PlayStation VR

PlayStation VR: la realtà virtuale sbarca su PS4

Ci sono momenti in cui la tecnologia compie passi davvero importanti, che possono potenzialmente cambiare il modo di intendere l’intrattenimento. Nello storia recente sono stati numerosi i successi dell’era tecnologica, basti pensare alla vasta diffusione di smartphone e tablet, device che nel bene e nel male hanno contagiato un po’ tutti e semplificato l’approccio alla vita di tutti i giorni. Ma ci sono state anche delle innovazioni che non hanno colto nel segno, come ad esempio il 3D, lanciato in pompa magna al cinema, integrato nei televisori e persino in alcuni telefoni, fenomeno che però si è sgonfiato con la stessa velocità con cui è arrivato.

La realtà virtuale è un po’ la moda degli ultimi tempi: si tratta in sostanza di un applicativo che permette di trasformare un ambiente in un mondo virtuale a 360 gradi, con un’interazione il più vicina possibile a quella reale. Il tutto, ovviamente, utilizzando un apposito visore. Per la verità, non si tratta di un fenomeno così recente, dato che di realtà virtuale si parlava già alla fine degli ’80, persino in ambito videoludico, con i meno giovani che ricorderanno senz’altro il Virtual Boy, esperimento di Nintendo non troppo riuscito ma di certo affascinante.

 

PlayStation VR

LA VR DI SONY

Lo scorso 13 ottobre è sbarcato sul mercato europeo PlayStation VR, visore che collegato direttamente a PS4 permette di vivere l’esperienza della realtà virtuale a un prezzo tutto sommato abbastanza abbordabile. PSVR è infatti venduto al costo di 399.99 euro (anche se, per funzionare, è indispensabile l’acquisto di PS Camera, che ci obbliga dunque a spendere altri 49 euro per avere il visore funzionante), un prezzo che gli permette di essere il dispositivo di realtà virtuale più economico sul mercato. Vale la pena ricordare infatti che per portarsi a casa uno fra HTC Vive e Oculus Rift è necessario sborsare rispettivamente 899 euro e 699 euro.

Ci siamo approcciati con grande curiosità al prodotto di Sony, anche perché non capita tutti i giorni di essere proiettati in un mondo virtuale a 360 gradi con un potenziale – in termini di interazione e immedesimazione – veramente alto. Una volta scartata la confezione, ci rendiamo conto che per attivare PlayStation VR è necessario un’installazione che include il collegamento di numerosi cavi dalla console al visore, passando per un altro box che funge da unità di calcolo aggiuntiva: oltre al casco vero e proprio, infatti, è presente una piccola console, chiamata PU (Processor Unit), che nient’altro è che il processore centrale di PlayStation VR.

La particolarità consiste nel fatto che PS4 non dovrà più essere collegata al televisore, bensì alla Processor Unit di PSVR: il cavo HDMI in uscita da PS4 va a inserirsi direttamente nel PU, e sarà proprio lui a gestire e smistare il segnale da una parte al visore indossato dal giocatore, dall’altra al TV attraverso altri due segnali digitali HDMI. Non manca un piccolo alimentatore, necessario ad avviare il PU, e l’immancabile telecamera da collegare a PS4, quest’ultima indispensabile per l’avvio di qualunque gioco oltre che per la calibrazione stessa del visore. Per una completa immersione, infine, è possibile collegare le cuffie direttamente al piccolo telecomando applicato sul cavo che collega il visore al PU, dove è presente un jack 3.5 molto funzionale.

BELLO È BELLO, MA COME FUNZIONA?

Non ci sono dubbi sul fatto che Sony abbia azzeccato il design di PlayStation VR, che si presenta con un taglio futuristico ma non ridondante, molto leggero e costruito con plastica di discreta fattura, sicuramente non tanto robuste come quelle di HTC Vive, ma a primo impatto sufficientemente solide per garantire una durata elevata. Interessanti sono anche i led blu che si accendono mentre si utilizza il visore, e che soprattutto in mancanza di luce garantiscono un buon effetto scenico anche per chi sta a guardare.

 

PlayStation VR

Ma la domanda che si pongono tutti è se tutta questa tecnologia sia poi effettivamente funzionale e interessante, oltre che di piacevole fruizione. Scopriamolo insieme.

Abituati ormai da alcuni anni ai televisori dotati di risoluzione almeno pari a 1080p, non appena indossato PSVR si ha subito la sensazione di una certa perdita di definizione. Questo è dovuto sostanzialmente a due motivi: per prima cosa il visore renderizza la risoluzione 1080p (che consiste in un’immagine di 1920 x 1080 pixel) divisi tra i due occhi, quindi la risoluzione orizzontale viene ridimensionata a un 960 x 1080 per ciascuna lente.

