Raider rappresenta una brutale testimonianza del talento e soprattutto della professionalità di Crystal Dynamics.