Battlefield 1

Battlefield 1

Da qualche anno, ormai, gli sparatutto hanno abbracciato ambientazioni sempre più fantascientifiche, una sorta di futurismo videoludico in cui fucili e mitragliatrici hanno lasciato spazio a potenti esoscheletri e cannoni al plasma. La scelta di DICE di tornare indietro di cent’anni è un rischio che in pochi avrebbero corso, complice anche un appeal minore della Grande Guerra rispetto alla Seconda Guerra Mondiale o ai conflitti fantapolitici visti in Battlefield 4.

A distanza di tre anni dall’uscita del quarto capitolo di Battlefield, DICE mette in scena la sua visione del primo conflitto mondiale con una campagna finalmente interessante e matura che fa da contorno a un multiplayer di primo ordine, il tutto mostrando i muscoli grazie all’imponente motore Frostbite. Basteranno questi elementi per vincere la “guerra” contro il nuovo episodio sci-fi di Call of Duty e il sequel di Titanfall? Scopriamolo insieme.

Battlefield 1

BOLLETTINO DI GUERRA

Attraverso i cinque capitoli che compongono la campagna, un breve tuffo nella storia il cui denominatore comune è la guerra, abbiamo vissuto alcune delle battaglie più sanguinose e significative della Prima Guerra Mondiale. In verità, gli sviluppatori non hanno cercato a tutti i costi il realismo storico, tendendo piuttosto a spettacolarizzare il tutto in perfetto stile DICE. Nella prima missione intitolata Tempesta d’Acciaio, ad esempio, potremo assistere a un’interessante meccanica, in cui non è previsto alcun game over in caso di morte del soldato da noi controllato, ma piuttosto un tributo, con tanto di nome, cognome, data di nascita e morte a simboleggiare uno dei tanti caduti durante il conflitto.

In questa prima fase dell’azione, che funge da tutorial alle basi del gioco, l’azione si sposterà da una zona all’altra del campo di battaglia permettendoci di prendere il controllo di un altro soldato, con equipaggiamento e armi differenti. Dopo questo prologo, inizierà un viaggio in giro per il mondo, in cui vivremo diverse situazioni sia per ambientazioni che per varietà: da un carrista inglese a un pilota americano, passando per un soldato di stanza sulle Dolomiti oppure un ribelle che si troverà a combattere al fianco di Lawrence D’Arabia. La varietà di certo non manca ed è possibile in particolari momenti dell’avventura adottare un approccio stealth, situazioni che però finiscono ben presto per essere messe in secondo piano a causa di una intelligenza artificiale non particolarmente brillante.

Ciò nonostante, la campagna di Battlefield 1 si lascia giocare che è un piacere, regalando momenti epici ma anche di riflessione per i temi trattati, come la brutalità del conflitto, il senso di angoscia e la paura dei soldati al fronte. I passi in avanti nel single-player rispetto ai capitoli precedenti sono evidenti, tanto nei contenuti quanto nella qualità con cui questi sono stati confezionati: il taglio cinematografico e una regia ben curata trasmettono l’enfasi del conflitto in modo estremamente coinvolgente, trasmettendo quel senso di paura e smarrimento di tanti uomini messi di fronte a qualcosa più grande di quanto potessero immaginare. Il risultato è un’esperienza ben curata, ma di certo non priva di difetti: non possiamo negare l’evidente miglioramento rispetto a Battlefield 4, ma l’epicità e la cura con cui è stata confezionata la campagna fanno da contraltare a una longevità che si attesta su un misero bottino di cinque ore, con una IA non all’altezza che rende l’esperienza a tratti desolante.

GUERRA TOTALE

Il punto fermo di Battlefield 1 rimane comunque il multiplayer, che in questa edizione ha subito un completo restyling sotto vari punti di vista: uno stravolgimento che ha riguardato l’intera struttura, partendo dai menu fino all’inserimento di due nuove modalità molto interessanti. Nonostante l’ambientazione e il setting possano aver fatto pensare a uno stile di gioco più statico e “di posizione”, Battlefield 1 non rinuncia alla spettacolarità grazie a un gunplay solido ed estremamente divertente, dove la sensazione di ritrovarsi nel bel mezzo di una guerra viva e senza esclusione di colpi è decisamente palese, sia essa a terra, in aria o in mare.

Battlefield 1

Probabilmente i fan di vecchia data potrebbero non essere d’accordo su alcune scelte degli sviluppatori svedesi, come una balistica meno marcata e una maggiore accessibilità che di fatto lo rendono adatto anche ai novizi della serie; non è però così facile farsi largo tra i nemici perché Battlefield 1 trasmette perfettamente e costantemente quel senso di “sporcizia” sia negli scontri corpo a corpo, volutamente brutali come lo furono all’epoca, ma anche di scontri talvolta grezzi dovuti ad armi poco efficienti e relativi prototipi. Sebbene le armi non siano presenti in grande numero, è possibile scegliere tra un paio di varianti della stessa bocca di fuoco, con caratteristiche diverse che permettono di coprire tutte le situazioni che ci troveremo ad affrontare: scontri ravvicinati con mitragliatrici e fucili a pompa, o ancora battaglie sulla media e lunga distanza, con fucili semiautomatici e armi di precisione.