A questo si aggiunge il fatto che lo schermo, pur essendo un OLED da 5.7 pollici, non è certo tra i migliori sul mercato e anche per questo spesso si nota il famoso effetto zanzariera, che evidenzia talvolta la griglia dei pixel. Ciò nonostante, dopo un primo momento di smarrimento, la capacità della realtà virtuale fa passare in secondo piano queste mancanze, perché l’immersione è totale in tutte le applicazioni a oggi disponibili.

TANTE DEMO, MA NESSUNA VERA KILLER-APP

Durante le nostre prove abbiamo testato inizialmente la serie di demo presenti su PlayStation Store, tra cui non mancano DriveClub VR, RIGS: Mechanized Combat League, Ocean Descent, Batman: Arkham VR, The PlayRoom VR e l’ultima demo di Resident Evil 7, chiamata Kitchen (sicuramente la più impressionante fra tutte quelle disponibili). In tutti i titoli testati ci siamo resi conto di quanto la capacità di PlayStation VR di rapire il giocatore possa far passare in secondo piano un comparto tecnico complessivo abbastanza inferiore alla media di PS4, anche perché tutti giochi vengono portati a 60 frame per secondo dalla console e alcuni addirittura vengono rigenerati in 120 fps grazie a un algoritmo software chiamato time warp asincrono, quindi una spesa in termini di risorse molto superiore ai 30 fps standard per lo più presenti sui titoli PS4.

Dal punto di vista del confort, Sony ha fatto un buon lavoro: l’utilizzo del visore è comodo anche per via della sua leggerezza, che consente sessioni di gioco prolungate senza particolari fastidi. La possibilità di giocare tramite il controller DualShock 4 o, in alternativa, una coppia di PlayStation Move (solo per i titoli predisposti) offre una certa comodità nell’utilizzo del visore comodamente seduti sul divano.

Va segnalato che il visore può essere fruito anche come semplice schermo, visualizzando in modalità VR tutti i quei contenuti non compatibili con la realtà virtuale, con risultati che però non sono propriamente eccezionali a causa dei problemi di definizione già citati in precedenza. Una particolarità di PlayStation VR è la possibilità di utilizzare la Processor Unit per gestire in modalità VR anche altre piattaforme, come Xbox OneWii U, seppur in una semplice emulazione che non offre le stesse sensazioni di giochi studiati appositamente per la VR.

LE MONTAGNE RUSSE IN CASA

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Il vero punto interrogativo di PlayStation VR (e, in generale, degli headset per la realtà virtuale) è il cosiddetto fenomeno del motion sickness, ossia la sensazione di vertigini o nausea che pare colpire una percentuale non indifferente di giocatori che hanno provato o addirittura acquistato il visore. In sostanza, succede che gli impulsi di movimento che l’occhio percepisce dal visore non trovano riscontro nel cervello, perché di fatto non avviene un reale spostamento del corpo.

Questo può causare una sensazione di spaesamento, che può trasformarsi addirittura in malessere soprattutto in caso di sessioni di gioco superiori ai trenta minuti. L’effetto si potrebbe paragonare a ciò che avviene quando si legge un libro o una rivista in macchina e non si segue con gli occhi una strada con delle curve, uno dei momenti tipici di nausea piuttosto diffusi in buona parte dei soggetti.

Va specificato però che si tratta di sensazioni molto soggettive, e per questo l’unico modo per capire se si è soggetti al motion sickness è provare il visore di persona nei centri commerciali, in occasione di una fiera oppure durante uno degli eventi organizzati da Sony in giro per l’Italia.

Al di là di tutti i discorsi tecnici, l’impressione attuale è che non ci sia un titolo davvero in grado di valore da solo l’acquisto di PlayStation VR, la classica killer application capace di mettere tutti d’accordo sul giudizio finale del prodotto. Anche perché i titoli completi disponibili al day-one, alcuni peraltro con un prezzo di 39.99 euro, sono nella maggior parte dei casi poco più di tech demo in termini di contenuti, troppo poco per giustificare una spesa del genere.[/column]

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PlayStation VR
PLAYSTATION VR
GIUDIZIO
PlayStation VR è un dispositivo molto interessante, perché propone l’originalità della realtà virtuale, indubbiamente molto affascinante e coinvolgente, a un prezzo molto competitivo rispetto alla concorrenza. I punti di domanda sono legati all’essere soggetti o meno al motion sickness e alla mancanza di un vero titolo trascinante, fatto che obbliga a una prova sul campo prima di procedere con l’acquisto.
DESIGN
9
ERGONOMIA
8
QUALITÀ/PREZZO
6
PRESTAZIONI
7
PRO
Prezzo competitivo
Design riuscito
Leggero da indossare
La realtà virtuale funziona
CONTRO
Non c’è una killer application
Il motion sickness potrebbe escludere alcuni utenti dall'utilizzo
Risoluzione effettiva parecchio inferiore ai 1080p
7.5
DISCRETO
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