Wayward Sky

Wayward Sky

Nella line-up di lancio di PlayStation VR sono presenti parecchi titoli con una copertura di diversi generi, una pianificazione che Sony deve aver curato molto attentamente in modo da garantire una certa varietà a tutti i nuovi acquirenti del visore per la realtà virtuale di PS4.

Wayward Sky è una delle produzioni meno scontate tra quelle distribuite dal colosso giapponese: si tratta, infatti, di un puzzle-game piuttosto originale, che da un lato tenta di sfruttare le potenzialità dell’headset di Sony, mentre dall’altro prova a non stravolgere i cardini del suo genere di appartenenza. Il team Uber Entertainment pare aver centrato il bersaglio, proponendo uno tra i titoli probabilmente più convincenti nel rapporto tra le dinamiche di gioco e la realtà virtuale.

Wayward Sky

Non lo nascondiamo, la line-up di PSVR ha confermato più volte che nei momenti in cui è necessario muoversi con maggiore frequenza e velocità, l’headset di Sony si è dimostrato spesso troppo invasivo dal punto di vista del motion sickness, sebbene spettacolare sul versante dell’immedesimazione. Un titolo più leggero e rilassante come Wayward Sky permette dunque di godersi appieno le caratteristiche di PSVR senza doversi sforzare più di tanto.

ALLA RICERCA DEL PAPÀ RAPITO

Wayward Sky ci racconta la storia di Bess, ragazzina che deve ritrovare il suo papà, rapito da un gigantesco robot in seguito a un incidente aereo che li ha catapultati su un’isola volante ricca di container e macchinari. La vicenda si sviluppa in un contesto tra il futuristico e il post-apocalittico, sebbene i tratti narrativi siano sempre molto morbidi e con un ritmo lento e accomodante.

Wayward Sky

Una volta indossato il visore e aver assistito alla presentazione dell’avventura, basta poco per rendersi conto che Wayward Sky trasporta in VR il concept delle avventure punta e clicca: attraverso una visuale in terza persona, il giocatore può controllare Bess grazie al DualShock 4 (oppure, ancora meglio, con una coppia di controller Move), e puntare qualunque zona del gioco con lo stick analogico sinistro, per far sì che la ragazza si sposti con una semplice pressione del tasto azione.

UN PUNTO DI VISTA DIFFERENTE

Grazie a questi semplici comandi, Bess può muoversi all’interno del mondo di gioco, composto da una serie di ambienti in successione, ciascuno dei quali presenta un puzzle da risolvere: alle volte è necessario recuperare una chiave, altre bisogna farsi strada tra i robot che fanno da guardia ai cancelli o innescare la giusta combinazione all’interno di un sistema di leve.

Wayward Sky

Talvolta, tra un puzzle e l’altro, è possibile interagire con alcune componenti dello scenario per effettuare delle azioni ben definite, come l’interazione diretta con alcune leve oppure l’applicazione di lampadine negli appositi alloggiamenti. In questi casi, la telecamera passa dalla terza persona a quella in soggettiva, per permetterci di interagire con gli oggetti da una visuale ravvicinata. Se si è minuti delle periferiche Move, il completamento di queste sezioni risulta davvero naturale, visto che è necessario muovere i controller come se si avessero realmente gli oggetti in mano, ma anche utilizzando il pad DualShock 4 il risultato complessivo è piuttosto riuscito.

CIELO RIBELLE

Dal punto di vista tecnico Wayward Sky non mostra certo i muscoli, ma la realizzazione è sufficiente per rendere le quattro ore di gioco necessarie a portare a termine l’avventura piuttosto piacevoli. La mole poligonale non è altissima ma l’atmosfera e la direzione artistica coinvolgono il giocatore nell’intrigante avventura di Bess.

Wayward Sky

Data la tipologia di gameplay, dobbiamo dire che il fenomeno del motion sickness è sostanzialmente ridotto ai minimi storici, in quanto il movimento in gioco è pressoché nullo e non ci sono eccessivi stimoli al cervello che possono causare nausea oppure vertigini.

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Wayward Sky
WAYWARD SKY
GIUDIZIO
Wayward Sky è un esperimento tra i più riusciti per questa prima ondata di titoli disponibili per PlayStation VR. Un puzzle rigorosamente punta e clicca che si sposa bene con la realtà virtuale di Sony, senza raggiungere l’eccellenza ma divertendo. Il prodotto firmato Uber Entertainment è in grado di proporre un’avventura piacevole, non lunghissima, finalmente esente da motion sickness e soprattutto a un prezzo accessibile. Per questo ci sentiamo di consigliarlo a tutti coloro che avessero già deciso di acquistare PSVR.
GRAFICA
7
SONORO
7
LONGEVITÀ
7.5
GAMEPLAY
7.5
PRO
Gameplay rilassante
Motion sickness ai minimi storici
Personaggi ben caratterizzati
Buona direzione artistica
CONTRO
Graficamente non eccelso
Comandi non sempre precisissimi in prima persona
7.5
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