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Indie of the Week – Stasis

Di avventure punta e clicca negli ultimi anni se ne vedono, purtroppo, sempre meno e tra le poche che vengono ancora realizzate, è pressoché impossibile trovarne una dalle tinte horror in grado di proporre un’esperienza realmente degna di essere vissuta. E l’uso del termine “pressoché”, cari lettori, non è affatto casuale perché un’eccezione per nostra fortuna c’è e prende il nome di Stasis.

Realizzato dalla software house The Brootherhood, il titolo propone infatti un’esperienza dal sapore dichiaratamente retro in termini di struttura, capace però di garantire immense soddisfazioni non solo grazie a una premessa narrativa di indubbio interesse ma soprattutto a fronte di una progressione davvero ben strutturata. Vestendo i panni di quello che appare essere l’unico superstite all’interno di un’immensa nave spaziale, risvegliatosi in seguito a un lungo periodo di stasi senza sapere che fine abbiano fatto sua moglie e suo figlio, Stasis ci proietta infatti nel vivo di una suggestiva avventura in cui il nostro obiettivo sarà proprio quello di svelare i tanti misteri che si celano dietro all’apparente desolazione che contraddistingue l’astronave.

Attraverso complesse fasi di esplorazione in cui si è chiamati a sfruttare ogni più piccolo strumento a disposizione per avanzare – spesso nei modi più inaspettati e… macabri – il gioco propone un irresistibile serie di pregevolissimi enigmi, ognuno dei quali permette di avvicinarsi sempre di più a un susseguirsi di terrificanti rivelazioni. Complice una difficoltà tutt’altro che contenuta, avanzare nel corso dell’avventura non è poi affatto una passeggiata, ma ciò non toglie che tale complessità di fondo garantisca una quantità di stimoli e soddisfazioni superiori alle più rosee aspettative, in linea con quella di quegli stessi capolavori che fino a una decina di anni fa dominavano il panorama videoludico.

Eventuali neofiti del genere potrebbe chiaramente incorrere in qualche intoppo – specie nelle primissime fasi dell’avventura – ma chiunque abbia già una certa esperienza con questo genere di prodotti si ritroverà di fronte a un’esperienza stimolante, impegnativa e soprattutto appassionate, degna di essere assaporata dall’inizio alla fine. Considerando inoltre una lunga serie di claustrofobici scenari curati nei minimi dettagli, Stasis brilla anche per l’intensità della sua atmosfera, impreziosendo il tutto con un doppiaggio di buonissima fattura che pur essendo solo in Inglese, può essere comunque apprezzato grazie alla completa localizzazione del prodotto in Italiano.

Nulla, infatti, è stato lasciato al caso, e ciò che ne consegue è un’esperienza di indubbio spessore, destinata a riaccendere nel cuore di molti l’amore per una categoria che molti hanno ormai dato per morta. Insomma, il consiglio di chi vi scrive è dunque quello di concedere a questo splendida avventura una chance, perché per quanto a tratti complessa, rappresenta senz’altro un chiaro esempio di come i “punta e clicca” (se sviluppati con passione e talento) possano ancora risultare attuali e godibili agli occhi del grande pubblico.

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