L’equipaggiamento è completato da una buona scelta di armi bianche, granate e accessori come maschere a gas, indispensabili per fronteggiare la tossicità di alcune granate come il gas Mostarda. Anche la visuale dei mezzi è volutamente scomoda, per fare vivere al giocatore le stesse sensazioni di chi si ritrovava a guidare un mostro d’acciaio tra fango e pozzanghere del campo di battaglia. Cattive notizie per i fan delle personalizzazioni: dato il contesto storico, gli sviluppatori hanno avuto il buon senso di rimuovere la possibilità di cambiare colorazione delle armi o applicare skin alternative per i soldati.

Il sistema di classi è quello tipico della serie, in cui troviamo il classico soldato d’artiglieria leggera, dotato di un equipaggiamento per fronteggiare i vari mezzi; un medico, pronto a curare e rianimare i compagni caduti; un soldato di supporto, capace di rifornire l’intero team, nonché l’unico in grado di usare le potenti (ma altamente imprecise) mitragliatrici; infine il classico scout, in grado di ingaggiare i bersagli dalle lunghe distanze e avvistare i nemici in lontananza.

Le novità però riguardano l’inserimento di classi speciali dette Élite: si tratta sostanzialmente di soldati speciali con potente armi e caratteristiche uniche, oppure di specialisti (come Pilota e Carrista) che è possibile scegliere esclusivamente in caso di spawn all’interno di un veicolo di terra o di un aereo. Impersonando una di queste classi, è possibile riparare i mezzi alleati a discapito dell’equipaggiamento, che per l’occasione sarà molto scarno ed essenziale.

Battlefield 1

Oltre alle classiche modalità come Corsa e Conquista, le novità in assoluto più interessante dell’intero comparto multiplayer sono sicuramente Operazioni e Piccioni di Guerra. Nella prima si fondono due modalità cardine della serie come Conquista e Corsa, con due squadre impegnate a contendersi un fronte composto da più mappe che, a loro volta, sono suddivise in vari settori e obiettivi che i difensori dovranno proteggere dagli attaccanti, che cercheranno al contrario di conquistarli. In questa modalità, la partita termina quando i ticket degli attaccanti saranno terminati o questi avranno conquistato tutti i settori della mappa.

A differenza della modalità Corsa, però, si hanno solo tre tentativi per cercare di conquistare l’intero fronte: una volta esauriti tutti i ticket, verrà decretata la vittoria ai difensori, a prescindere dal numero di settori conquistati precedentemente. In aiuto degli attaccanti, però, ci saranno potenti mezzi come un treno corazzato nella mappa Deserto del Sinai, o un enorme zeppelin che darà una mano durante l’avanzata. Questi bonus sono stati a ogni modo ben bilanciati dalla software house svedese, con la vittoria o sconfitta del match che dipenderà soltanto dalla bravura dei team che si affronteranno.

Piccioni di Guerra invece è una rivisitazione del classico Ruba la Bandiera, dove due team dovranno per prima cosa impossessarsi di un piccione (da cui deriva appunto il buffo nome della modalità), e mantenerlo per un certo periodo, ovvero il tempo necessario a scrivere un messaggio da inviare al proprio quartier generale. Il volatile può essere ucciso dalla squadra avversaria, aspetto che costringe il team a organizzare una difesa efficace per evitare la sconfitta.

La modalità è sicuramente divertente e rappresenta il modo perfetto per staccare e distrarsi dai soliti match a obiettivi, risultando particolarmente convincente grazie a una maggiore concentrazioni degli scontri e ad alcune meccaniche di gioco piuttosto divertenti.  Dal canto suo, Operazioni è la modalità che rispecchia maggiormente il concetto di “guerra totale” di Battlefield 1, dove gioco di squadra, ribaltamenti di fronte e spettacolarità danno vita a scontri epici e frenetici su campi da battaglia mozzafiato. Una modalità che può ambire senza mezzi termini a diventare una delle preferite dai giocatori, con il “rischio” di mettere in ombra quelle storiche come le succitate Conquista o Corsa.

Battlefield 1

Per quanto riguarda gli scenari, DICE ha realizzato nove mappe tratte dalla campagna single-player. La qualità del level design, la realizzazione e la cura dei dettagli, a tratti maniacale, sono ormai un marchio di fabbrica DICE che conferma, ancora una volta, la propria maestria nel proporre scenari mozzafiato e ben strutturati. Si va dalle distese di sabbia del deserto del Sinai passando per la splendida mappa tra le alture del Monte Grappa, forse la miglior mappa dell’intera offerta, fino alla verdeggiante foresta delle Argonne o le macerie di quella che un tempo era la città francese di Amiens. La grandezza delle mappe permette diversi approcci agli obiettivi e il Levolution, supportato anche da un sistema di meteo dinamico, cambia in maniera abbastanza marcata lo scenario tra edifici che crollano e bombardamenti aerei. Il tutto si traduce in uno spettacolo per gli occhi, che in più di un’occasione ci ha fatto fermare ad ammirare la bellezza di paesaggi e scenari, mentre intorno a noi infuriava la battaglia.

Permangono, però, alcuni dei difetti storici della software house svedese che affliggono anche in questo caso il comparto multiplayer: uno su tutti è la poca precisione delle hitbox, che ci hanno fatto storcere il naso in più di una occasione. La speranza è quella di un patch correttiva che possa sistemare questo problema, che a tratti può rendere l’esperienza di gioco poco gratificante e frustrante. Tra le altre mancanze segnaliamo qualche problema con il bilanciamento delle armi e un time to kill poco consono al setting e all’ambientazione, ma siamo fiduciosi sulla correzione di questi difetti, che non minano quanto di buono fatto dai ragazzi svedesi in Battlefield 1.

LO SPLENDORE DEL FROSTBITE

Lo spettacolo offerto dallo sparatutto su console è incredibile, risultando ancora più spaccamascella su PC, grazie a una ricostruzione minuziosa degli ambienti e a un sistema di illuminazione davvero sontuoso, a cui si aggiunge l’immancabile distruttibilità ambientale (uno dei punti di forza del Frostbite di DICE), migliorata ulteriormente per l’occasione. Il tutto senza dimenticare gli straordinari effetti particellari generati dalle esplosioni o dai fumi velenosi che infestano il campo di battaglia.

Combattere tra le alture del Monte Grappa o le dune del deserto del Sinai ci ha regalato momenti indimenticabili, e grazie all’aggiunta del meteo dinamico potremo assistere a repentini cambiamenti meteorologici, passando da un sole accecante a un violento temporale nel corso della stessa partita. Inutile sottolineare come questa feature renda ancora più prezioso il lavoro svolto sul comparto tecnico, nonostante sia innegabile la presenza di qualche sporadico calo di frame-rate, riscontrato tanto nella versione PS4 quanto in quella Xbox One, ma che non grava sulla fluidità, generalmente stabile sui 60fps senza troppi patemi.

Ovviamente il comparto audio non è da meno, come da tradizione DICE, riuscendo a immergere il giocatore sul campo di battaglia tra il fuoco dei mortai, supportato da una colonna sonora epica che ci accompagna per tutta la durata della campagna single-player. Menzione particolare anche per le campionature delle armi, ognuna con un proprio suono fedele alla controparte reale.

Battlefield 1

UN’ESPERIENZA ECCEZIONALE

Quella messa in atto dagli sviluppatori svedesi è stata una vera e propria rivoluzione, dove a beneficiarne è stata l’intera struttura di gioco e non soltanto il multiplayer, con una campagna breve ma intensa, adulta ma al tempo stesso epica e con un taglio cinematografico tale da portare alla mente alcuni classici della filmografia bellica. Era dai tempi dello spin-off Bad Company che non assistevamo a una modalità single player così curata, divertente da giocare e ben scritta, ma ancora acerba sotto alcuni punti di vista (come la durata e l’intelligenza artificiale, in alcuni casi deficitaria).

Il punto di forza continua a essere per forza di cose il multiplayer, che si dimostra nuovamente all’altezza della situazione grazie all’introduzione di nuove modalità (Operazioni in primis) che sapranno regalare ore e ore di divertimento anche a chi non avesse dimestichezza con i precedenti capitoli della serie. Battlefield 1 non è solo divertente da giocare, ma anche uno spettacolo per gli occhi grazie ai 60fps e una realizzazione tecnica sopraffina che si palesa nelle nove mappe, caratterizzate da un level design sontuoso che saprà sorprendere i giocatori con paesaggi mozzafiato e una strutturazione delle mappe perfetta.

Battlefield 1
BATTLEFIELD 1
GIUDIZIO
La nuova fatica di DICE colpisce nel segno dando alla luce un FPS che ritorna finalmente alla origini, riproponendo in modo eccezionale gli orrori della Prima Guerra Mondiale, mai così spettacolare come in Battlefield 1. Consigliato a tutti gli amanti degli sparatutto alla ricerca di un prodotto meno futuristico e più avvincente.
GRAFICA
9.5
SONORO
9
LONGEVITÀ
8.5
GAMEPLAY
9
PRO
Multiplayer di primo livello
Graficamente spettacolare, frame-rate fisso sui 60fps
Level design delle mappe senza eguali
Campagna dal taglio cinematografico...
CONTRO
...ma piuttosto breve
Qualche problema di hitbox
I giocatori più hardcore potrebbero storcere il naso
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